Il 3 settembre 2015 sarà ricordato a lungo per essere stata una giornata drammatica per gli immigrati e per la coscienza collettiva! La giornata è stata fotografata da due fatti emblematici che riguardano le facce di due bambini siriani, uno purtroppo morto e l’altro, più grande, intervistato da Al Jazeera a Budapest mentre attendeva la sua fortuna davanti ad un treno prima di salirci per la sua destinazione di salvezza. Appena rotto il sonno, alle prime luci del mattino, le prime notizie dei media riportavano una immagine atroce, l’immagine di un bambino siriano che non supera i tre anni di età, con la faccia nella sabbia bagnata di una spiaggia turca. Le onde l’hanno restituito a terra una salma inerme. Più tardi, in giornata, si saprà che è scivolato in acqua mentre era in braccio al papà durante la tragica traversata in mare. Aylan torna a casa sua che ormai non c’è più. Ma non c’è neanche lui. Susseguono dichiarazioni politiche internazionali del tipo, “come papà sono.scioccato”. Oppure, “questa immagine è sulla coscienza dell’umanità”. A cosa serviranno?! Sdegno globale. Più passavano i minuti, più si apprendeva di tumulti alla stazione centrale di Budapest, dove treni colmi di immigrati restavano fermi per mancanza di “destinazione precisa”. Una situazione di stallo che generava una pericolosa confusione e naturalmente scontri con la polizia locale: apprensione totale. Nel primo pomeriggio, la ciliegina sulla torta, un altro bambino siriano, Kinan di circa 13 anni, intervistato da Al Jazeera dichiara: ” Fermate la guerra e noi ce ne stiamo a casa”. Nitido! Bersaglio centrato. Ha detto la Verità . Quella che dovrebbero sapere tutti! Politici e politicanti del mondo. L’ha detto con la solita dignità ed orgoglio che contraddistinguono i siriani, in tutte le loro etnie e confessioni religiose. I siriani emigrano perché costretti da una guerra che brucia la loro terra e da un nemico che trucida chicchessia ! Non dimentichiamocelo. A fine giornata mi è capitato di leggere un articolo su Huffington Post, inserto della Repubblica on line, che mi ha francamente disorientato. Si parlava di Oriana Fallaci e di un suo libro che teorizza un conflitto con l’Islam basato su interviste a personaggi e politici del mondo arabo degli anni 70, 80 e 90. Quasi tutti laici ed occidentalizzati nel pensiero e nei modi. La giornalista, nonché ex presidente della Rai, Lucia Annunziata, che fa la prefazione ad un libro della Fallaci, spiega che il conflitto con l’Islam è in atto dagli anni 60 e continua fino ad oggi. Asserisce, inoltre, che quel che succede oggi è la continuazione di quella lotta Islam contro occidente. A me francamente sfugge il nesso tra quel che succedeva in quegli anni, tutto incentrato sul conflitto arabo ( palestino)-israeliano, e quello che succede oggi, caratterizzato da una guerra globale dell’organizzazione denominata IS ” Stato Islamico” contro tutti, occidentali e mediorientali di tutti i colori: mussulmani, cristiani, drusi, kurdi, yazidi e tanti altri. Siamo in totale disaccordo, in quanto oggi non esiste un solo Islam, ma un Islam frammentato e sicuramente non rappresentato dall’IS che, invece, rappresenta qualche decina di migliaia di militanti ed ha molti nemici tra i mussulmani. Così si fa il loro gioco. Così non aiutiamo ne i futuri Aylan a salvarsi , ne i Kilan a tornare a casa loro. A cosa serve quest’articolo inquietante in una giornata come questa? L’unica persona che, parlando oggi, ha rispettato Aylan è il suo connazionale Kinan : ” fermate questa guerra e noi ce ne stiamo a casa”