Export, tutti i segreti sulla missione delle aziende campane a Dubai

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In foto Francesco Corbello

Presentata oggi, nel corso di un convegno ad Aversa, la «Missione per l’internazionalizzazione delle imprese della Regione Campania» che si terrà a Dubai dal 28 settembre al 3 ottobre prossimi, organizzata dall’Ordine dei commercialisti di Napoli Nord – organismo presieduto da Antonio Tuccillo – in collaborazione con «The Corporate Group» una società di consulenza degli Emirati Arabi Uniti che dal 1967 svolge a Dubai attività a sostegno della internazionalizzazione della espansione delle imprese sui mercati arabi. Tra i relatori, il dottore commercialisti Francesco Corbello, che ricopre l’incarico dei «Strategic Partner Dubai – Fdi Government of Dubai» per l’attrazione degli investimenti esteri, autorizzato a costituire società di diritto emiratino in Italia.

Dottor Corbello, come nasce la Sua specializzazione in materia di internazionalizzazione e, in particolare, negli Emirati Arabi Uniti

Nel 2003 ho avuto l’opportunità di seguire uno studio di fattibilità per lo sviluppo dell’agricoltura negli Emirati Arabi e in quella sede ho conosciuto il Prof. Abdallah Raweh, cardiochirurgo emiratino e Presidente dell’Associazione amicizia Italia-Uae; dunque, ho avviato un percorso che mi ha gradualmente introdotto nel Paese permettendomi di conoscere illustri personalità locali. Da allora, ho sempre collaborato con diverse Autorità governative emiratine ed attualmente ricopro l’incarico di Strategic partner del Governo di Dubai per l’attrazione degli investimenti esteri e sono autorizzato a costituire società di diritto emiratino in Italia. Inoltre, sono l’unico italiano iscritto nel registro dei liquidatori e curatori fallimentari del Dubai International Financial Centre ponendo le basi per continuare negli Emirati il lavoro che solitamente svolgo in Italia. E nel 2014, cosa della quale vado fiero, da tifoso, sono stato incaricato dal Governo di Dubai di organizzare una gara in Italia del mondiale di offshore Xcat e, naturalmente, scelsi Napoli; in quell’occasione ho riportato Maradona a Napoli quale testimonial e la gara interamente sponsorizzata dal Governo di Dubai senza un solo euro di contribuzione pubblica. La gara è stata trasmessa er 12 mesi sui voli Emirates e in tutti i Paesi Arabi.

L’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Napoli Nord si appresta ad affrontare la missione internazionale a Dubai dal 28 settembre al 3 ottobre prossimi. Dottor Corbello, Lei dal Sud Italia è stato il precursore dei primi contatti con Dubai. Cosa si aspetta da questa missione?

I colleghi del Consiglio dell’Ordine di Napoli nord, con i miei amici e consiglieri delegati Vincenzo Natale ed Emanuele Carandente, hanno sicuramente avuto una idea abbastanza innovativa nell’approccio all’internazionalizzazione ovvero aprire le porte ad una esperienza professionale per i dottori commercialisti i quali avranno l’opportunità di accompagnare i propri clienti in una Missione ed in incontri di affari, partecipando altresì al “Dubai Investment Week” ovvero l’iniziativa del Governo di Dubai nella quale si discute sui futuri piani di sviluppo dell’Emirato e dove è possibile un contatto diretto con le principali Autorità governative e gruppi imprenditoriali emiratini. Questo approccio, dunque, permette l’internazionalizzazione non solo delle imprese ma anche dei professionisti che vogliono offrire questo tipo di servizio, ormai indispensabile, ai propri clienti.

Quanto è importante essere presenti all’estero per un’azienda o negli Emirati?

Oggi l’internazionalizzazione costituisce un punto fermo per lo sviluppo ed è ormai noto che le imprese internazionalizzate tendono a mostrare, rispetto alle aziende più concentrate sul mercato domestico, migliori performance in termini di fatturato e di redditività del capitale investito. Gli Emirati Arabi Uniti costituiscono il principale centro degli affari e dei servizi per il Medio Oriente e Nord Africa (MENA), subcontinente indiano e dei paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI – confederazione attualmente composta da 9 delle 15 repubbliche dell’ex Unione Sovietica n.d.r.). Dubai, in particolare, consente di raggiungere 2,4 miliardi di consumatori nelle aree sopra indicate in 4-5 ore di volo grazie alla presenza Emirates Airline che collega Dubai a oltre 150 città del mondo. Con la loro presenza a Dubai, dunque, le imprese occupano una posizione ottimale per raggiungere detti mercati più velocemente di chiunque altro competitor. Le zone franche e distretti industriali nell’emirato di Dubai offrono le migliori international practices in materia di esportazione competitiva e logistica.

Come professionista del settore rileva differenze tra Nord e Sud nell’approccio specifico a questo argomento?

Alcuna differenza tra Nord e Sud. Se mi è consentito, quello che noto è spesso, fortunatamente non sempre, la mancanza di cultura sul tema tra i nostri imprenditori che cercano il ritorno immediato, vogliono raggiungere il mercato estero mediante “conoscenze” o vogliono andare a “colpo sicuro”. Invece, la crescita sui mercati internazionali deve avvenire mediante piani di sviluppo ben strutturati, analisi di mercato ed una “entry strategy” che guardi a medio termine.

E questo secondo Lei è possibile anche per le piccole e medie imprese?

Sicuramente, anche se i limiti dimensionali rappresentano un ostacolo. Ma è proprio questa la sfida! Pensi che oltre il 97% delle nostre imprese sono Micro-imprese le quali, secondo i parametri UE, hanno un volume di affari inferiore a 2 milioni di Euro, meno di 10 dipendenti ma con prodotti eccellenti che tutto il mondo ci invidia. E sono proprio queste imprese, spina dorsale della nostra economia, che vanno accompagnate e sostenute sui mercati esteri.

E come fare?

Per queste aziende diventa determinante il sostegno pubblico che, per la verità, sino a oggi è stato alquanto inefficace; pensiamo, ad esempio, ai voucher per i Temporary Export Manager (TEM) per i quali sono stati investiti dal nostro Governo oltre 100 milioni di euro con finanziamenti a pioggia che, a mio avviso, non hanno portato nulla in termini concreti di sviluppo reale per le imprese; più efficace lo strumento messo a punto dalla Regione Campania, che finanzia l’apertura di sedi all’estero per 12 mesi e operazioni di incoming di operatori esteri, anche se andrebbe velocizzato l’iter di approvazione eliminando l’asincronia tra i tempi impiegati per l’esame della domande e le esigenze delle imprese nell’attuazione dei piani di sviluppo.

Concludendo, cosa può consigliare ai nostri imprenditori

Oggi anche la piccola e media impresa, se vuole rimanere competitiva, è obbligata a ricercare nuovi mercati di sbocco. Tra i problemi più frequenti legati alla crescita delle imprese italiane, come detto, vi è la scarsa cultura all’internazionalizzazione e la circostanza che nelle iniziative vengono impegnati dagli imprenditori o troppi soldi spesi molto male oppure pochi soldi con aspettative assolutamente sproporzionate rispetto a quanto investito.

L’internazionalizzazione, invece, deve essere vissuta come una decisione importante e complessa che richiede, con la dovuta gradualità, un effettivo progetto di cambiamento della cultura economica d’impresa. La decisione di spingersi all’estero deve nascere da attente e prudenti valutazioni sui punti di forza e di debolezza che l’azienda possiede, muovendo correttamente il primo passo. È di fondamentale importanza individuare figure professionali affidabili, capaci di valutare e orientare al meglio le scelte strategiche per dare successo al progetto di inserimento sui mercati internazionali.