Esportazioni, flessione sui mercati Extra Ue

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Segna il passo a giugno l’export italiano nei Paesi Extra-UE (meno 1,6 per cento rispetto a maggio 2015, nei dati destagionalizzati), confermando lo stop and go degli ultimi mesi. Il calo interessa tutte le tipologie di beni, ad eccezione dell’energia (più 12,3 per cento). A fronte di questa riduzione, appaiono invece in controtendenza le importazioni, aumentate nello stesso periodo del 5,4 per cento.Gaetano Fausto EspositoIl calo delle esportazioni era in parte prevedibile guardando alla lieve flessione registrata dall’andamento degli ordinativi esteri nel periodo aprile-maggio (meno 0,2 per cento). In prospettiva però, la presenza di alcuni fattori – quali l’incremento delle importazioni, giustificato dalla necessità di acquistare beni da utilizzare nei processi produttivi per stimolare l’attuale fase di ripresa, la svalutazione dell’euro rispetto al dollaro e le ottime performance su un mercato traino come quello statunitense – lasciano intravedere buone possibilità di recupero di posizioni su questi mercati per le aziende italiane”, sottolinea Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi. Nel lungo periodo si mantengono comunque in territorio positivo le esportazioni italiane, con una crescita nel primo semestre 2015 del 6,2 per cento su base annua ed un incremento del surplus della bilancia commerciale pari a 4,6 miliardi di euro, per un valore complessivo di circa 14 miliardi. Al netto della componente energetica, il saldo Made in Italy perde invece qualche posizione e si attesta sui 29,4 miliardi. Riguardo i mercati di riferimento, brillano ancora gli Stati Uniti, che, con un aumento dell’export del 27,8 per cento nei primi sei mesi dell’anno, registrano un record assoluto in termini di surplus (10,7 miliardi di euro), un valore quasi doppio rispetto a quello registrato su mercati di prossimità come la Svizzera e la Turchia, ferme a 5,9 miliardi.