Economia del mare, rapporto Srm: Il settore continuerà a crescere malgrado i conflitti: +2,4% nel 2024

17

Il commercio via mare globale è aumentato del 2,2% nel 2023 raggiungendo 12,3 miliardi di tonnellate e crescerà del 2,4% al 2024 e del 2,6% al 2025. La situazione nel Mar Rosso non interrompe il flusso dei trasporti marittimi. Il consensus sulle stime prevede una crescita media annua al 2028 dei traffici container del Mediterraneo di poco più del 3% contro il 2,5% della media Mondo. Emerge dal nuovo rapporto annuale di SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) “Italian Maritime Economy”. Il traffico marittimo a corto raggio ha registrato il dato più intenso di sempre a livello europeo nel Mediterraneo con quasi 600 milioni di tonnellate movimentate. Tra gennaio e giugno i transiti medi giornalieri di Suez si sono ridotti a 37 passaggi dai 71 dell’anno precedente. A risentirne di più sono state le navi Container (-69% dei passaggi), le Car Carrier (-84%) e le LNG.
Secondo il Drewry World Container Index, il valore del nolo sui container ha superato i 5.100 dollari il 20 giugno 2024; in aumento di oltre il 233% in un anno. Proseguono l’Integrazione orizzontale e verticale della logistica: i primi 20 vettori marittimi container al mondo hanno quasi raddoppiato la loro quota di mercato, passando dal 48% 2012 al 91% del 2024. I processi di integrazione verticale (M&A nell’ambito della filiera) hanno visto la realizzazione di 5 miliardi di investimenti nel 2023. L’utilizzo di carburanti alternativi ha continuato a progredire, con il 6,5% della flotta in navigazione in grado di utilizzare nuovi propellenti meno inquinanti. Percentuale che raggiungerà il 25% al 2030. Il 50,3% di tutti gli ordini a luglio 2024 è relativo a navi che utilizzano combustibili alternativi (nel 2017 questa quota era solo del 10,7%). I porti e lo shipping italiani sempre protagonisti: il 28% dell’import/export in valore e il 50% in quantità utilizza la nave; Ro-Ro eccellenza italiana con una crescita del 56% nel decennio. Mezzogiorno area strategica per l’Italia: il 47% del traffico marittimo passa attraverso i porti delle regioni del sud. Investimenti in intermodalità e modelli green per crescere: sono necessari investimenti per 80 miliardi di euro per far diventare l’Europa un modello portuale più efficiente e più green.

Gros-Pietro: Blue economy e logistica valgono il 10% del Pil italiano
“L’economia marittima è un pilastro strategico per tutta l’economia italiana. Insieme alla logistica vale quasi il 10% del Pil nazionale e il 12% del Pil europeo. In termini di commercio internazionale, il trasporto marittimo muove tra l’85 e il 90% dei volumi degli scambi del mondo. I soli porti italiani movimentano circa mezzo miliardo di tonnellate di merci all’anno, oltre 70 milioni di passeggeri e 338 miliardi di import export”. Lo ha detto Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa San Paolo, intervenuto in video collegamento. Gros-Pietro ha sottolineato che “il trasporto marittimo è un motore capace di spostare equilibri economici e geopolitici”, ma “i porti e la filiera logistica da alcuni anni affrontano eventi che impattano sulla fluidità delle catene internazionali e incidono sulla competitività dei sistemi economici. Le guerre in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente hanno un impatto diretto sul commercio marittimo e sulla logistica globale. Nel Mar Rosso e nel Canale di Suez si registrano forti disagi al transito per le rotte da e verso l’Asia, un continente dal quale l’Europa importa ed esporta oltre 1.100 miliardi di euro di merci all’anno”. Il presidente di Intesa San Paolo sottolinea anche che “logistica e portualità devono pure affrontare sfide strategiche, come quella della transizione energetica, che significa trovare strade innovative per decarbonizzare tutta la filiera del mare. Notevoli investimenti sono richiesti per ammodernare le infrastrutture e per supportare la decarbonizzazione delle navi, rendendo così i porti motori della transizione energetica. In questi scenari complessi il settore ha mostrato una straordinaria capacità di adattamento. Portualità e logistica hanno dato prova della resilienza delle infrastrutture, della propensione dei nostri armatori a investire e a innovare e della qualità delle imprese del settore”.

Con gli scali del Sud, Italia ponte tra Nordafrica ed Europa
“Srm ci ricorda che circa il 47% della movimentazione marittima italiana avviene nei porti del Sud, ma l’economia del Mezzogiorno costituisce circa il 20% del totale italiano. È evidente che i porti del Sud svolgono un’importante funzione al servizio di tutta l’economia nazionale, assicurandone l’interscambio con il resto del mondo”, ha sottolineato il presidente Intesa Sanpaolo: le nuove sfide della logistica e dei trasporti marittimi nell’area euro-mediterranea. “I porti del Mezzogiorno – ha affermato Gros-Pietro – consentono inoltre all’Italia di essere ponte tra Nordafrica ed Europa nei flussi energetici, che in futuro arriveranno in misura crescente da fonti rinnovabili. È infatti dal Nord Africa che l’Europa potrà importare energia di origine solare ed eolica e con cui dovrà sviluppare una cooperazione fruttuosa, anche manifatturiera, su tutta la filiera delle rinnovabili”. “Sempre al Sud – ancora il presidente di Intesa Sanpaolo – sono stanziati oltre 2,8 miliardi di investimenti riferiti ai porti, tra Pnrr e altri fondi, pari al 33% del totale italiano, una iniziativa senza precedenti. Dalle analisi di SRM, il Mezzogiorno e tutte le sue potenzialità emergono chiaramente come area strategica per l’Italia”.

Grimaldi. Puntare sulla decarbonizzazione 
“Lo shipping e’ fondamentale: se si fermano le navi, si tornerebbe alla preistoria”. Lo ha detto Emanuele Grimaldi, ceo di Grimaldi group e presidente Ics (International chamber of shipping), intervenendo al panel “Il Mediterraneo e il suo valore geostrategico” all’interno del convegno sull’undicesimo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy”. Per questo motivo Grimaldi ha sottolineato l’importanza di ascoltare le richieste della categoria. “Gli aspetti piu’ importanti di cui parliamo nelle associazioni di categoria sono quelli della decarbonizzazione che ci sta a cuore, non e’ qualcosa che possiamo fare noi da soli. Noi armatori dobbiamo avere dei porti che possano essere totalmente decarbonizzati”, ha concluso sul punto.

Scudieri: Abolire i vincoli per competere con Africa e nord Europa
Il Mediterraneo “cresce nel numero di scambi del tre per cento, mentre il resto del mondo si attesta sul 2,5 per cento” e tuttavia “i porti del Nord Europa e dell’Africa sono molto attrattivi perche’ e molto veloci nelle operazioni degli scambi e dunque degli sdoganamento degli scambi”. Ecco perche’ la sfida e’ “reagire utilizzando le stesse leve: sburocratizzazione, propensione agli investimenti e abolire quei vincoli e quei laccioli che ci vincolano ai maggiori dragaggi per ospitare navi di tonnellaggio maggiore, che ci stoppano lavori infrastrutturali dei retroporti che invece sono determinante”. E’ quanto ha sostenuto Paolo Scudieri, presidente di Srm. “Dobbiamo essere veementi e determinati a rappresentare le necessita’ di un qualcosa che e’ ancora conveniente, ancora attratti che non puo’ vivere sugli allori ma deve necessariamente evolversi, leggendo numeri e dati che con competenza Srm sa fornire per una giusta traiettoria”, ha detto Scudieri.

Deandreis: La sfida dei carburanti alternativi
Nel commercio marittimo “le sfide future degli armatori sono quelle dei carburanti alternativi per lo shipping”. Lo ha detto Massimo Deandreis, direttore generale Srm. La crisi nel Mar Rosso e le trasformazioni imposte dai modelli green”. “L’utilizzo di carburanti alternativi – si legge nel rapporto – ha continuato a progredire, con il 6,5 per cento della flotta in navigazione in grado di utilizzare nuovi propellenti meno inquinanti. Percentuale che raggiungera’ il 25 per cento al 2030. Il 50,3 per cento di tutti gli ordini a luglio 2024 e’ relativo a navi che utilizzano combustibili alternativi (nel 2017 questa quota era solo del 10,7 per cento)”. Deandreis ha pero’ avvertito sulla necessita’ di adeguare i porti per far si’ che questa sfida dei carburanti alternativi sia vinta. “I porti devono essere attrezzati, quindi c’e’ ad esempio il tema del bunkeraggio – ha sottolineato il direttore generale Srm nell’analizzare il rapporto -. I porti oggi non sono piu’ luoghi dove partono e arrivano merci, sono hub energetici potenti. I porti devono essere funzionali a produrre energia rinnovabile”.

Nel 2023 i porti italiani hanno tenuto
Nel 2023 “i porti italiani hanno tenuto” ha detto Deandreis.. La crisi nel Mar Rosso e le trasformazioni imposte dai modelli green”. “Alcuni settori sono cresciuti”, ha evidenziato Deandreis. Tra questi Ro-Ro, eccellenza italiana, che nel decennio ha fatto registrare “una crescita del 56 per cento”. “I containers invece hanno avuto dei cali”, ha proseguito Deandreis.

De Carolis: Tra un mese l’Italia riprende il comando in mare
“Nel Mar Rosso siamo presenti dall’inizio dell’anno per la protezione dei nostri traffici. Il comando operativo e’ a guida dell’Ue, il comando in mare si trova invece a bordo di una nave e noi lo abbiamo detenuto fino a un mese fa con un ammiraglio italiano e lo riprenderemo tra un mese”. Lo ha detto l’ammiraglio di Squadra Aurelio De Carolis, capo della Squadra navale della Marina Militare, intervenendo al panel “Il Mediterraneo e il suo valore geostrategico” all’interno del convegno, in corso a Napoli, sull’undicesimo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy”, elaborato da Srm (Centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e intitolato quest’anno “Le nuove sfide dei porti dell’area euro-mediterranea. La crisi nel Mar Rosso e le trasformazioni imposte dai modelli green”. Quella nel Mar Rosso “e’ una missione molto impegnativa. Le navi che abbiamo scortato non hanno mai subito attacchi. Pero’ purtroppo gli attacchi ci sono, stanotte e’ stato colpito un mercantile che purtroppo non era scortato”, ha sottolineato l’ammiraglio De Carolis. L’ammiraglio ha ricordato che ad oggi si sono stati ” oltre 200 attacchi, anche con droni che sono piu’ pericolosi perche’ portano piu’ tritolo all’interno”.