di Giuseppe Melara*
Ci siamo. Per i 500 mila maturandi del 2022, il 22 giugno sarà per sempre il giorno simbolo del passaggio dalla spensieratezza degli anni trascorsi tra i banchi di scuola all’inizio di una nuova stagione della vita. C’è chi andrà all’università e chi muoverà i primi passi nel mondo del lavoro. In ognuno di noi è vivo il ricordo della “notte prima degli esami”. Per intere generazioni l’omonima canzone di Antonello Venditti ne è la colonna sonora. “Notte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni/ Notte di sogni, di coppe e di campioni/Notte di lacrime e preghiere/ La matematica non sarà mai il mio mestiere”. Quante suggestioni in una strofa… L’ultima frase è la sintesi di quel complesso mondo di certezze e incertezze con le quali gli adolescenti devono necessariamente fare i conti. Sapere quale sarà il loro futuro, per molti di loro è un’incognita. Eppure non dovrebbe esserlo. La scuola da anni parla di orientamento in uscita, il cui obiettivo è accompagnare gli studenti a compiere una scelta professionale consapevole al termine degli ultimi anni di scuola. In molti documenti viene utilizzata l’espressione “facilitare il passaggio”. Alla vigilia degli esami di maturità 2022 una riflessione su questo aspetto andrebbe fatta. Mi rivolgo a quanti si occupano di formazione, a tutti i livelli. Siamo davvero sicuri di riuscire ad intercettare i desideri dei nostri ragazzi? Ne conosciamo fino in fondo i sogni, le reali attitudini? Di contro i maturandi hanno idea delle opportunità che ci sono fuori dalle loro aule?
Domande che dovrebbero rappresentare un punto di partenza per costruire quei percorsi di orientamento utili per “facilitare” i percorsi di accompagnamento al futuro. Perché di questo stiamo parlando, del futuro dei giovani. Lo scorso maggio a Bari si è tenuto JoBbMaps, il primo evento digitale e interattivo dedicato all’orientamento al lavoro per gli studenti del quinto anno delle scuole superiori. Circa 500 sono state le scuole collegate da tutta Italia e migliaia gli studenti che hanno partecipato esprimendo la loro opinione sulle tematiche legate alla formazione e al lavoro. Da questo sondaggio – non scientifico ma statisticamente indicativo – è emerso che il 75% dei ragazzi intervistati ha sentito parlare di professioni a loro sconosciute. Il risultato evidenzia dunque l’importanza di un orientamento mirato ad informare sulle professioni emergenti, sui settori più attrattivi, sui macrotrend che condizionano la domanda di lavoro. Il 15% ha risposto “non saprei” e ciò rileva uno stato di “disorientamento” generale sul tema. Alla domanda sulla formazione post diploma anche di tipo professionalizzante il 60% ha risposto che è interessato; il 26% “non saprei”. Quest’ultimo dato è un campanello d’allarme: indica che molti giovani non hanno le idee chiare. Da questo dato è importante ri-partire per comprendere quali soluzioni adottare per accompagnare i giovani nelle scelte. Oggi assistiamo ad un cambiamento della scuola, pubblica e privata, che rimescola le carte dell’organizzazione curriculare e dei saperi. L’esperimento dei licei quadriennali ne sono un esempio. In alcune realtà come il liceo Tred (Scienze Applicate per la Transizione Ecologica e Digitale) la tradizione umanistico-scientifica del liceo italiano cammina di pari passo con le conoscenze sulla transizione digitale ed ecologica che stiamo vivendo. Nel piano di offerta formativa assumono centralità anche le Soft Skills.
Partire dalle best practice potrebbe essere una soluzione per dare risposte concrete a quei giovani che oggi sono disorientati o, come emerso sempre dal sondaggio di JobMaps, hanno una scarsa fiducia nelle dinamiche del mercato del lavoro. Ai maturandi 2022 e a quelli che verranno non possono bastare gli “in bocca al lupo” prima degli esami. La partita del futuro si gioca adesso e non domani. Per essere all’altezza del compito che sono chiamati a svolgere, per i giovani è necessario definire adesso tattiche di gioco, allenamenti e strategie. L’ultima campanella è già suonata.
*presidente e Ad Fmts Group