Evasione fiscale per la prima volta sotto i 100 miliardi di euro

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Alla fine, dopo le polemiche di fine settembre sull’omissione del Governo Draghi, la relazione sull’evasione fiscale e contributiva allegata alla Nadef viene pubblicata. Per la prima volta, la soglia reale e psicologica scende sotto i 100 miliardi di euro l’anno. I dati sono riferiti al 2019 e segnalano che il cosiddetto tax gap, ovvero la differenza tra il denaro dovuto e quello versato allo Stato, è di 99,2 miliardi:
– 86,5 miliardi di imposte evase;
– 12,7 miliardi di contributi non pagati.
Si tratta del 3 per cento in meno rispetto all’anno precedente, e riguarda tutte le imposte, compreso il canone Rai. Un buon risultato, complessivamente, se non fosse che la montagna di soldi che manca all’appello è sottratta alla collettività.

Indicatori in discesa
In prospettiva la situazione dovrebbe migliorare, stando almeno agli obiettivi del Pnrr che fissano la riduzione della propensione all’evasione del 5 per cento entro il 2023, e del 15 per cento entro il 2024. Vale a dire ridurre di 12 miliardi di euro l’evasione fiscale. Restando ai dati della relazione, le note più dolenti riguardano l’Irpef, l’imposta sulle persone fisiche, che risulta la più evasa.
Il gettito mancante è di 32,25 miliardi:
– 68,7 per cento dovuto da autonomi e imprese;
– 2,8 per cento da lavoro dipendente irregolare.
La tendenza è decisamente in crescita se si considera che nel 2015 l’Irpef di autonomi e imprese è evasa al 65,1 per cento.