Era Futurology primo congresso

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A cura di Roberto Paura Un titolo provocatorio Congresso Nazionale di Futurologia. Riprendendo il titolo di un famoso romanzo dello scrittore di fantascienza Stanislaw Lem, l’Italian Institute for the Future e la A cura di Roberto Paura Un titolo provocatorio Congresso Nazionale di Futurologia. Riprendendo il titolo di un famoso romanzo dello scrittore di fantascienza Stanislaw Lem, l’Italian Institute for the Future e la Fondazione Idis hanno organizzato la prima edizione del Congresso di Futurologia a Città della Scienza con l’obiettivo di fare il punto sugli scenari di lungo periodo in cinque settori: i futures studies, ossia la disciplina a metà tra scienze fisiche e sociali che lavora sull’anticipazione del futuro; il transumanesimo, la corrente di pensiero che studia la possibile interazione tra uomini e macchina per creare una postumanità; le frontiere della scienza, dai big data alle biotecnologie fino alla colonizzazione dello spazio; il futuro del lavoro, tra terza rivoluzione industriale ed economia collaborativa; le città del domani, dall’adattamento al cambiamento climatico alla rivoluzione architettonica dei fablab. Ragionare sulle sfide del futuro (non troppo) remoto è lil fine del Congresso che fa seguito al convegno “Italia 2050” organizzato dall’Iif lo scorso anno. La sfida è riuscire a tradurre i suggerimenti degli esperti di futuro in politiche per la costruzione di una democrazia “anticipatrice”. Un’anteprima del Congresso si è tenuta alla Book Area di Healthy, al Vomero, con lo scrittore e divulgatore scientifico Lorenzo Pinna, ragionando sul suo ultimo libro “Uomini e macchine”. Per dimostrare che il futuro che ci attende potrebbe superare – in bene o in male – anche gli scenari più fantascientifici.