“ELSA-M”, arriva lo spazzino spaziale: rimuoverà i satelliti Tlc a fine vita

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in foto il satellite ELSA-M

L’orbita bassa terrestre è sempre più affollata di satelliti destinati a trasformarsi in spazzatura spaziale una volta giunti alla fine della loro vita operativa. Astroscale, società britannica di servizi in orbita, inizierà a produrre il primo prototipo commerciale di “servicer” progettato per catturare in un’unica missione più satelliti in orbita terrestre bassa, nell’ambito del programma Sunrise dell’ESA che coinvolge anche l’operatore satellitare OneWeb. Aziende come OneWeb stanno lanciando costellazioni composte da centinaia di satelliti per le comunicazioni per connettere le persone nei luoghi più difficili da raggiungere attraverso i servizi internet satellitari globali a banda larga. OneWeb ha attualmente 428 satelliti in orbita a circa 1200 km sopra la Terra; una volta completata la sua costellazione conterà quasi 650 satelliti. Rimuovere questi satelliti per telecomunicazioni dalle loro orbite una volta giunti a fine vita – evidenzia l’Agenzia spaziale europea – è essenziale per garantire che il mondo digitale interconnesso di oggi non sia compromesso da collisioni che danneggiano i satelliti attivi nello spazio e per proteggere l’ambiente dell’orbita terrestre bassa come risorsa naturale e condivisa. Attualmente ci sono due opzioni per rimuovere i satelliti OneWeb dalle loro orbite alla fine dei cinque-sei anni di servizio previsti. A ciascuno è stato assegnato abbastanza carburante per essere in grado di deorbitare attivamente alla fine della sua vita utile. Ma, in caso di guasto, ognuno è stato anche costruito con un dispositivo magnetico o un dispositivo di “grappling”, in modo che un veicolo spaziale servicer possa raccogliere e deorbitare attivamente il satellite. Il veicolo spaziale servicer che Astroscale costruirà e testerà si chiama “ELSA-M” e il suo lancio è previsto alla fine del 2024. Sarà il primo “spazzino spaziale” in grado di rimuovere più satelliti defunti dalle loro orbite in una singola missione. A seguito di questa dimostrazione, Astroscale offrirà un servizio commerciale per i clienti che gestiscono costellazioni satellitari in orbita terrestre bassa, fornendo la tecnologia e la capacità di rendere la manutenzione in orbita parte delle operazioni di routine dei satelliti entro il 2030. L’ESA promuove l’innovazione nell’industria spaziale europea attraverso i suoi progetti di partenariato, che cercano di ridurre i rischi degli investimenti dei suoi partner industriali per soddisfare le esigenze del mercato. Il ministro della Scienza britannico George Freeman ha dichiarato: “Con migliaia di satelliti già in orbita e migliaia di altri lanciati ogni anno, affrontare la questione dei detriti spaziali e trovare nuovi modi per rimuovere veicoli spaziali defunti e altri tipi di spazzatura spaziale è di sempre maggiore importanza – sia per ridurre il costo dei danni da detriti per gli operatori satellitari sia per garantire che lo spazio sia sicuro e sostenibile. “Questo è il motivo per cui il governo del Regno Unito ha fatto della sostenibilità spaziale un tema chiave della strategia spaziale nazionale ed è fantastico vedere ruoli di primo piano per le aziende britanniche Astroscale e OneWeb in questo progetto ESA, aiutandoci a continuare a mostrare la leadership tecnologica del Regno Unito in questa importante area”. “È fondamentale – ha dichiarato Elodie Viau, Direttore delle Telecomunicazioni e delle Applicazioni Integrate dell’ESA – garantire l’uso responsabile dello spazio per proteggere il mondo interconnesso di oggi, perché la nostra economia digitale e la società si basano sulla capacità di comunicare. Sono orgogliosa della consolidata esperienza dell’ESA nel promuovere l’innovazione nell’industria spaziale in Europa, portando a compimento nuovi modi per garantire l’uso sostenibile dello spazio, e del ruolo che i progetti di partenariato dell’ESA svolgono come partner di fiducia per investitori, operatori e industria”. Il programma ESA Sunrise è supportato dall’Agenzia spaziale del Regno Unito e coinvolge non solo OneWeb e Astroscale, ma anche le start-up britanniche SatixFy e Celestia UK, nonché l’Università del Surrey.