Editing genetico, da Washington via libera alle sperimentazioni

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Nel corso di un summit internazionale promosso e ospitato dalla National Academy of Science a Washington, negli Stati Uniti, la comunità mondiale dei genetisti, bioingegneri e bioeticisti ha emesso il suo verdetto sull’uso della controversa tecnica di editing genetico CRISPR/Cas-9. Messa a punto di recente, la tecnica sfrutta un meccanismo evolutivo sviluppato dai batteri per intervenire su pezzi del proprio genoma “infettato” da virus applicandola alle cellule umane: diventa così possibile con grande facilità, risparmio e precisione l’intervento di ingegneria anche su singoli geni, sostituendo quelli difettosi con geni corretti. Le possibili applicazioni di tipo eugenetico e l’ancora sommaria conoscenza degli effetti collaterali dell’editing hanno destato tuttavia preoccupazioni tra i bioeticisti, tanto che era stata recentemente chiesta una moratoria internazionale alle applicazioni della CRISPR/Cas-9 per le cellule germinali, quelle le cui modifiche possono essere ereditate dalla prole. Gli scienziati riuniti a Washington concordano nel fatto che la ricerca di base e pre-clinica delle applicazioni della CRISP/Cas-9 sia “chiaramente necessaria” e che debba “proseguire”, dando il via libera anche alla sperimentazione su embrioni umani e cellule germinali, pur specificando che embrioni e cellule modificate non devono essere utilizzate per mettere in gestazione esseri umani. Gli scienziati hanno anche specificato che l’uso dell’editing genetico in applicazioni cliniche dev’essere limitato alle sole cellule somatiche, quelle cioè il cui DNA non può essere trasmesso alle generazione successiva, di modo da limitare gli effetti ai soli pazienti che riceveranno i nuovi trattamenti d’avanguardia, per evitare che potenziali effetti collaterali siano ereditati dalla prole.