Ermanno Russo (Forza Italia): Covid-19, potenziare la medicina territoriale per rispondere alla domanda di salute dei cittadini

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In foto Ermanno Russo

“Con la giunta Caldoro eravamo riusciti ad invertire la rotta dopo anni di malgoverno della sinistra, investendo fondi europei ed ordinari in azioni di sistema e non più in finanziamenti a pioggia. Devo constatare, con grande rammarico, che in cinque anni di giunta De Luca tutto è tornato com’era prima, cioè ai meccanismi della vecchia politica, con fondi distribuiti nuovamente a pioggia e mancette varie. Così non andiamo da nessuna parte”. Per Ermanno Russo, vicepresidente in carica del Consiglio regionale della Campania e candidato capolista di Forza Italia nel collegio di Napoli e provincia alle elezioni del 20 e 21 settembre, “la Regione è un ente di programmazione, non di gestione, occorre pianificare lo sviluppo dei territori senza cedere alla tentazione di esercitare il potere”.

Si presenta come capolista in questa delicata sfida per il governo della Campania…

“Senz’altro un ruolo di grande responsabilità, ma l’entusiasmo è tanto e i cittadini tifano per il centrodestra dopo i disastri dei Cinque Stelle e del Pd a livello nazionale. Se si andasse al voto domani anche per il Parlamento, la nostra coalizione vincerebbe a mani basse. Lo dicono tutti i sondaggi. Io credo che questo slancio verso i partiti di centrodestra si concretizzerà anche il 20 e 21 settembre attraverso il voto per le Regionali. La giunta De Luca ha amministrato male, i servizi essenziali sono oggi negati ai nostri concittadini e la propaganda fatta durante il Covid, per quanto pervasiva perché senza contraddittorio, piano piano va scemando”.

Secondo lei che cosa non ha funzionato in quest’ultima fase di emergenza?

“C’è stata una gestione politica della pandemia da parte dell’attuale governatore. E il perché è chiaro a tutti. In un primo momento, infatti, bisognava dimostrare che De Luca da solo era stato in grado di fermare il virus, con una campagna di comunicazione improntata all’esaltazione del ruolo del Presidente della Regione e il corollario di ordinanze, peraltro tra loro discordanti, che tutti noi ricordiamo. Poi il nulla. Nessuna iniziativa nei mesi più delicati, tra giugno e luglio, quando i contagi erano pari a zero. Niente sorveglianza sanitaria. Niente tamponi a tappeto. Nessuna mappatura della popolazione. La conseguenza è stata una nuova impennata dei contagi tra agosto e settembre. A questo punto, è cambiata la strategia di comunicazione. La colpa era dei cittadini irresponsabili, di chi tornava dall’estero e dalla Sardegna. Insomma, di tutti eccetto che di chi doveva vigilare, ovvero la Regione. Questo non ha funzionato. Una gestione politica dell’epidemia è il peggio che i campani potessero meritarsi”.

E ora?

“Bisogna recuperare il tempo che si è perso. Potenziare la medicina territoriale, puntare al trasferimento dei dati dai distretti sanitari delle Asl alla cabina di regia regionale e cercare di fare più tamponi. Ma il vero tema poi sarà restituire la sanità al Consiglio regionale, che è l’organo deputato alla programmazione, e affrontare nodi irrisolti come i fabbisogni delle prestazioni per i cittadini, che mancano da tre anni, e i tetti di spesa per consentire ai campani di poter soddisfare la loro domanda di salute, ad oggi inevasa, puntando sull’appropriatezza delle cure. Sanità, trasporti, agricoltura, turismo sono tematiche trascurate da questa giunta regionale. Occorre invertire la tendenza e puntare ad una nuova stagione. Serve più qualità nella spesa e nella normazione. Con Caldoro presidente e con il centrodestra che, come ho detto prima, è maggioranza in questo Paese tutto ciò sarà possibile”.