A cura di Antonio Arricale L’Eurozona sta ripartendo con più convinzione, i segnali si vedono e anche se l’inflazione resterà bassa fino a fine anno la Bce è più fiduciosa rispetto a A cura di Antonio Arricale L’Eurozona sta ripartendo con più convinzione, i segnali si vedono e anche se l’inflazione resterà bassa fino a fine anno la Bce è più fiduciosa rispetto a tre-quattro mesi fa, grazie al Qe che sta mostrando i suoi risultati positivi: è ottimista il presidente dell’Eurotower Mario Draghi nelle tre ore di audizione davanti alla commissione economica del Parlamento europeo, appuntamento fisso in cui fa il punto della situazione economica della zona euro. Ma nonostante la ritrovata fiducia, Draghi mette in guardia i Governi: l’intervento della Bce non deve distrarli, devono fare la loro parte con politiche e riforme pro-crescita per rimettere l’economia sul giusto binario. “La crescita sta guadagnando slancio. La base per la ripresa economica nella zona euro si è chiaramente rafforzata, ciò è dovuto alla caduta del prezzo del petrolio, alla ripresa della domanda esterna e al deprezzamento dell’euro“, ha spiegato Draghi in apertura del suo intervento, ricordando che la Bce ha già aggiornato al rialzo di 0,5 e 0,6 punti le stime di crescita 2015 e 2016. Certo, chiarisce, “l’inflazione resterà molto bassa o negativa nei mesi a venire perché la caduta dei prezzi del petrolio continuerà a influenzare i dati fino a fine anno, ma il tasso ricomincerà ad aumentare gradualmente a fine anno“, sostenuto dalla domanda aggregata, dall’impatto del tasso di cambio dell’euro più basso e dal rialzo del petrolio. Un “fattore chiave” per la piena ripresa dell’Eurozona e per assicurare che l’inflazione non sia “troppo bassa per troppo tempo“, è “l’extra stimolo” che la Bce ha introdotto a gennaio. Una decisione che già sta dando i suoi frutti e si riflette nella vita dei cittadini europei: “Siamo più fiduciosi di 3-4 mesi fa, la politica monetaria si sta trasmettendo all’economia reale“, ha detto Draghi, spiegando che “i segnali ci sono“, ad esempio, “è ripreso il flusso del credito alle pmi“. Più in generale, vanno registrati anche i segnali di distensione tra Atene e Berlino. L’incontro di ieri tra la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il primo ministro greco, Alexis Tsipras, ha rappresentato un piccolo passo in avanti verso il disgelo delle relazioni politiche tra Grecia e Germania. Anche se, in concreto, poco è cambiato. Rimane il rischio liquidità per il Paese ellenico mentre si attende l’elenco dettagliato delle riforme da parte di Atene affinché vengano sbloccati gli aiuti. In questo delicato scenario, non passa inosservato un articolo della Bundesbank, pubblicato ieri in occasione del bollettino mensile, sul futuro dell’Unione monetaria europea e sul la necessità di cambiare approccio nell’affrontare le crisi. E sempre a proposito della vicenda del debito greco, non passano certamente inosservate le parole di George Soros, il miliardario investitore e fondatore del Quantum Fund uno degli hedge fund più grandi del mondo. “Le possibilità che la Grecia lasci l’euro, andando in malora, sono del 50%”, ha detto. “La Grecia sta conducendo un gioco destinato a perdere e la cosa migliore che possa capitarle è cavarsela”, ha aggiunto. “Quello di Atene è un problema che si è protratto troppo a lungo ed è stato mal gestito in tutte le sue componenti”. Secondo Soros il governo del primo ministro greco Alexis Tsipras deve convincere i suoi creditori ad accettare un nuovo pacchetto di misure economiche, affinché sblocchino gli aiuti finanziari a lungo trattenuti e che permetteranno al paese di rimanere a galla. “I negoziati tra il governo di Tsipras e le istituzioni europee che dovrebbe aiutare il rilancio dell’economia greca, cioè Commissione europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale, malgrado le apparenze, potrebbero arrivare ad una rottura, che porterebbe il paese a lasciare la moneta comune”, ha detto il miliardario. “Si potrebbe continuare a far pagare gli interessi alla Grecia, senza far rientrare il debito”, ha aggiunto. “Nel frattempo però non ci sarà mai alcun avanzo primario, perché la Grecia sta andando economicamente in malora. In questo momento siamo alla cuspide di tutti i problemi e posso vedere entrambe le possibilità“, ha detto. Infine, una stoccata anche alle politiche monetarie della Bce. “L’inizio di allentamento quantitativo da parte della BCE in un momento in cui la Federal Reserve degli Stati Uniti sta considerando di alzare i tassi di interesse crea fluttuazioni valutarie, dannose per una stabilizzazione dei parametri economici”, ha commentato Soros. Borse asiatiche Borse asiatiche sotto tono questa mattina dopo il dato macro cinese che ha evidenziato un rallentamento della crescita della seconda economia mondiale. Il Nikkei ha ceduto lo 0,21%, Hong Kong arretra dello 0,3% mentre Shanghai si muove attorno alla parità. In lieve rialzo Seoul che ha chiuso gli scambi con un progresso dello 0,23% così come la borsa australiana. Dopo il ritorno in febbraio sopra la soglia che separa crescita da contrazione, l’attività manifatturiera in Cina in marzo è scesa di nuovo sotto 50 punti, al livello più basso degli ultimi 11 mesi. La lettura preliminare del Purchasing Managers’ Index (Pmi) elaborato da Markit/Hsbc, infatti, si è attestata a 49,2 punti contro la lettura finale di 50,7 punti dello scorso mese e a fronte di attese degli analisti per 50,6 punti. Sempre in Cina l’indice anticipatore, elaborato dal Conference Board, ha segnato in febbraio un progresso dell’1,5% a 317,6 punti, dopo l’incremento in gennaio dello 0,5% (rivisto al ribasso dallo 0,9%) e quello dello 0,9% in dicembre (rivisto dall’1,1%), con cinque dei sei sottoindici che hanno contribuito alla crescita. L’indice di coincidenza ha segnato invece un declino dello 0,7% a 266,8 punti in febbraio dopo il calo dello 0,4% di gennaio e il progresso dell’1,3% in dicembre (entrambi i dati rivisti rispetto alle precedenti letture). In Giappone è proseguita anche in marzo la ripresa della fiducia delle Pmi. Secondo il sondaggio pubblicato dalla Shoko Chukin Bank, infatti, la fiducia delle piccole e medie imprese è salita in marzo a 49,9 pu nti da 46,5 punti di febbraio (46,3 in gennaio, livello minimo in nove mesi), ben oltre i 48 punti del consensus. Per aprile la stima è di un declino a 48,9 punti. L’indice Pmi stilato da Markit/Jmma resta ancora sopra la soglia di 50 punti, che separa crescita da recessione, anche nella lettura preliminare relativa a marzo, ma il dato segna un ulteriore rallentamento a 50,4 punti, ben al di sotto dei 52,0 punti attesi dagli economisti. La lettura finale di febbraio si era attestata a 51,6 punti (52,2 punti quella di gennaio). Il sottoindice dell’output scende parimenti ai minimi di cinque mesi a 52,0 punti da 53,5 punti della lettura finale di febbraio (52,7 punti in gennaio). Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,06%, l’S&P 500 lo 0,17% e il Nasdaq Composite dello 0,31%. Il listino tecnologico ha interrotto una serie positiva lunga cinque sedute. A frenare l’azionario Usa è stato il deludente dato sul settore immobiliare. Le vendite di abitazioni esistenti a febbraio sono cresciute dell’1,2% rispetto a gennaio, a 4,88 milioni. Il dato è risultato inferiore al consensus fissato su un incremento dell’1,7%. Europa Le principali Borse europee hanno aperto la seduta poco mosse. Il Cac40 di Parigi guadagna lo 0,2%, l’Ibex35 di Madrid lo 0,3%. Sulla parità il Dax30 di Francoforte e il Ftse100 di Londra. Italia Il Ftse Mib segna +0,17%, il Ftse Italia All-Share +0,22%, il Ftse Italia Mid Cap +0,54%, il Ftse Italia Star +0,30%. Ottima performance per FCA (+2,4%) che annulla con gli interessi le perdite del giorno prima. L’indice EURO STOXX Automobiles & Parts è in leggero rialzo (+0,5% circa) dopo il quasi -3% della seduta precedente. In rialzo anche Brembo (+2,3%) e Sogefi (+1,5%). Sale ancora Pirelli (+0,5%). Unicredit (+0,4% a 6,30 euro) in leggero rialzo. Secondo indiscrezioni di stampa il principale azionista, il fondo Aabar Investments (Abu Dhabi), sta per lanciare un bond convertibile in azioni di Piazza Cordusio da 2 miliardi di euro. Banca Akros ha alzato il target di Unicredit da 6,30 a 6,60 euro, ma ha peggiorato la raccomandazione da BUY a HOLD. In verde MPS (+0,3%) su varie indiscrezioni riportate dalla stampa: si spazia dalla ricerca del successore del presidente Alessandro Profumo, che lascerà dopo l’aumento di capitale, al tema del riassetto della rete commerciale. L’azionista Alessandro Falciani (1,7% del capitale) ha dichiarato a Repubblica che per una eventuale fusione potrebbero essere in lizza sia soggetti italiani che stranieri. Non si ferma il rally di Saras (+4,2% a 1,42 euro) che, dopo aver superato le resistenze strategiche a 1,30/1,32 euro si dirige verso i primi target a 1,50 almeno, con obiettivi successivi a 1,60 e 1,80. Sale Beni Stabili (+2,7% a 0,7490 euro): BofA-Merrill Lynch ha avviato la copertura sul titolo con raccomandazione BUY e target a 0,81 euro. Arretra Salvatore Ferragamo (-1,1% a 29,29 euro), penalizzata dalla decisione degli analisti del broker Bryian Garnier di tagliare la raccomandazione sul titolo a NEUTRAL da BUY. Il target price viene però alzato a 30 euro da 26,50 euro. Ieri il gruppo fiorentino ha esteso per ulteriori cinque anni l’accordo di licenza con Marchon Eyewear per la progettazione, la distribuzione, la promozione e la vendita in tutto il mondo di occhiali da sole e montature per occhiali da vista per uomo e donna con il marchio Ferragamo. In rosso Banco Popolare (-1,2% a 14,36 euro): UBS ha rivisto al ribasso la raccomandazione sul titolo a NEUTRAL da BUY. Il target price sale invece a 15 euro da 14,5 euro.
I dati macro attesi oggi Martedì 24 marzo 2015 02:35 GIA Indice PMI manifatturiero (flash) mar; 02:45 CINA Indice PMI HSBC manifatturiero (flash) mar; 09:00 FRA Indice PMI manifatturiero (prelim.) mar; 09:00 FRA Indice PMI servizi (prelim.) mar; 09:30 GER Indice PMI manifatturiero (prelim.) mar; 09:30 GER Indice PMI servizi (prelim.) mar; 10:00 EUR Indice PMI composito (prelim.) mar; 10:00 EUR Indice PMI manifatturiero (prelim.) mar; 10:00 EUR Indice PMI servizi (prelim.) mar; 10:00 ITA Indice salari contrattuali feb; 10:30 GB Inflazione feb; 10:30 GB Indice prezzi alla produzione feb; 13:30 USA Inflazione feb; 14:00 USA Indice prezzi abitazioni (FHFA) gen; 14:45 USA Indice PMI manifatturiero (prelim.) mar; 15:00 USA Vendite abitazioni nuove feb.