Eterna Madre, al Pio Monte il dialogo (im)possibile tra Caravaggio e le Matutae

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A quanto pare esistono fili sottili, itinerari simbolici che solo l’arte riesce a tessere o percorrere. E così accade che si istauri tra due opere, lontane per epoche e provenienze, stile e spinte creative, un dialogo serrato quanto inaspettato. Ieri, martedì 20 dicembre 2016, il Pio Monte della Misericordia è diventato testimone di quel dialogo. Nella splendida chiesa del complesso, già custode di uno dei più celebri dipinti del Caravaggio, Le Sette Opere di Misericordia, sarà infatti ospitata fino a venerdì 30 giugno 2017  una Mater Matuta concessa in prestito dal Museo Provinciale Campano di Capua, custode della più significativa collezione di Matres, con la valutazione scientifica di Gianluca De Rosa.

A darle il benvenuto, con l’evento Le Matres Matutae – Madre che aiuta Madre da aiutare, è stato in primis Alessandro Pasca di Magliano, Soprintendente del Pio Monte della Misericordia, sottolineando quanto possa essere feconda una collaborazione tra le due istituzioni: “La Mater Matuta, posizionata di fronte alla Madre Celeste del Caravaggio, quasi da Essa fosse illuminata, sarà motivo di interesse culturale per un numero crescente di visitatori, che saranno portati ad approfondirne la storia ed a visitare il Museo Campano, che è la sede che ospita la grande collezione di Matres Matutae.” 

Le Matres Matutae sono raffigurazioni scultoree in tufo grigio, collocabili tra IV e il II secolo a.C., rappresentanti madri in seduta con in braccio i propri figlioletti da presentare alla divinità, in un gesto che a tratti supera il suo valore propiziatorio per inscriversi nel grande archetipo della madre. Ecco quanto appare significativa la collocazione di una di quelle rappresentazioni di fronte la Vergine della Misericordia dipinta secoli dopo dal Merisi, una Vergine che, con in braccio il proprio figlioletto, presentandolo all’umanità, si scorge misericordiosamente sul mondo. 

Questa duplice identità non dà luogo ad alcuna ambiguità o contraddizione“, spiega Pier Luigi Rocco di Torrepadula, Governatore al Patrimonio Storico Artistico del Pio Monte, e continua: “Fare cultura significa, infatti, ampliare la conoscenza della realtà in cui si opera e, dunque, acuire la percezione della criticità umana e sociale in essa presenti; da che non può che procedere forte ed importante stimolo per tutte le volontà, le energie (ed anche le fantasie) che si pongono l’obiettivo di un progressivo miglioramento“. Il complesso ospiterà per l’occasione le fotografie di Luciano Ferrara che ha catturato alcuni tra i più stimolanti luoghi culturali della città di Capua, raccontati in una sintesi suggestiva da Giulio Pane, nonché l’intensità espressiva delle Matres Matutae. Nei suoi scatti le figure emergono da un fondo nerissimo che non solo accompagna l’occhio lungo la trama del tufo, i solchi intagliati dallo scalpello, la solida espressività dei soggetti, ma conduce le sculture in una dimensione altra, quasi in sospensione. Le Matres appaiono come sospese nel tempo, custodi eterne di fecondità, architetti della vita.

La serata di ieri, resa ancor più suggestiva da un evento musicale, a cura della dott.essa Francesca Barrella e con la regia di Fabio Cocifoglia, ha visto il mezzosoprano Rosalba Raia, accompagnata al violino da Giovanni Borrelli e all’arpa da Lucia di Sapio, esibirsi nella chiesa del Pio Monte. E mentre la sua voce scivolava lungo le pareti marmoree del complesso, al passo di danzatrici che rendevano omaggio alla Mater, quelle due opere uniche, lontane per epoche e provenienze, stile e spinte creative, iniziavano il loro straordinario dialogo.