Edilizia e agroalimentare
L’Iraq guarda al Sud Italia

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A cura di Bruno Russo La Camera di Commercio Italo-Araba ha organizzato a Cagliari la prima edizione della Borsa Internazionale delle imprese italiane A cura di Bruno Russo La Camera di Commercio Italo-Araba ha organizzato a Cagliari la prima edizione della Borsa Internazionale delle imprese italiane e arabe; evento che rientra tra le iniziative in vista di Expo 2015. La due giorni intitolata “La Sardegna porta del Mediterraneo: internazionalizzazione delle imprese e mercati arabi” ha messo in luce, attraverso ospiti internazionali e workshop tematici, anche le opportunità offerte alle aziende campane. Duecentodieci imprese sarde, 25 arabe e 15 dal resto d’Italia (compresa la Campania) hanno tenuto oltre 300 incontri d’affari. Il Vicepresidente della Camera di Commercio Italo Araba Raimondo Schiavone ha ricordato che “il mondo arabo e la sponda sud del Mediterraneo costituiscono un mercato destinato a crescere. In particolare per quanto riguarda l’agroalimentare (a Cagliari sono state avviate molte trattative sul commercio internazionale di vino, olio e pomodori con gli Emirati); e poi per l’artigianato, l’arredamento, le costruzioni, il turismo. In Egitto c’è poi molto interesse per la tecnologia e la formazione sulle rinnovabili”. Schiavone ha anche aggiunto che si punta a creare “una rete delle Borse Mercato del mondo arabo in tutta Italia”. L’Ambasciatore straordinario e plenipotenziario in Italia a Roma, Saywan Sabir Mustafa Barzani, ha invitato gli investitori italiani a venire in Iraq. “Soprattutto nel settore delle costruzioni – ha affermato – il prodotto italiano da noi è considerato il numero uno; con la Sardegna il primo tipo di rapporto riguarda il petrolio, con altre regioni come Puglia, Calabria e la Campania riguarda anche agroalimentare, turismo e tessile”. “La Campania guarda, in particolare, alle infrastrutture in Iraq, visto che soltanto nel Kurdistan iracheno il governo di Baghdad ha stanziato 5 miliardi di dollari per 500 progetti. Non sempre, è stato rilevato, la delocalizzazione nei Paesi arabi è sinonimo di manodopera low-cost: la Cofiba casertana, ad esempio, utilizza i propri dipendenti italiani in Iraq pianificando al contempo un programma di formazione per la manodopera locale”. “Certo, nessuno si nasconde che la situazione politica dell’area è drammatica e incerta. E tuttavia le imprese campane come Cofiba sembrano scommettere sulla futura normalizzazione di almeno una parte dell’Iraq“. “Per i Paesi usciti dalla guerra – dicono – sarà indispensabile la bonifica del territorio da residuati bellici, e ricorrere a tecnologie d’avanguardia fornite dall’Occidente”. Insomma, a sentire Saywan Sabir Mustafa Barzanila, la prima edizione della Borsa Internazionale delle imprese italiane e arabe ha aperto un ventaglio di opportunità, in particolare alle aziende campane: “Lo sviluppo socio-economico dell’Iraq ha registrato tassi di sviluppo a due cifre, aumento di occupazione e salari, oltre all’interesse verso beni e servizi di alta qualità e specificità offerte dalle imprese italiane del sud”.