“Esperienze cognitive” intorno all’invecchiamento nelle sedi dell’Eccellenza universitaria napoletana

in foto l'Università Federico II

“Esperienze cognitive” intorno all’”invecchiamento” nelle sedi dell’Eccellenza universitaria napoletana che ha generato un tassello di popolazioni dai “capelli grigi” che ricorda e si richiama a via Mezzocannone

di Claudio Quintano (*)

Ormai se ne parla nel “mondo “intero ed a tutti i livelli ed occasioni della situazione demografica italiana Sul New York Times, di non più di cinque giorni fa, gli Italiani d’oltre Oceano si preoccupano del primato di longevità mondiale della loro Patria. Esso è aggravato dal calo, in picchiata della natalità, causato da lunghi periodi di disimpegno dei Governi nelle politiche sociali Un collegamento del tema con una inframmezzata”esperienza cognitiva” napoletana.

Qualche settimana fa anche l’”Apef” (Associazione Professori Emeriti Fridericiani) – che non può che avere la sua sede di studio e lavoro alla via Mezzocannone n. 8, di Napoli – ha sottolineato il grave problema dell’invecchiamento dedicando, un seminario, che ha riscosso un’ottima audience, ed ha avuto al centro le dimensioni sociali, economiche e previdenziali, del fenomeno in relazione al concetto di Città e con particolare riferimento alla Sostenibilità, di cui cito una sintesi ospitata da “il denaro.it”, diretto da Alfonso Ruffo, dal titolo “Città, anziani e sostenibilità: Convegno dei professori emeriti della Federico II ildenaro.it, 21 Gennaio 2023 (https://www.ildenaro.it/citta-anziani-e-sostenibilita-convegno-dei-professori-emeriti-della-federico-ii/).

E’ l’intento con cui l’Apef (Associazione Professori Emeriti Fridericiani) e l’Accademia Pontaniana hanno promosso l’incontro di venerdì scorso nella sede di via Mezzocannone 8, a Napoli, con relatori Gustavo De Santis (docente ordinario di Demografia dell’Università di Firenze), Luigi Fusco Girard (professore emerito di Estimo della Federico II), Franco Rengo (emerito di Medicina interna della Federico II).
A moderare i lavori Franco Salvatore, emerito di Biochimica clinica e biologia molecolare clinica, mentre ad aprirli ha pensato Carlo Lauro, emerito di statistica e promotore dell’evento.

E’ usuale che tanti temi relativi ai saperi di rilevanza superiore e di eccellenza, nati ed agitati nei secoli a Napoli, e tra questi, nella piccola area di via Mezzocannone siano  frequentati anche oggi, per rievocare e presentare opere librarie, scientifiche appartenenti allo storia dell’Ateneo alla sua arte ed alla sua cultura ed eventi pubblici storicamente importanti della vita dell’antica Università partenopea (voluta da Federico II nell’anno 1144), ha ospitato, nella storia, la condivisione degli spazi di interesse didattico disciplinare di quasi di tutta l’intera università. Peraltro, occupata in condivisione con altre antiche “Associazioni” scientifiche “onorifiche”, di via Mezzocannone, quindi, negli anni dove nacque e si sviluppò l’Università di Napoli tout court, oggi, Federico II. Infatti, dopo che il suo “decongestionamento”, voluto da una legge statale, a cui contribuirono specialmente dalla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, altre Università che per differenziare le loro denominazioni, visto che l’Università di Napoli aggiungeva Federico II l’Università Vanvitelli a parte [che pur se allocata, a Napoli, alle spalle di piazza Dante e via Foria, con l’unico storico policlinico campano del passato, il Rettore Giuseppe Paolisso scelse una nuova denominazione, che fece apprezzare dentro e fuori l’Ateneo per avere innescato un processo democratico di scelta, condivisa all’interno dell’Ateneo, e di concertazione con gli altri Atenei e con la CRUI veramente esemplare] aggiungevano qualificazioni derivate dalla propria storia identitaria per cui le sedi universitarie napoletane venivano ridenominati in Università di Napoli“Suor Orsola Benicasa” “Orientale” e “Uniparthenope”. Negli stessi spazi fisici di via Mezzocannone, gli stessi della Pontaniana, a cui sono da molto affiliato (su proposta del prof. Carlo Sbordone), cito solo uno delle occasioni in cui la tematica degli anziani, e correlati, fu oggetto di trattazione e approfondimento. Porto l’esempio in cui nell’ambito della Accademia delle Scienze Mediche Chirurgiche, i prof. Ernesto Catena e Ludovico Coppola, mi dettero uno spazio sul tema dell’invecchiamento, relazionando, nel decennio precedente, sul tema “Popolazione e invecchiamento. Aspetti demografici e prospettive future” (https://www.researchgate.net/publication/342804305_398_a_2015_-_Claudio_QUINTANO_-_Popolazione_e_invecchiamento_Aspetti_demografici_e_prospettive_future_RENDICONTI_ED_ATTI_DELL%27ACCADEMIA_DI_SCIENZE_MEDICHE_E_CHIRURGICHE_Volume_CLXVIII_2015_a_cura_del_#39;ACCADEMIA_DI_SCIENZE_MEDICHE_E_CHIRURGICHE_Volume_CLXVIII_2015_a_cura_del_)

Le cui slides, di presentazione, sono qui di seguito riportate: https://www.researchgate.net/publication/350850316_INCONTRO_DI_MEDICINA_GERIATRICA_Invecchiamento_demografico_Prospettive_e_problematiche_socio-sanitarie_Societa_Nazionale_di_Scienze_Lettere_ed_Arti_in_Napoli_Rendiconti_e_Atti_della_Accademia_di_Scien

In quella occasione si parlò di invecchiamento, per inciso, alcuni di essi erano colleghi medici e della facoltà di scienze, taluni di questi, non pochi, studenti fuori sede con i quali avevamo frequentato, insieme, le biblioteche centrali e l’ unica “mensa” dell’Università di Napoli molto prima di diventare anziani, anche esse a via Mezzocannone, non lontano dall’APEF e della Pontaniana dove ci stiamo rivedendo alimentando “molte esperienze cognitive” che durante queste occasioni emergono.

Fuori dai dibattiti e risultati di queste esperienze cognitive, ma non lontano, è rimasta nel nostro Paese “la convinzione che le politiche per la famiglia abbiano un’eco fascista“, come afferma  Alessandro Rosina, autore di “Storia demografica d’Italia”.

“E questo tipo di sensazione è anche aumentata dopo le recenti elezioni, visto che la visione politica della Meloni, come ribadiscono nell’articolo, è sicuramente volta a spingere la natalità ed incoraggiare le giovani famiglie a crescere. Ma spesso non tiene conto del fenomeno immigrazione, e continua a sostenere la formula “prima gli italiani“. Purtroppo se continuiamo così bisognerà farsene una ragione, ed essere pronti al cosiddetto “tsunami d’argento“, che sta già colpendo l’Italia”, come afferma Valentina Simonetti in “Italia paese più anziano d’Europa/ NY Times: Senza più figli è destinata a scomparire” pubblicato su il Suddidiario.net

(*) Socio Corrispondente dell’Associazione dei Professori
Emeriti Fridericiani – già Rettore dell’Università di Napoli
Parthenope (2010-2016)