Economia, Bankitalia: Nel 2023 la Campania rallenta. Crescita dello 0,7% contro lo 0,9 dell’Italia

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in foto la direttrice della sede napoletana della Banca d'Italia, Daniela Palumbo (foto di Giuseppe Delle Cave)

di Giuseppe Delle Cave

E’ una Campania che rallenta ma che non si ferma quella descritta oggi nella sede napoletana della Banca d’Italia dalla nuova direttrice Daniela Palumbo, da aprile al comando di via Cervantes, e da Luigi Leva, responsabile della divisione analisi e ricerca economica territoriale di Bankitalia. L’occasione è quella della presentazione del Rapporto annuale sull’economia della regione 2023, basato su dati raccolti fino a marzo scorso. “Nel 2023 l’economia della Campania ha rallentato, per l’indebolimento della domanda interna. Secondo le stime della Banca d’Italia, basate sull’indicatore ITER, l’attività economica è cresciuta dello 0,7 per cento (0,9 in Italia), risentendo in particolare della stagnazione dei trimestri centrali dell’anno”, si legge nella sezione dedicata al quadro d’insieme del dossier.

“La debolezza della domanda ha accompagnato e determinato un rallentamento complessivo dell’economia”, ha sottolineato la Palumbo. “Ha inciso più sulla manifattura, i servizi hanno invece continuato a beneficiare delle attività che erano state avviate dopo il Covid. Tant’è che crescono grazie all’espansione dei flussi turistici, che poi hanno anche impattato e sostenuto il traffico dei passeggeri, sia quello portuale che aeroportuale. Le costruzioni invece hanno mostrato un rallentamento per le limitazioni normative per l’accesso al Superbonus”, ha proseguito.

Il report infatti evidenzia come “il rallentamento dell’attività economica” sia “risultato diffuso tra i comparti dell’economia regionale”. Secondo le stime fornite da Prometeia – e citate dalla Banca d’Italia – “nei servizi e nelle costruzioni la crescita del valore aggiunto è stata più contenuta rispetto all’anno precedente; nell’industria manifatturiera la dinamica è invece divenuta negativa”. “I risultati delle nostre indagini sulle imprese – si legge nel Rapporto – segnalano nella manifattura un forte ridimensionamento della quota di aziende con una crescita del fatturato in termini reali rispetto al 2022; il saldo tra queste e quelle che hanno registrato un calo delle vendite è passato da ampiamente positivo a negativo”.

Nel suo intervento in apertura di conferenza stampa la direttrice Daniela Palumbo ha citato il conflitto in Ucraina, lo scoppio della crisi in Medio Oriente e le recenti contrapposizioni politiche ed economiche tra Usa e Cina. “Tutto questo evidentemente ha condizionato le politiche commerciali – ha sottolineato – accentuando i segnali di frammentazione degli scambi, con conseguenti impatti sul piano internazionale. Chi ha sofferto di più è stata l’economia dell’area dell’euro e anche quella del nostro Paese. Ciò ha determinato una crescita modesta pari allo 0,4 per cento, con l’inflazione che ha eroso i redditi e procurato impatti sui consumi e le tensioni internazionali che invece hanno avuto un’influenza negativa sugli scambi commerciali. L’Italia ha registrato sì un rallentamento ma non così marcato, perché la crescita è stata dell’ordine dello 0,9 per cento, denotando una maggiore tenuta rispetto agli altri paesi dell’area dell’euro”. Di qui la Palumbo ha rimarcato come “rallentamento non significhi che si sta perdendo” ma “vuol dire che stiamo crescendo però meno rispetto alla dinamica che abbiamo osservato negli esercizi precedenti e soprattutto nel 2022, dopo la crisi pandemica”. “Il rallentamento c’è stato perché la crescita che noi stimiamo è dell’0,7 per cento, di poco inferiore a quella nazionale”, ha aggiunto. Riconducibile all’indebolimento della domanda, quindi. “Questo indebolimento ha inciso più fortemente sull’industria, in cui abbiamo rilevato una certa contrazione dell’attività, seppure modesta, rispetto ad altri settori che, ancorché in misura diversificata, continuano ad espandersi, con ritmi un po’ differenziati”.

in foto la direttrice della sede napoletana della Banca d’Italia, Daniela Palumbo (foto di Giuseppe Delle Cave)

“Il settore dei servizi, ad esempio, è cresciuto e, mi piace sottolineare, come dalla nostra indagine sui flussi internazionali emerge che qui in Campania c’è stato un incremento della spesa dei turisti stranieri, soprattutto di quelli di provenienza dai paesi anglosassoni, più rilevante (intorno al 27 per cento) rispetto alla media nazionale”, ha spiegato la direttrice. “Le costruzioni invece rallentano in maniera molto più marcata, ma è un rallentamento che ha riguardato per lo più il segmento abitativo perché è un segmento questo che ha risentito delle limitazioni normative per l’accesso al Superbonus. Tant’è che nel primo semestre dell’anno si è riflesso anche sull’occupazione, che poi ha recuperato nel secondo semestre”. La Palumbo ha anche evidenziato in conferenza stampa come la partecipazione al mercato del lavoro delle donne e dei giovani sia ancora troppo bassa in Campania.

Export e turismo ok, resta alta la liquidità delle imprese. Bene anche il lavoro
Ad entrare nel merito del Rapporto, dopo l’intervento della direttrice Palumbo, è stato Luigi Leva. Il dirigente di Bankitalia ha illustrato nel dettaglio l’andamento dell’attività economica nel 2023, partendo dalle imprese. “L’industria è risultata in calo ma già nel 2022 mostrava segnali di debolezza. I servizi e le costruzioni hanno continuato la loro crescita, sebbene in  misura più contenuta rispetto al biennio 2021-2022″, ha esordito. “E’ proseguito il forte aumento delle esportazioni  – ha aggiunto – con una crescita dell’export che è stata identica a quella del 2022 (29,2%), in controtendenza con il dato nazionale, che invece ha fatto registrare un sostanziale ristagno”. Per Leva ciò è riconducibile “per circa 2/3 al Farmaceutico, soprattutto verso la Svizzera, e per 1/4 all’Automotive verso l’Europa e il Nord-America. Indicazioni preliminari per il primo trimestre del 2024 confermano la tendenza espansiva”. Il dirigente ha anche sottolineato come sia “proseguita la crescita dei flussi turistici, soprattutto della componente estera; seppure le presenze rimangano ancora inferiori rispetto ai livelli pre-pandemici”. Focus anche sull’offerta ricettiva regionale, che è migliorata “con una riqualificazione di quella alberghiera nelle località costiere e una crescita particolarmente intensa nella città di Napoli per quanto riguarda l’attività extra-alberghiera di alloggi in affitto e B&B”. Secondo l’indagine Invind “più del 90% delle imprese ha chiuso l’esercizio 2023 in utile o pareggio” con “la liquidità delle imprese che è rimasta su livelli storicamente alti”. Un accenno anche al mercato del lavoro. “La dinamica positiva dell’occupazione (+2,6%) è stata inferiore a quella del Mezzogiorno ma più marcata rispetto all’Italia. In ambito settoriale la crescita ha riguardato agricoltura, industria e servizi. Il tasso di disoccupazione si è stabilizzato al 17 per cento, 3 punti in meni rispetto al 2019. Il tasso di partecipazione è aumentato di 1,5 punti percentuali al 54%”. In chiusura di intervento, Leva ha ricordato che il calo demografico campano “è attribuibile sia al saldo migratorio interno che al peggioramento di quello naturale, diventato progressivamente negativo nel periodo. Secondo lo scenario mediano delle previsioni demografiche Istat, al 2042 la popolazione residente regionale si contrarrebbe del 10,9 per cento (-4,9 in Italia), con una perdita di 420mila unità”. Per conseguire un livello delle forze di lavoro analogo a quello attuale “a parità di tasso di partecipazione al mercato del lavoro degli uomini (67 per cento), quello delle donne si dovrebbe innalzare dal 38 al 61 per cento”.

in foto Luigi Leva, responsabile della divisione analisi e ricerca economica territoriale di Bankitalia (foto di Giuseppe Delle Cave)