Euro digitale, Leibbrandt (Cls): attenzione, ordine Trump pesa

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Roma, 28 gen. (askanews) – Il presidente del Cda di Cls, piattaforma chiave sui servizi di regolazione del mercato valutario (Forex), ha lanciato un monito rispetto all’ipotesi di avventurarsi sulla creazione di valute digitali delle banche centrali (Cbdc) in un sistema globale che resta basato sul dollaro, mentre negli Usa l’amministrazione Trump ha emanato un divieto in tal senso. “L’ordine esecutivo di Trump è rilevante. Se gli Usa non si muoveranno verso una Cbdc, forse dovremmo pensarci un po’”, ha affermato Gottfried Leibbrandt, già amministratore delegato dalla piattaforma Swift, nel suo intervento oggi a una conferenza sulle infrastrutture dei sistemi di pagamento organizzata dalla Banca di Francia.

“Di sicuro non possiamo sovrastimare l’importanza del dollaro. Che piaccia o no, abbiamo un sistema finanziario basato sul dollaro. Tutti gli scambi valutari vengono regolati con il dollaro. Il 90% di tutti i crediti documentati sulla piattaforma Swift è in dollari. Metà dei pagamenti trasfrontalieri sono denominati in dollari – ha rilevato Leibbrandt -. Metà dei mercati azionari e obbligazionari del mondo sono in sono statunitensi. Cioè i mercati Usa per bond e azioni sono grandi quanto quelli di tutto il resto del mondo messi assieme. E potrei andare avanti”.

Alla stessa conferenza è intervenuto Piero Cipollone, il componente del Comitato esecutivo della Bce che ha la delega su sistemi di pagamento e euro digitale, che invece è il più forte sostenitore della necessità di procedere all’adozione di quest’ultimo, indipendentemente dalle mosse Usa. Secondo Cipollone, anzi, l’ordine di Trump rende più impellente “per tutti gli altri” rafforzare la collaborazione su queste materie.

In Europa i sistemi di pagamento restano frammentati e la digitalizzazione, i sistemi a registro distribuito (Dlt) e le Stablecoin – che sono prevalentemente basate sul dollaro – “rischiano di accelerare e accentuare questa frammentazione”, ha detto Cipollone. “Questo è il motivo per cui la Bce si sta muovendo per fornire una valuta per l’era digitale. Questo è il motivo per cui ci serve sia l’euro digitale, per le transazioni al dettaglio, sia una soluzione adatta per il regolamento delle operazioni all’ingrosso su Dlt”, i sistemi a registro distribuito.

Secondo Cipollone “entrambe le soluzioni aiuteranno la moneta della Banca centrale a restare rilevante nell’era digitale e le banche a restare al centro del sistema dei pagamenti. La stabilità finanziaria – ha ricordato – richiede un asset privo di rischio per il regolamento (delle transazioni-ndr) e un forte sistema bancario per distribuirlo”.

Il tema dell’adozione di un euro digitale a livello di Bce e di Eurosistema delle banche centrali era oggetto di discussione e dibattito già prima del dirompente ordine esecutivo di Trump. E’ contenuto nel dispositivo che afferma di voler assicurare “la leadership (Usa) sulla sulle tecnologie finanziarie digitali”. E dispone in modo non equivoco che viene “proibito alle agenzie federali qualunque azione per stabilire, emettere o promuovere valuta digitale della banca centrale (Cbdc)”.

Finora i lavori per procedere verso l’euro digitale sono andati avanti a livello della Bce e della Commissione europea, mentre sono sembrati avanzare più a rilento a livello di Parlamento europeo.

La mossa di Trump potrebbe suggerire agli eurodeputati di soppesare con ulteriore cautela questa partita. O almeno questo è quello che sembrava ventilare il presidente del Cda di Cls quando rimarcava con insistenza il fatto che il sistema finanziario globale resta basato sul dollaro. “Un giorno potrebbe cambiare, ma al momento questa è la realtà e questo significa che per muovere questo sistema su un registro comune temo che dovrà essere col dollaro. E l’ordine esecutivo di Trump è rilevante. Se gli Usa non si muoveranno verso una Cbdc – ha avvertito Leibbrandt – forse dovremmo pensarci un po’”. (fonte immagine: Banque de France).