Elena Goitini (Unicredit): Così faro ripartire il credito in Campania

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Inquadrare Elena Goitini nell’iconografia che della donna manager abbiamo ereditato dagli anni ’90 sarebbe non solo impossibile quanto assolutamente ingiusto perché non identifica la persona che, serena, accetta di farsi intervistare in una giornata di pioggia molto poco napoletana. “Mi auguro di non essere stata io, che vengo dal nord Italia, ad aver portato con me questo tempo un po’ milanese”, esordisce. Trasmette simpatia.

E’ sorridente e spiritosa. Gli occhi le sorridono quando affronta con piglio sportivo una ripida scalinata, soddisfatta dei risultati ottenuti in palestra… Insomma, si discosta nettamente dal cliché della donna in carriera nonostante occupi l’incarico di direttore per il Mezzogiorno di Unicredit fino a qualche settimana fa occupato da Felice Delle Femine. 

E’ piacevole la scoperta di una persona che per quanto duramente abbia dovuto lottare per raggiungere il picco della dirigenza di un colosso come Unicredit al Sud si mostra esattamente come la vicina di casa con la quale puoi scambiare quattro chiacchiere tranquille.

Elena Goitini racconta della sua esperienza a Vienna e Varsavia e dei suoi incarichi a Bologna e Milano. Non si è certo risparmiata nell’assolvere incarichi di grande responsabilità e forse da questo deriva quell’aria sicura per la gestione di un territorio che di certo facile non è.

Se le si chiede se sia davvero così difficile per una donna far sentire la propria voce in azienda la risposta condanna le lamentele e le rivendicazioni che di solito si associano all’argomento. Per Elena Goitini chi ha cose interessanti da dire sarà sempre ascoltato, uomo o donna che sia. Insomma, il personaggio è tutto tranne che banale.

Il compito che dovrà assolvere è complicato. Come crede di poter contribuire alla crescita di un territorio economicamente boccheggiante?
L’azione di Unicredit specialmente in Campania vuole riattivare in modo sostenibile il ciclo del credito. E’ prevista una erogazione nella regione di ben 5 miliardi di nuova finanza. Il tutto nei prossimi tre anni per famiglie e imprese. Le imprese, proprio perché spina dorsale dell’economia del nostro paese, devono avere al proprio fianco una banca in grado di supportarle ed accompagnarle nei passi più complicati. L’azione di Unicredit sarà rivolta anche a quelle imprese che vorranno rivolgersi ai mercati stranieri dove prevediamo di accompagnarne nei prossimi anni almeno 1.350

L’impegno nel proporre un’immagine di banca finalmente al fianco dei suoi clienti c’è tutto. E forse la scelta di un vertice al femminile è il segnale più immediato che la banca potesse usare. 

Concretamente quindi in che modo attuerete questa politica di sostenibilità?
Unicredit ha messo a punto una serie di nuovi prodotti che dovrebbero rendere più facile l’accesso al credito e più agevole attuare un progetto di vita. E’ troppo facile dire che il problema è l’accesso al credito: i soldi ci sono, i fondi sono a disposizione, mancano invece gli investimenti. 

Il minibond Italia, per esempio, è un nuovo prodotto di Unicredit che consentirà a piccole e medie imprese, normalmente escluse da un certo tipo di opportunità, di emettere titoli obbligazionari. Unicredit sottoscriverà e il Fondo Centrale garantirà.

Alle famiglie offriremo soluzioni sostenibili grazie a due contratti come il mutuo Rent to Buy e il mutuo Cambio Casa. Con il primo si potrà trasformare in acquisto, a un prezzo prestabilito, un precedente rapporto di locazione, con il secondo sarà possibile comprare casa prima di vendere la propria e quindi senza l’urgenza che spesso da compiere errori.

Novità anche sul fronte digitale?
Stiamo facilitando una maggiore integrazione tra tutti i canali di accesso alla banca: dall’online banking con personal computer e tablet agli smartphone. 

Il momento economico è impegnativo, le scelte da fare sono impegnative, i rapporti con la clientela privata e con le imprese anche, e le relazioni con il personale sono fondamentali per la definitiva formazione di una squadra senza distinzioni di sesso. 

Per Elena Goitini il terreno c’è ed è abbastanza morbido per un dermatoglifo delicato ma perfettamente definito nelle sue creste e nei suoi solchi.

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Minibond, istruzioni per l’uso

Si tratta di emissioni obbligazionarie da parte delle piccole e medie imprese, non quotate, con garanzia del Fondo Centrale di Garanzia e finalizzate al finanziamento dell’attività dell’impresa, allo scopo di reperire finanziamenti alternativi a quelli bancari e aprire una importante via di accesso alternativa al credito. Il Minibond ha quindi come finalità la realizzazione di investimenti di beni materiali e immateriali con la possibilità di finanziare un 15% del circolante.

La banca fornisce assistenza all’emittente nelle attività connesse all’emissione del Minibond, anche in relazione alla strutturazione dello stesso, e garantisce la sottoscrizione per intero dell’emissione obbligazionaria. Grazie ad una  garanzia pubblica parziale da parte  del Fondo Centrale si riesce a creare un effetto leva sul totale del portafoglio crediti finanziato dalla Banca (Tranched Cover). Il decreto Sviluppo ha eliminato alcuni vincoli (anche fiscali) che impedivano alle imprese non quotate in Borsa di emettere obbligazioni e offrono rendimenti più interessanti dei titoli di Stato e sono più convenienti rispetto al passato da un punto di vista fiscale. I Mini bond prevedono un importo massimo di 1.875.00 euro ed una durata da 36-60 mesi (con ammortamento) e da 36 – 48 mesi (con bullet).