Elezioni, a Procida sostituita una presidente di seggio: la denuncia del sindaco

362

“Mi auguro che le persone coinvolte possano chiarire i motivi e le dinamiche di quanto è stato accertato”. Lo scrive il sindaco di Procida, Dino Ambrosino, candidato alle elezioni amministrative in corso sull’isola, in merito al caso delle schede trovate dai Carabinieri all’interno della sezione elettorale 10 nella scuola “Flavio Gioia” e la sostituzione di presidente e segretaria del seggio. “A Procida – spiega Ambrosino in un post con il quale ricostruisce la vicenda – il seggio numero 10 oggi ha iniziato le attività elettorali con due ore di ritardo. Il nuovo presidente, che ho contattato e nominato alle 2.46, si è potuto insediare poco dopo le 8, nonostante fosse presente già all’orario stabilito. Prima di riprendere le operazioni, il presidente ha atteso che i Carabinieri facessero ulteriori rilievi presso il seggio, per raccogliere altri elementi in merito alle contestazioni della sera precedente. Alcuni scrutatori avevano infatti denunciato nella giornata di ieri che un certo numero di schede elettorali erano state messe da parte dalla presidente, senza registrare a verbale questa operazione né condividere l’iniziativa con gli altri componenti. Per tutta la serata e fino alla notte, i componenti del seggio numero 10 sono stati sentiti più volte dai Carabinieri”. Nella qualità di Ufficiale del Governo in materia elettorale, aggiunge Ambrosino, “ho avuto contatti con i Carabinieri e con la Prefettura tra l’1.30 e le 2.09. Mi è stato rappresentato che l’incidente occorso presso il seggio rendeva incompatibile la presenza di presidente e segretaria, che dovevano chiarire la dinamica e le ragioni dei fatti, e che quindi io dovevo cercare una soluzione. Le dimissioni arrivate sulla mail del sindaco alle 4.29 sono state registrate solo in mattinata, non avendo il Comune di Procida un servizio notturno di gestione posta e protocollo. L’istituto del presidente di seggio è obbligatorio. La rinuncia, a maggior ragione se nel corso dell’attività del pubblico ufficiale, deve essere determinata da motivi improvvisi, gravi e improrogabili”. Su quanto accaduto, conclude Ambrosino, “auspico che ciascuno possa farsi un’idea senza necessariamente alimentare le tifoserie”.