Euro meno caro, in Usa boom del made in Italy

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Battuta d’arresto ad ottobre, rispetto al mese precedente, per il Made in Italy extra Ue, ma grazie al rallentamento delle importazioni i nostri conti con l’estero registrano il saldo mensile più Battuta d’arresto ad ottobre, rispetto al mese precedente, per il Made in Italy extra Ue, ma grazie al rallentamento delle importazioni i nostri conti con l’estero registrano il saldo mensile più alto dal gennaio 1993. È la meccanica italiana a rilevare il maggior tasso di contrazione congiunturale, anche se, guardando agli andamenti su base annua, i beni strumentali rilevano un aumento di quasi il 4 per cento. “Guardando le cose sul medio periodo si confermano le buone performance del comparto dei beni strumentali fuori dall’Unione – osserva Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi la settimana scorsa – a testimonianza della capacità delle imprese del settore di riuscire a intercettare la fase di crescita per quanto moderata fuori dall’Europa. È poi confortante registrare lo sviluppo continuo dell’export negli Stati Uniti, primo nostro sbocco al di fuori dell’Europa e terzomercato in assoluto”. “Qui può averci aiutato – continua il segretario generale di Assocamerestero – anche la flessione dell’euro registrata negli ultimi mesi che ci porta verso ragioni di scambio più realistiche nei confronti del dollaro. Molto positivo è, inoltre, l’avanzo del Made in Italy posto che, al netto della componente energetica, nei primi dieci mesi è pari a circa 54 miliardi di euro”.