Fed, il regalo di Natale che gli investitori non si auguravano

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Ieri la Fed, alla scadenza annunciata, ha abbassato il costo del dollaro di 0,25 punti, posizionandolo al 4,50%. Chi stava aspettando quel responso è rimasto come come quel bambino che riceve un regalo di Natale non gradito, quindi resta tra il dispiaciuto e l’arrabbiato. In cuor suo aveva fatto castelli in aria sull’utilizzo di quanto stava aspettando e ora deve ricomporre in maniera diversa il puzzle che ha in testa e che non vede l’ora di realizzare. Così é accaduto per quanti aspettavano che il Presidente dell’istituto di emissione americano si pronunciasse. Questi invece, affiancandosi al tempo atmosferico, ha gelato, più di quanto non lo fossero già, gli investitori americani e del resto del mondo. Può solo una Banca Centrale o un istituto di emissione condizionare fino tal punto l’economia del pianeta? Si, se il riferimento va alla Fed, che tiene le redini del dollaro, la moneta forte per eccellenza. Capitando in questo particolare momento, quando nella UE sono venuti fuori problemi quasi della stessa portata di quelli che stanno affrontando gli USA, la notizia del ribasso del tasso del dollaro non sta passando nel Vecchio Continente per la sua reale portata agli occhi dell’informazione europea. Quanto non deve sfuggire agli occhi degli interessati è la seconda parte del comunicato fatto da Powell in quell’ occasione: per il 2025 la FED ha in programma di intervenire ancora al ribasso due volte e non più quattro, come aveva lasciato intendere fino a qualche decina di giorni fa. Altrettanto gelo ha portato in quella sale l’oratore quando, con bizantinismi che anche a Bisanzio, l’antica si azzardano a formulare, che i problemi in quel continente erano, sono e saranno, come minimo per tutto il 2025 che, per chi lo cita sulla costa a est, é conosciuto anche come Oltreatlantico.
A quel punto la conferenza è stata insidiata dai ghiaccioli, tanto pesante è stata la portata della previsioni di quell’Istituto Centrale. Se si vuole azzardare un confronto tra quanto è già accaduto nella UE e sta per accadere negli USA, si arriva senza molti sforzi a capire che in entrambe le situazioni chi dà le carte è la paura. La stessa si manifesta con sembianze diverse, tra cui quella del tempo che corre più veloce di quanto possano fare entrambi i due continenti. I Governanti delle due superpotenze, gli USA e la UE, sembrano non tenere nel dovuto conto di quanto danno provocano le mancate soluzioni di determinate problematiche, per cui all’atto della fine del tira e molla nella scelta del rimedio, per alcune di esse si verifica quanto i finanzieri ben sanno. Si trovano molto vicini a qualcosa che ricorda il montante di una cifra a cui non siano stati tolti alla scadenza del vincolo gli interessi maturati. L’umanità potrebbe chiedere a Babbo Natale, come regalo, di fermare il tempo, beninteso con speranza pari a zero o quasi di ottenere qualcosa. Nell’800, nella foga romantica di scrivere di cose fantastiche, spinse Goethe, autore di romanzi anche fantastici, nella sua opera Il Dr. Faust fa trovare costui di fronte a Mefisto, un diavolo tentatore. Questi scommette con lui che, se riuscirà a “fermare” l’attimo che gli fosse piaciuto, sarebbe rimasto fermo alla sua età in eterno, senza invecchiare. Se no, la sua vita sarebbe trascorsa senza alcuna modifica. Goethe morì di vecchiaia.