Economia, chi sale e chi scende nel grande mercato del gioco

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Il Covid 19 è ancora tra noi ma gli effetti più pesanti, almeno quelli sull’economia e sugli affari, sembrano essere passati. È il momento giusto, quindi, per guardarsi alle spalle, capire cosa è successo e gettare uno sguardo al futuro. Perché la finanza italiana è ripartita, tra rallentamenti, avvii forzati e difficoltà ovvie. 

Tra i settori che più hanno accusato questa crisi c’è senza di dubbio il gioco pubblico e legale. All’interno di questo ambiente è la componente terrestre, quella tradizionale, ad aver pagato il prezzo più alto. Da un lato è stata la conseguenza scontata delle chiusure e dei lockdown, dall’altro però c’è anche un’altra tendenza ad aver influito in maniera negativa sul gioco fisico: stiamo parlando delle nuove abitudini di gioco degli utenti, sempre più spostate verso l’online. 

I dati della ricerca condotta della piattaforma Upplatform hanno messo in evidenza come, nel 2020, il 70% delle entrate delle scommesse sia partito proprio da dispositivi mobili. Numeri confermati anche dalla Gambling Commission, che sottolinea come durante l’anno in cui è scoppiata la pandemia, il modo più gettonato per giocare online, soprattutto per un target giovane (vale a dire under 35) sia stato il cellulare.

Come si può spiegare questa inversione di tendenza? Come si può spiegare un sorpasso i cui segnali erano iniziati già in era pre Covid 19 ma che adesso risulta epocale, definitivo, totale? Le risposte, prima di tutto, devono essere cercate all’interno del gambling stesso. Le piattaforme di gioco, infatti, hanno investito in maniera massiccia su un marketing di tipo nuovo, dinamico, moderno, digitale e online. Strumento principale in questo discorso sono stati i bonus casino senza deposito proposti delle piattaforme che hanno incrementato notevolmente la visibilità dei brand sulla rete. In seconda battuta la crescita del comparto a distanza si lega ovviamente alla comodità della sua offerta: gli utenti, costretti in casa dai DPCM, avevano un solo canale per giocare. Un canale che, quando la vita è tornata alla normalità, li aveva ormai conquistati: disponibile sempre, ovunque, in qualsiasi posizione.

Il problema, adesso, è cercare di abbinare la crescita inesorabile dell’online a una risalita della componente fisica e tradizionale. A pagare le conseguenze di tutto questo sono ovviamente i lavoratori del comparto terrestre (che ammontano a centinaia di migliaia, divisi in diverse sfere professionali) e infine le casse dell’erario statale. Risanare questa distanza non potrà che portare benefici su tutti i fronti.