Ferragosto, ecco l’affare delle sagre. Grasso (Cia): Puntiamo sul vino, Sannio come Franciacorta

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Spiagge sì, ma anche cultura e tradizioni popolari trasformate in imperdibili attrattive turistiche. Appuntamento più o meno forzato con l’ozio, il Ferragosto si conferma per molti centri, piccoli e non, campani un importante motore economico. A dimostrarlo le numerose iniziative che in questo lungo weekend di fuoco si susseguono nell’entroterra così come nelle più gettonate aree costiere. 
Cominciamo da quest’ultime, che quest’anno fanno registrare un dato migliore rispetto al già positivo 2015 con un 90 per cento di posti prenotati in Campania, come rileva un’indagine di Cna balneatori. A incoraggiare gli esercenti sono soprattutto le prenotazioni online, anche dall’estero, con una stima di spesa quotidiana di 45 euro a famiglia (due adulti e due bambini). Solo Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Sicilia fanno meglio con una stima di spesa pari a 55 euro. 
Smessi i panni di “offerta opzionale” e dimenticati quindi i vergognosi cartelli di “chiuso per ferie” affissi davanti a musei e siti archeologici, anche la cultura fa la sua parte, a cominciare da Napoli. Si comincia dal Museo Archeologico Nazionale, accessibile dalle 9 alle 19,30, che oltre alle sue ricche collezioni, propone i restaurati giardini delle Camelie e delle Fontane e la nuova sezione permanente “Egitto Napoli. Dall’Oriente”. Saranno inoltre visitabili le mostre archeologiche “Mito e Natura. Dalla Grecia a Pompei” e “Oltre il visibile, I Campi Flegrei”. La sezione di arte contemporanea ospita invece “Fatiche Ferite” di Luigi Pagano e “Pontifex Maximus” di Alexsey Morosov. In città resteranno aperti con gli orari consueti (8.30-19.30, ultimo ingresso ore 18.30) anche il Museo di Capodimonte e il Madre, dove anche quest’anno l’ingresso sarà gratuito per tutti e per tutto il mese. 
Spesso considerate figlie di un dio minore, a scuotere l’economia locale sono inoltre le sagre. Da quella della castagna di San Potito Ultra a quella del vino di Taurasi in Irpinia, dalla sagra della “Patata agerolese” di Santa Maria la Manna fino alla Festa del Maialino casertano, gli appuntamenti enograstronomici ferragostani si confermano meta di un turismo trasversale, animati da semplici visitatori di prossimità e da turisti in cerca di offerte “local” e per questo disposti a macinare centinaia di chilometri. Lo dimostra il successo che da anni riscuote la Festa del Grano di Foglianise dove autentici “artisti della paglia” creano pregevoli carri in grano raffiguranti ogni anno soggetti diversi. La sfilata ha solitamente inizio intorno alle ore 9,00 del giorno 16 agosto. 
Ma a testimoniare una evoluzione della sagra in evento turistico-economico in senso più ampio sono senz’altro gli appuntamenti con il vino dell’area irpino-sannita. Basta citare la Festa dell’Uva di Solopaca, l’Enologic di Avellino, Vinalia di Guardia Sanframondi o la Sagra del vino di Torrecuso. “A differenza di altre produzioni – spiega Mario Grasso, direttore campano di Cia – Confederazione degli Agricoltori Italiani – quella del vino ha saputo innestare intorno a questi eventi estivi una filiera molto innovativa. Da sagre paesane, queste feste sono diventate delle vetrine di prodotti, lì la gente non va più a bere ma a conoscere un etichetta, una nuova offerta, e non è un caso se per esempio a Solopaca si è arrivati a organizzare degli incontri tra produttori e buyer internazionali”. 
L’attrattiva per il territorio è tale che Grasso si impegna con la propria associazione di categoria a creare per il prossimo anno una “rete che sappia mettere sotto un unico tema questa pluralità di offerte”. “Non dobbiamo inventarci nulla – conclude Grasso – basta seguire quello che hanno fatto in Franciacorta, ovvero fare sintesi dei nostri prodotti eccellenti, Falanghina e Aglianico in primis, e trasformare i diversi appuntamenti in altrettante declinazioni di un’unica festa di un territorio esteso”.