Egitto del futuro, forum economico di Sharm: l’Italia c’è

Ha fatto benissimo il presidente del consiglio Renzi ad essere presente al forum economico di Sharm El Sheikh. Questi sono degli eventi dove Ha fatto benissimo il presidente del consiglio Renzi ad essere presente al forum economico di Sharm El Sheikh. Questi sono degli eventi dove val sempre la pena intrattenere dei rapporti personali ad altissimo livello che sono alla base delle strategie di internazionalizzazione e della creazione di un sistema paese che in Italia è stato sempre un punto di debolezza. La presenza del premier Renzi è importante per l’Italia perché conferma, da una parte, l’interessamento del nostro paese a quel che succede in Egitto e nel Medio Oriente, e dall’altra, la volontà del sistema industriale italiano di essere presente nella gigantesca opera di ricostruzione dell’Egitto che sarà finanziata principalmente da tre paesi: Arabia Saudita, Emirati Arabi e Kuwait. Secondo l’autorevole quotidiano del Cairo “Al Ahram” ( Le Piramidi) al forum di Sharm partecipano 30 paesi a livello di capo di stato o ministri degli esteri, si parlerà di economia ma anche di politica e di sicurezza. Si parlerà dello sviluppo economico dell’Egitto che non può prescindere dalla sicurezza e dalla stabilità politica nel paese, ma anche degli sviluppi politici/ militari nella confinante Libia. Saranno, inoltre, presenti delegazioni, imprenditori, ed operatori economici da più di 100 paesi, per un totale di 2500 partecipanti. Si stimano affari per 15 – 20 miliardi di dollari. Sempre secondo il quotidiano Al Ahram, i tre paesi citati prima, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Kuwait hanno messo sul piatto una somma pari a 15 miliardi di dollari tra donazioni, prestiti a fondo perduto ed investimenti propri. Gli investimenti più importanti riguardano il settore energetico, il potenziamento e l’espansione del canale di Suez ed il progetto “Grande Cairo” dove è prevista la creazione di un centro direzionale moderno e l’annessione di circa 7 km quadrati capaci di ospitare nuovi 5 milioni di residenti. L’Italia, quindi, c’è e ci dovrà essere perché questo è un modo per contare e per essere partecipi alla storia del futuro! “Il bacino del Mediterraneo non è una frontiera ma il centro delle nostre civiltà, un ponte che presenta sfide e opportunità” con queste parole Renzi ha congedato il suo omologo egiziano Al Sisi. Queste parole danno il senso di una partecipazione ed un interessamento ad uno sviluppo economico ed a rapporti tra sistemi industriali basati su solidarietà, civiltà e culture che legano i popoli attraverso la storia. Ora, però, tocca alle aziende italiane ed associazioni industriali di dimostrare di essere all’altezza del compito e di avere il coraggio necessario per superare gli intoppi di una situazione non ancora stabile, ma che, nella crisi infinita che stiamo ancora fronteggiando, rappresenta un’opportunità da cogliere al volo.