Era di maggio… la gerla dei problemi passa a giugno

in foto il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta (Imagoeconomica)
Con oggi va in archivio maggio, accompagnato da un saluto a denti stretti, di circostanza, da chi resta a combattere. Trasferisce la gerla dei problemi pressoché colma a giugno, così come l’aveva ricevuta dal mese precedente. Probabilmente conterrà dell’altro. Non sembri una riduzione del tipo “provinciali allo sbaraglio” ma, giunti quasi a metà dell’anno, è necessario mettere un po’ di ordine e fare una prima verifica dei conti di casa, cioè dell’Italia. La premessa di tale operazione parte dalla sorgente, ovvero da dove sono cominciate le difficoltà degli Italiani e di altri europei. Sarà importante conoscere il pensiero del Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che questa mattina illustrerà e commenterà le Considerazioni Finali sul Paese. Intendendo per esse i fatti salienti accaduti dal novembre 2023, quando gli fu conferito quell’incarico, a oggi. È quindi, quello di oggi, il suo debutto “in casa” e le sue considerazioni, preparate insieme all’Ufficio Studi di Palazzo Koch, saranno lette insieme ai rappresentanti della politica, dei settori produttivi e alle rappresentanze sindacali. Quella “lettura” collettiva, così organizzata come vuole la tradizione, ricorda, alla lontana e in versione laica, la recita del rosario. Non è solo un particolare colorito, perché ricorrono tutti gli estremi per considerare quell’incontro un vero appello alle parti in causa a tirare in sincronia il carro della ripresa.
Il collegamento che il rito che si celebra in quella cattedrale più invita a fare, è l’imminente battuta di caccia al tesoro che si svolgerà a giorni a Bruxelles. Esso precederà di qualche giorno la Grand Bouffe che si può localizzare a Strasburgo. La prima riguarderà le decisioni della BCE sui tassi, la seconda la composizione del Parlamento Europeo dopo la tornata elettorale. Non si va lontano dal vero se si afferma che, a livello di interesse diffuso, stanno attirando quello degli Europei in genere e in particolare degli Italiani le decisioni imminenti sui tassi che esprimerà la BCE. Più in dettaglio, è doveroso ricordare quanto le stesse. In precedenza, hanno interessato in maniera decisa quella parte degli italiani definita “ceto medio” .Detto in maniera non forbita, da qualche anno si è messa insieme una classe di “nuovi poveri”. Sono costoro quegli italiani che, fino a pochi anni orsono, riuscivano, anche se a fatica, a arrivare alla fine del mese. Con tutto quanto è successo in giro per il mondo, è già tanto che in Italia, da un po di tempo, si stia verificando un paradosso. A un primo approccio, quella situazione potrebbe sembrare assurda, attribuibile a un errore umano e invece non lo è. È ormai un teorema che in Italia la propensione al risparmio delle famiglie finora ha mantenuto la sua proverbiale caratteristica di intoccabilità, Un’altra modalità si è fatta velocemente strada tra di esse: il ricorso all’indebitamento, nelle sue varie forme, talvolta non del tutto trasparenti. Tale necessità continua a crescere con una percentuale a doppia cifra e, solo nello scorso anno, si é attestata sul +32%. Al momento non si intravede una rallentamento di quel comportamento che possa offrire spunti per un’ipotesi di riallineamento con i movimenti che avvengono in tempi normali.
A tal punto è importante ribadire che per le emissioni di titoli da parte del Tesoro, uno dei motivi che generano la loro particolare appetibilità é il più alto rendimento degli stessi. Il confronto è con le altre forme di investimento che il mercato propone. Ciò significa che lo stato offre da una parte prodotti finanziari più che appetibili, mentre dall’altra indebita sempre più i suoi cittadini. Dovrebbe essere chiaro che è un modo di fare che non differisce granché dall’uso regolare del bastone e della carota. Non basta. Ancora più su di quanto fin qui riportato c’è il problema della produttività vista da vicino, oltre il dato macroscopico del PIL. Essa è riferita nello specifico alla produzione per singolo addetto che per il lavoratore non genera un analogo rialzo della remunerazione. Al momento, per voler restare con i piedi per terra, non si riesce a mettere a punto altra programmazione economica a breve termine se non una di tipo monetario. Per non svisare il mercato, sarebbe opportuno che sia la BCE che la FED si affrettassero a dare il segnale al ribasso che i mercati attendono. Senza di esso si potrebbe ripetere il caso del sunto popolare che riferisce di un medico che si intrattiene molto a studiare e nel frattempo il paziente si aggrava. Sempre della serie che chi si sofferma troppo su un solo argomento, rischia di finire fuori tema.