Edilizia, Cgil Cisl e Uil : “In Campania persi 45 mila posti di lavoro”

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Un operaio non può salire su un’impalcatura a 68 anni con 40 gradi all’ombra. Ridurre l’età pensionabile per gli edili sarà la nostra battaglia“, lo affermano all’unisono i segretari dei sindacati campani delle costruzioni, Andrea Lanzetta per la Feneal Uil, Raffaele Del Solio per la Filca Cisl e Giovanni Sannino per la Fillea Cgil. Più sicurezza sui luoghi di lavori, rilancio degli investimenti, stop al lavoro nero: saranno queste le parole d’ordine che spingeranno una delegazione di 500 operai della Campania a partecipare alla manifestazione nazionale del prossimo 18 luglio in piazza santi apostoli a Roma, dove le conclusioni saranno affidate ai segretari nazionali della CGIL CISL e UIL, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. L’obiettivo dei sindacati è rivedere la legge Fornero, soprattutto per quanto riguarda l’età pensionabile per i lavori usuranti, come quelli edili. “L’edilizia in Campania ha pagato un prezzo altissimo in termini di disoccupazione – spiega Giovanni Sannino della Fillea Cgil – 45 mila posti di lavoro in meno negli ultimi 6 anni ne sono la dimostrazione“. “Basta politiche del rigore – è il commento di Andrea Lanzetta della Feneal Uil – adesso bisogna puntare sugli investimenti e sulla crescita“. “Per la Campania sono stanziati milioni di euro da investire in infrastrutture, riqualificazioni e messa in sicurezza – ricorda Raffaele del Solio della filca Cisl -, è l’ora che si punti sulla certezza e sulla qualità della spesa“. “Considerando solo gli interventi programmati con i Por Campania 2007-2013 in Regione – denunciano i segretari – sono giunti dall’Europa circa 3 miliardi e 400 milioni di euro circa da impiegare nel settore delle costruzioni che se realmente investiti produrrebbero 55 mila posti di lavoro tra occupati e indotto“. “È necessario istituire un tavolo di confronto con il governo regionale per procedere alla creazione di una consulta regionale delle costruzioni affinché si passi dagli annunci ai fatti – propongono i rappresentanti -, perché va bene la metropolitana di Napoli, la Tav di Afragola, ma per far ripartire veramente il settore bisogna puntare sui lavori di restauro, di riqualificazione e messa in sicurezza, impiegando manodopera altamente qualificata. Periferia Napoli Est, Pompei, Bagnoli, centri storici: solo investendo su queste opere – concludono i segretari – si garantirebbe lavoro a migliaia di edili“.