Educare alla legalità attraverso la bellezza

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L’Occhio di Leone, ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte, in Italia e all’estero, avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.

di Gaetano Romano

Giovedì 6 Ottobre, presso il Santuario Madonna dell’Arco, Sant’Anastasia (Na) a cura dell’Associazione Terre di Campania APS, in collaborazione con la Comunità dei Domenicani del Santuario  e del Priore Padre Gianpaolo Pagano, si è tenuto il primo di vari eventi che si terranno dal 6 al 23  Ottobre, sui temi urgenti del femminicidio, della delinquenza giovanile, del bullismo, e dei temi connessi alla giustizia riparativa e alla trasformazione delle mafie nel tempo.
Il primo appuntamento centrato sulla figura del pentito di mafia Gaspare Mutolo, presente in sala, ha acceso i riflettori sulla sua figura e sulla sua vicenda esistenziale e giudiziaria, che ha incontrato sul suo cammino di redenzione le figure dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che lo hanno accompagnato nel suo percorso nel corso degli anni, ritenendolo credibile, e non mero pentito per scansare i rigori del carcere duro.
Ma la vera scoperta è stata la pittura per il pentito, con numerosi omicidi commessi negli anni ottanta, che afferma  “ la pittura mi ha cambiato la vita “lasciandomi penetrare in un mondo dove finalmente posso vedere la bellezza intorno a me.
Numerosi gli interventi, di associazioni e di avvocati del Foro di Nola, e del Sindaco del Comune di Sant’Anastasia Carmine Esposito, che ha sostenuto la manifestazione, ritenendola idonea allo sviluppo della coscienza civica e sociale – e tutti gli interventi susseguiti, da varie angolazioni, hanno messo in luce gli aspetti più controversi e dibattuti del problema, a cui Mutolo non si è sottratto, rispondendo a parole sue, e chiaramente, riandando con la memoria agli anni settanta e alle modalità che lo videro entrare in contatto con esponenti di importanti famiglie mafiose, subendone il fascino derivante dal loro potere, decidendo per l’affiliazione.
Anche gli studenti delle scuole superiori del territorio hanno partecipato con folta rappresentanza, rivolgendo  domande cariche di senso, per capire passaggi e modalità all’uomo anziano vestito di scuro (poteva somigliare ad un nonno) che appoggiandosi ad un bastone, svelava retroscena di un mondo, per loro sconosciuto, dove la vita umana come ha registrato la cronaca negli anni, valeva ben poco, anche per gli avvenuti omicidi di bambini (caso Santino Di Matteo, di anni 11).
Chi scrive, invitato a rivolgere alcune domande al Mutolo, sul versante specifico della pittura e sui modi in cui il suo sguardo ha incrociato quello dei colori e delle forme, partendo dalla famosa frase di Picasso che affermava << Dipingere è il mestiere di un cieco. Egli non dipinge ciò che vede, ma ciò che dice a se stesso, su ciò che ha visto >>  ha sollecitato l’artista, a confessare la sua cecità prima del cambiamento rispetto alla bellezza del creato, filo conduttore del simposio – che ha affermato di rincorrere il potere con i suoi simboli eclatanti, Ferrari e palazzi, e non i colori del mare e delle marine, che ora popolano i suoi dipinti, dove spesso e con insistita frequenza, non mancano giganteschi polpi che assediano l’intera rappresentazione.
Non si legga la sua produzione pittorica in senso naif, perché non sembra esserlo – la sua pittura a differenza dell’altra, non insegue uno stadio primigenio e aurorale della natura e del creato, ma è essa stessa concentrato di luoghi fissati nella mente per sempre, appartenuti al suo sguardo interrotto per anni, e poi di nuovo rivolto ai luoghi  della sua giovinezza seppelliti nella memoria, alla luce rischiarante del cambio di vita, e richiamati dal fondo del loro silenzio.
Ha condotto con abilità la serata Maddalena Venuso, Presidente di Terre di Campania, APS, sotto la cura attenta e meticolosa di Giuseppe Ottaviano, uomo visionario.