L’evasione fiscale in Italia, una piaga endemica che drena risorse preziose all’erario, mostra promettenti segnali di regressione. A dirlo è il tax gap: la differenza tra le imposte dovute e quelle effettivamente versate, che funge da termometro dell’evasione.
I dati pubblicati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) rivelano infatti una significativa contrazione del fenomeno. Il tax gap, che nel 2020 ammontava a 85 miliardi di euro, è sceso a 82 miliardi nel 2021. Questo risultato, conseguito in anticipo rispetto alle tempistiche stabilite dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), conferma la bontà delle strategie adottate. Anche la propensione all’evasione, la percentuale di imposta evasa sul totale dovuto, ha registrato un calo passando dal 17% al 15%.
L’IRPEF e le altre imposte: un’analisi del tax gap
L’IRPEF rimane il tributo più esposto all’elusione, soprattutto per i lavoratori autonomi. Nel 2021, l’evasione IRPEF da parte di questa categoria ha superato i 29 miliardi di euro, con una propensione all’evasione del 66,8%. Questo dato allarmante evidenzia la complessità del problema e la necessità di interventi mirati.
La natura stessa del lavoro autonomo, con una minore tracciabilità dei redditi rispetto ai lavoratori dipendenti, rende più difficoltoso il monitoraggio e il contrasto all’evasione. Per i lavoratori dipendenti, l’evasione è sensibilmente inferiore, attestandosi al 2,3% del gettito previsto, principalmente a causa del lavoro nero e dei contratti non interamente dichiarati.
Anche l’IVA e l’IRES presentano perdite considerevoli per l’erario. L’evasione IVA si aggira sui 17,8 miliardi di euro, mentre il gap IRES raggiunge i 7,9 miliardi. Le modalità elusive in questi ambiti sono molteplici, variando dalla mancata emissione di scontrini e fatture all’utilizzo di sofisticati sistemi di frode, come le frodi carosello.
Immobiliare e beni strumentali: come le aziende cercano di evadere il fisco
Un segnale positivo per l’abbattimento dell’evasione giunge dal settore delle locazioni, dove il fenomeno ha subito una marcata riduzione, attestandosi a 222 milioni di euro già nel 2021 come effetto di un calo costante, attribuibile a diversi fattori. L’introduzione della cedolare secca ha certamente incentivato la regolarizzazione dei contratti di affitto, offrendo ai proprietari una tassazione più semplice e vantaggiosa. Inoltre, l’incremento dei controlli e la digitalizzazione delle informazioni relative agli immobili hanno reso più difficile occultare i redditi da locazione.
La crescente diffusione dei pagamenti tracciabili per gli affitti contribuisce ulteriormente a questo obiettivo. Tuttavia, il settore immobiliare rimane un ambito da monitorare attentamente, in particolare per quanto riguarda le locazioni turistiche di breve durata, che spesso sfuggono ai controlli.
Per lungo tempo inoltre le aziende hanno sfruttato la classificazione degli autocarri aziendali come “beni strumentali per natura” nel tentativo di eludere le normative fiscali. Veicoli utilizzati principalmente per il trasporto di persone venivano immatricolati come autocarri per beneficiare di agevolazioni fiscali più vantaggiose, come la deducibilità totale dei costi.
Per contrastare questa pratica diffusa, sono state introdotte nuove norme che mirano a identificare e sanzionare i “falsi autocarri”. In particolare, l’analisi del rapporto peso/potenza e la verifica della destinazione d’uso del veicolo (riportata sul libretto di circolazione) permettono di distinguere tra autocarri effettivamente utilizzati per l’attività aziendale e veicoli impropriamente immatricolati per ottenere indebiti vantaggi fiscali. Questa normativa più stringente ha contribuito a ridurre l’evasione in questo settore, incentivando una maggiore correttezza da parte delle aziende.
Nuove tecnologia e strategie per il futuro della lotta all’evasione
L’innovazione tecnologica nel sistema fiscale rappresenta un’arma potente contro l’evasione. La fatturazione elettronica, obbligatoria dal 2019, ha aumentato la tracciabilità delle transazioni, rendendo più arduo occultare le vendite. Anche gli scontrini elettronici contribuiscono a questo scopo, limitando le transazioni in nero.
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dei big data consente all’Agenzia delle Entrate di analizzare enormi quantità di dati, individuando anomalie e schemi di evasione che sarebbero difficilmente rilevabili con i metodi tradizionali. Oltre a questi strumenti, l’implementazione di piattaforme digitali per la gestione delle imposte e l’interconnessione delle banche dati delle diverse amministrazioni pubbliche contribuiscono a rendere più trasparente e efficiente il sistema fiscale, riducendo le opportunità di evasione.
Il confronto con l’Europa evidenzia che l’Italia, pur avendo compiuto notevoli progressi, ha ancora margini di miglioramento. Il tax gap italiano, pari al 10,8% nel 2021, è superiore alla media europea del 5,3%. Nonostante ciò, l’Italia ha registrato la più consistente riduzione del tax gap tra i paesi europei negli ultimi anni, a riprova dell’efficacia delle misure implementate.
Tra le strategie di contrasto all’evasione più efficaci in questo senso ci sono controlli fiscali più mirati ed efficienti, ma anche la semplificazione del sistema tributario e la presenza di maggiori incentivi per le aziende che scelgono di utilizzare pagamenti tracciabili.
La strada sembra quindi tracciata: per consolidare i traguardi raggiunti e avvicinarsi alla media europea, è fondamentale continuare a investire in innovazione tecnologica, rafforzando i controlli e promuovendo una cultura di trasparenza e legalità fiscale.