Federpol: “Governo ci lasci lavorare, nostri servizi strategici”

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Roma, 26 mar. (Adnkronos/Labitalia) – “Il governo non ha incluso le agenzie di investigazione e gli operatori della sicurezza privata tra le realtà imprenditoriali che possono esercitare l’attività usufruendo delle deroghe previste dalle più recenti disposizioni di legge in materia di emergenza sanitaria”. Un errore che, secondo Luciano Tommaso Ponzi, presidente di Federpol (Federazione italiana degli istituti privati per le investigazioni, le informazioni e la sicurezza), “deve trovare una immediata correzione permettendo alle aziende del settore di continuare ad esercitare l’attività svolgendo un servizio strategico per il sistema produttivo nazionale”, come si legge in una nota Federpol.

Il presidente di Federpol, l’associazione di categoria più rappresentativa del settore, si rivolge direttamente al governo ed in particolare al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli: “I nostri servizi, su diversi fronti, sono indispensabili alle imprese che possono beneficiare delle deroghe. Il principio di pubblica utilità, conseguentemente, può essere applicato anche in riferimento al caso delle aziende che operano nel comparto della sicurezza”.

“Il codice Ateco 80.30 – spiega Ponzi – non è stato inserito fra quelli ai quali è stata garantita l’apertura. L’attività di investigazione privata non si sostanzia unicamente nelle indagini in ambito privato, ma siamo d’ausilio a diverse realtà strategiche per il nostro Paese. Ad esempio, siamo di assoluto supporto alla filiera assicurativa con i nostri servizi antifrode. Molti dei nostri associati sono fiduciari delle compagnie di assicurazioni, siamo necessari a supermercati e farmacie con l’ambito di indagine commerciale, così come previsto dal dm 269/2010, nel controllo del flusso e deflusso della clientela e ora ancor più di supporto nella verifica del rispetto della distanza di sicurezza richiesta dal dpcm”.

“Ora – continua il presidente di Federpol – che sono stati incrementati i giorni di permesso ai sensi della legge 104, non si vede perché non dovremmo essere impiegati nella verifica dei comportamenti e degli eventuali abusi. La giurisprudenza è colma di sentenze nelle quali l’investigatore privato autorizzato risolve casi di abuso di false malattie. In un periodo di emergenza come questo potremmo essere di ausilio anche alle istituzioni, come da nostra proposta inviata a fine febbraio a tutte le prefetture della Regione Lombardia”.

Federpol ha inviato una comunicazione ai ministri in rappresentanza dei propri associati, a tutela di un settore che conta 12mila addetti sul territorio nazionale e registra un fatturato superiore ai 500 milioni di euro. “Il ministro Gualtieri e il ministro Patuanelli – sottolinea – non possono lasciar cadere nel vuoto il nostro appello. La Corte dei Conti ha emesso una sentenza in base alla quale la pubblica amministrazione può avvalersi del nostro operato. Segnalo anche che le stesse aziende farmaceutiche hanno più volte usufruito dei nostri servizi, dall’anti-contraffazione, alle mancanze inventariali, al furto di presidi sanitari. Un tema, questo, dotato di indubbia attualità”.

“Insomma – si chiede – in un momento ove il nostro profilo professionale potrebbe dare un significativo contributo a contenere eventuali problematiche o eventuali abusi, si preferisce farci chiudere? Migliaia di operatori sparsi sul territorio nazionale attendono una risposta dal governo. Aspettano solo di poter esercitare un loro diritto e, nel farlo, non mancheranno di svolgere anche un servizio di pubblica utilità per i territori in cui sono attivi”.