Facebook: 70mila posti di lavoro

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A cura di Antonio Arricale Viviamo l’era dell’informazione e comunicazione (Itc). Internet e i social network hanno cambiato le abitudini della collettività e ne condizionano, nel bene e nel male, lo sviluppo. A cura di Antonio Arricale Viviamo l’era dell’informazione e comunicazione (Itc). Internet e i social network hanno cambiato le abitudini della collettività e ne condizionano, nel bene e nel male, lo sviluppo. Ovviamente, la rivoluzione delle “reti sociali” ha influito anche e soprattutto, in modo diretto o indotto, sull’economia. E positivamente, direi. La conferma ci è stata data da una recente ricerca curata da Deloitte per conto di Facebook Italia presentata nei giorni scorsi presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Ne vien fuori che l’utilizzo dei social network e in particolare proprio di Facebook (la piattaforma fondata da Zuckerberg è la più utilizzata) abbia penetrato completamente le realtà aziendali, modificandone non solo la comunicazione ma anche e soprattutto il “raggio d’azione”. Secondo questa ricerca, infatti, Facebook in Italia ha avuto un impatto economico pari a 6 miliardi di dollari e contribuito a creare 70 mila posti di lavoro. Nel presentare l’indagine, il country manager di Facebook Italia, Luca Colombo, ha spiegato che i dati italiani sono perfettamente in linea con i grandi Paesi. Insomma, per una volta non siamo indietro. Peccato che si tratti comunque di statistiche che non confortano, purtroppo, chi ha perso il lavoro “tradizionale”, i quali – come si sa – sono molti di più. Ma tant’è. Certo, lo studio di Deloitte in ogni caso mette il dito nella piaga del “digital divide” (vale a dire, il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione) che in Italia è diventato un vero e proprio paradosso. Da una parte, infatti, si moltiplicano gli studi secondo cui la diffusione della banda larga serve al rilancio dell’economia e crescono le proteste di aziende e istituzioni locali escluse dalla copertura. Dall’altra invece i piani per la banda larga procedono a ritmi insoddisfacenti, anche se recentemente, proprio dalla titolare del Mise, Federica Guidi, è stato annunciato un importante piano di investimento che dovrebbe mettere finalmente sul piatto della fibra ottica di 6 miliardi, per cominciare. Così come non si può fare a meno di constatare che, mentre il governo si appresta a varare il decreto, dietro le quinte restano le mosse degli operatori, da Telecom a Metroweb, che dovranno partecipare attivamente allo sviluppo del piano dell’esecutivo e che già litigano per impossessarsi delle leve operative e comunque ne frenano lo sviluppo. Ad ogni buon conto, “i dati della ricerca confermano la validità dell’impegno del Mise a favore dei processi di internazionalizzazione e di innovazione delle Pmi, ossatura portante di tutto il sistema-Paese”, ha commentato Federica Guidi. “I dati emersi dal convegno confermano che l’utilizzo dei social media contribuisce a migliorare produttività e a creare nuovi posti di lavoro. Gli oltre 10.000 nuovi occupati nelle Pmi rappresentano un elemento di assoluto rilievo per un Paese con l’Italia dove la disoccupazione giovanile è fattore di grande preoccupazione”. Che sia la volta buona, verrebbe da chiedersi, mutuando un’espressione assai cara al premier? Borse asiatiche Borse asiatiche incerte questa mattina. Il Nikkei ha guadagnato un marginale 0,17% mentre Hong Kong sta facendo leggermente meglio muovendosi in territorio positivo dello 0,3% circa. Seoul ha chiuso sui livelli del giorno precedente mentre Shanghai arretra dello 0,8%. Gli addetti ai lavori guardano con diffidenza ai recenti (positivi) dati macro statunitensi ed in particolare ai prezzi al consumo tornati a salire per la prima volta negli ultimi 4 mesi, circostanza che potrebbe accelerare i tempi della Fed in relazione al rialzo dei tassi di interesse. C’è inoltre preoccupazione per il rallentamento della crescita economica cinese, che nel primo trimestre 2015 potrebbe subire un ulteriore ridimensionamento dopo aver chiuso il 2014 con il risultato più basso degli ultimi cinque anni. Secondo il think tank Chinese Academy of Social Sciences, infatti, nei primi tre mesi di quest’anno il progresso del Pi l cinese potrebbe limitarsi al 6,85% contro il 7,3% del quarto trimestre 2014. Questo mese lo State Information Centre aveva previsto una lettura al 7% per l’attuale trimestre. Nell’intero 2014 il progresso del Pil era stato del 7,4% ai minimi in oltre 20 anni. Restando in ambito macroeconomico la fiducia dei consumatori cinesi in marzo è cresciuta ai massimi dal luglio 2014. Il Westpac Mni China Consumer Sentiment Indicator ha segnato infatti una lettura a 114,7 punti per il mese in corso, pari a un progresso mensile del 2,4% rispetto ai 112 punti di febbraio. Significativo l’impatto positivo sulle tariffe energetiche dal declino dei corsi del petrolio. In Giappone invece secondo quanto comunicato dalla Bank of Japan, in febbraio l’indice dei prezzi nei servizi alle imprese ha registrato un progresso annualizzato del 3,3% a 102,5 punti contro il 3,5% di gennaio. Il dato è in linea con le attese de l consensus. Su base mensile l’indice è salito dello 0,1% in febbraio dopo la flessione dello 0,4% di gennaio. Da segnalare infine che il produttore cinese di cristalli per autovetture Fuyao Glass Industry Group, già quotato a Shanghai, ha raccolto 7,39 miliardi di dollari di Hong Kong (circa 870 milioni di euro) dal collocamento di 439,7 milioni di nuove azioni sulla piazza dell’ex colonia britannica al valore più alto della forchetta prevista di 14,80-16,80 dollari di Hong Kong. Il titolo Fuyao guadagna oltre il 3% in una seduta di declino per il mercato di Shanghai. Borsa Usa A New York i principali indici ieri hanno chiuso la seduta in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,58%, l’S&P 500 lo 0,61% e il Nasdaq Composite lo 0,32%. Dai dati macroeconomici pubblicati in giornata sono arrivate indicazioni contrastanti. Nel mese di febbraio l’inflazione è aumentata in linea con le attese dello 0,2% rispetto al mese precedente. L’Indice Prezzi Abitazioni pubblicato dalla Federal Housing Finance Agency (FHFA) è cresciuto dello 0,3% nel mese di gennaio, a fronte di un incremento dello 0,5% atteso. Rivisto al ribasso il dato precedente relativo a dicembre da +0,8% a +0,7%. Su base annuale l’indice è salito del 5,1%. Le vendite di nuove abitazioni sono cresciute a febbraio del 7,8% rispetto al mese precedente, attestandosi a 539 mila unità (consensus 465 mila), rispetto alle 500 mila unità della rilevazione precedente. Sul fronte societario da segnalare Google che ha registrato un +2,04%, Il motore di ricerca ha nominato Ruth Porat, ex direttore finanziario di Morgan Stanley, nuovo CFO. IHS -7,34%. La società di ricerca e analisi dati ha rivisto al ribasso le stime per l’esercizio fiscale 2015. L’utile per azione è atteso ora tra 5,77 e 5,97 dollari su ricavi compresi tra 2,27 e 2,31 miliardi. Nella precedente guidance l’Eps era stimato a 6,10-6,30 dollari su ricavi per 2,36-2,40 miliardi. Nel primo trimestre l’utile adjusted si è attestato a 1,36 dollari per azione, in linea con le attese. Sono cresciuti meno del previsto invece i ricavi a 546,3 milioni (+4%) contro i 552,7 milioni stimati dagli analisti. Europa Chiusura in rialzo, ieri, per le principali Borse europee, sostenute dall’indice Pmi della zona euro che si è portato sui massimi a quattro anni. La migliore Piazza finanziaria del Vecchio continente è stata Milano con il Ftse Mib che ha guadagnato circa l’1,20%, seguita a ruota dall’indice spagnolo Ibex che ha mostrato una crescita dell’1,10 per cento. Positivo anche il Dax e il Cac40 che hanno guadagnato rispettivamente lo 0,92% e lo 0,67 per cento. Tra i pochi segni meno quello della Borsa di Londra, con il Ftse 100 che ha perso lo 0,28%. In miglioramento l’attività manifatturiera in Francia e Germania. In primo piano rimane il capitolo Grecia. Al termine del bilaterale di Berlino, Angela Merkel e Alexis Tsipras si sono detti pronti a collaborare. Entro lunedì il governo ellenico presenterà la lista di riforme a Bruxelles necessarie per sbloccare gli aiuti. Italia Il Ftse Mib segna -0,19%, il Ftse Italia All-Share -0,12%, il Ftse Italia Mid Cap +0,40%, il Ftse Italia Star +0,16%. Piazza Affari ieri ha chiuso in rialzo dopo un avvio debole sotto il peso dei deludenti segnali arrivati dall’attività manifatturiera cinese. Il listino milanese ha invertito la rotta dopo i Pmi della zona euro: in particolare l’indice composto di marzo è salito da 53,3 punti a 54,1 punti, aumentando per il quarto mese consecutivo e sui massimi dal maggio del 2011. L’indice Ftse Mib ha guadagnato l’1,19% a 23.333 punti. Acquisti sui titoli del comparto bancario: Montepaschi ha guadagnato il 5,52% a 0,621 euro, Popolare di Milano il 2,12% a 0,959 euro, Intesa SanPaolo il 3,42% a 3,2 0 euro, Mediobanca il 2,81% a 8,96 euro, Ubi Banca l’1,33% a 7,205 euro, Unicredit l’1,43% a 6,36 euro. Debole il Banco Popolare (-0,27% a 14,49 euro) in scia alla bocciatura incassata da Ubs. Gli analisti hanno tagliato il giudizio sulla banca scaligera a neutral dal precedente buy.


I dati macro attesi oggi Mercoledì 25 marzo 2015 08:45 FRA Indice fiducia imprese mar; 10:00 GER Indice IFO (fiducia imprese) mar; 10:00 ITA Bilancia Commerciale non-UE (feb); 13:30 USA Ordini beni durevoli feb; 15:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati.