“Se avvenisse un’eruzione ai Campi Flegrei, Napoli sarebbe dentro e quindi dobbiamo prepararci al fatto che anche il centro sarebbe coinvolto”, lo dice Giuseppe “Se avvenisse un’eruzione ai Campi Flegrei, Napoli sarebbe dentro e quindi dobbiamo prepararci al fatto che anche il centro sarebbe coinvolto”, lo dice Giuseppe Luongo, ex direttore dell’Osservatorio vesuviano e attuale presidente del sindacato dei geologi, aggiungendo di non conoscere “il piano di rischio su Campi Flegrei che è in via di ultimazione”. “Il Vesuvio potrebbe produrre molti meno danni alla città di Napoli rispetto a quanto ne potrebbe produrrebbe un’eruzione dei Campi Flegrei”, spiega Luongo al convegno ‘Il rischio sismico nell’area vesuviana e flegrea’, organizzato dal sindacato dei geologi e dalla Confprofessioni. “Negli ultimi anni c’è stata accelerazione in positivo della mitigazione del rischio vulcanico – spiega Luongo -. Questo è importante anche perché nell’area vesuviana si può mitigare il rischio invece di dire che non bisogna più viverci. In più bisogna ricordare che non è che si fanno i piani di protezione civile perché abbiamo un’eruzione alle porte”. Nel corso del suo intervento Edoardo Cosenza, assessore regionale alla protezione civile della Regione Campania, ha ricordato che sul rischio Vesuvio “Le vie di fuga principali sono già finanziate. La terza corsia tra Napoli e Angri sarà pronta entro fine anno o forse qualche mese prima. Sulla statale 268 del Vesuvio, che è importante anche per la vita di tutti giorni delle popolazioni, si lavora su tre lotti: uno finanziato con fondi europei che prevede la saldatura della statale 268 con uno svincolo ad Angri e sarà finito entro il 2015. Poi ci sono altri due lotti finanziati che andranno a completare il grande anello intorno al Vesuvio”.