Farmacia dei servizi, Si parte dalla Campania

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Parte da Napoli e dalla Campania la sperimentazione della “farmacia dei servizi”, nell’ambito del progetto che mira a dimostrare come, con una maggiore aderenza Parte da Napoli e dalla Campania la sperimentazione della “farmacia dei servizi”, nell’ambito del progetto che mira a dimostrare come, con una maggiore aderenza delle terapie, si possano registrare minori oneri a carico del Servizio sanitario regionale. Sono diciotto le farmacie della Campania che, nell’arco di nove mesi, dovranno raccogliere e monitorare i dati di 1.800 pazienti affetti da asma. Si tratta del primo cocreto passo verso la “farmacia dei servizi”, prevista dalla legge e che si avvale delle opportunità del decreto sulla spending review per rilanciare il ruolo dei farmacisti, non solo e nonpiù come dispensatori di farmaci,ma come produttori di benessere sul territorio. “Si tratta di un passo importante – spiega Vincenzo Santagada, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Napoli – che ci dà ragione delle tante battaglie che, in particolare inCampania, la nostra categoria professionale ha portato avanti”. La fase analitica del progetto quantifica il risparmio per il Servizio sanitario regionale che può generare la “farmacia dei sevizi” si aggira intorno al 40 per cento. Un dato ancora più determinante per i bilanci pubblici, alla luce della deospedalizzazione dei malati cronici. La fase preliminare evidenzia che il 45 per cento dei pazienti non aderisce alla terapia e il 72 per cento acquisisce farmaci in modo incontrollato La sperimentazione, realizzata di concerto con la Fofi, Federazione Ordini dei farmacisti italiani, è il primo passo di una vera e propria rivoluzione per le farmacie, soprattutto in relazione ai loro rapporti con i cittadini. La nomativa sulla farmacia dei servizi prevede due livelli di prestazioni erogate: il primo è quello delle autoanalisi, come ad esempio quelle per il diabete, che ognuno potrebbe fare a casa. Di Iorio: Rendere omogeneo il servizio – Oggi la tecnologia mette a disposizione strumenti emodalità per effettuare agevolmente analisi, come quelladel colesterolo. Il secondo livello, invece, è attinente alle indagini non invasive, come elettrocardiogramma e applicazione dell’Holter pressorio. “Un sistema – conclude Santagada – in grado di integrarsi alla perfezione con la rete Cup, Centro unico di prenotazione, che abbiamo attivato presso tutte le farmaie regionali. Ma non è tutto oro quello che luccica: la Campania, ad esempio, è l’unica regione italiana che, a 5 anni dal bando, non ha ancora attivato la commissione per il concorso ordinario delle farmacie”. Ma non è l’unico paradosso: Michele Di Iorio, presidente Federfarma Napoli e Campania, non nasconde la perplessità per i fondi da reperire sugli investimenti che la farmacia dei servizi richiede, ma sollecita la Regione Campania ad adottare una serie di provvedimenti per rendere omogeneo il servizio su tutto il territorio regionale, indipendentemente dalle Asl di appartenenza. “Il caso è macroscopico nella Dpc, la distribuzione di farmaci per conto delle Aziende – spiega Di Iorio – con alcuni prodotti che possono essere venduti solo nel distretto dell’Asl di riferimento, mentre la ricetta ha valore regionale: se viene rilasciata a Napoli, non posso ritirare il prodotto a Salerno”. In tal senso è importante l’apporto di Federfarma servizi, come spiega il presidente nazionale Antonello Mirone: “Il nostro ruolo è essere vicino ai cittadini e rendere sostenibile le attività da un punto di vista economico. Realizzare su larga scala questi progetti è più semplice e meno oneroso per la singola farmacia”.