L’incontro fra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il leader russo Vladimir Putin nella capitale del Kazakistan Astana, dove e’ in programma il summit per la cooperazione e sviluppo in Asia Centrale, rilancia una mediazione che ponga fine “il prima possibile” a un conflitto che lo stesso Erdogan e’ tornato a definire “un bagno di sangue”. E’ il quarto incontro di Erdogan con Putin dall’inizio del conflitto, faccia faccia tutti avvenuti da luglio in poi. “Il nostro obiettivo e valorizzare al massimo questo momento, nonostante le difficolta’ oggettive sul campo e porre fine a questo bagno di sangue il prima possibile”, ha detto il presidente turco, rivendicando il successo della mediazione che ha portato a un accordo per il “corridoio del grano” e allo scambio di ostaggi che ha riguardato piu’ di 200 prigionieri. La road map che Erdogan ha in testa prima del cessate il fuoco punta molto piu’ pragmaticamente a una mediazione che risolva la delicata situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Far dialogare Russia e Ucraina, anche su temi specifici, e’ per il presidente turco essenziale per costruire un clima di dialogo che prepari il terreno a una trattativa vera e propria che metta fine al conflitto. Questa settimana da Mosca e’ arrivata un’importante apertura nei confronti di Ankara, un via libera per la Turchia “come Paese padrone di casa” di un eventuale negoziato, come dichiarato dal consigliere per la politica estera del Cremlino, Turi Ushakov. Impossibile non notare pero’ come l’apertura di Mosca sia arrivata subito dopo l’attacco missilistico che ha colpito Kiev e altre citta’ ucraine e ad Ankara sono consapevoli delle difficolta’ del momento.
Erdogan si era gia’ espresso negativamente dopo il referendum che ha consegnato a Mosca 4 province ucraine, definito “un ostacolo per ogni trattativa” e non riconosciuto da Ankara. Il governo turco nei mesi scorsi ha ripetutamente ribadito la disponibilita’ del proprio Paese a mediare, come effettivamente avvenuto a fine marzo con il negoziato andati in scena ad Antalya e Istanbul, ma ora non si e’ espresso in maniera netta sull’apertura di Mosca. E’ assai probabile che a partire dall’incontro di oggi Erdogan voglia capire quanto vi sia di reale e che prospettive possa concretamente offrire la proposta giunta dal Cremlino, arrivata insieme alla pioggia di missili abbattutasi sulle citta’ ucraine. Il presidente turco si e’ reso conto che per far parlare Kiev e Mosca e’ piu’ facile lavorare su temi su cui i due Paesi abbiano un interesse concreto. E’stato cosi’ per il grano e per gli ostaggi ed e’ possibile che sia cosi’ per Zaporizhzhia prima di un negoziato per un cessate il fuoco vero e proprio. Altro tema che potrebbe finire in agenda e ‘ quello dell’Energia. Dopo l’ultimo faccia con il presidente russo Erdogan e’ riuscito a concludere un accordo per uno sconto del 25% sul presso del gas russo, essenziale per soddisfare il 40% del fabbisogno turco. Ieri Putin e il numero uno di Gazprom, Alexei Miller hanno lanciato l’idea della Turchia come hub e centro di smistamento del gas diretto verso occidente. “E’ la prima volta che sento l’idea di portare il gas in Europa attraverso percorsi alternativi. Sono tanti gli aspetti che vanno discussi”, ha detto il ministro turco dell’Energia, Fatih Donmez, ieri sera. Una risposta fredda, ma fino a un certo punto. E’ probabile, anche se non vi sono indicazioni ufficiali, che Erdogan e Putin ne parlino oggi prima che un piano concreto possa passare al vaglio del governo turco.