Il Covid ha avuto “impatti senza precedenti sul traffico” e costringe easyJet, che per la prima volta nella sua storia ha chiuso in perdita, a riorganizzare le attività in Italia tagliando di un quarto la sua flotta. La compagnia sta programmando di ridurre di 9 unità la propria flotta portando da 36 a 27 gli aeromobili basati in Italia. I 1500 dipendenti ad oggi sono in cassa integrazione, con un meccanismo di rotazione, fino a marzo 2021. Anche in considerazione del blocco dei licenziamenti saranno avviate le discussioni con i sindacati “con l’obiettivo di mitigare l’impatto sui livelli occupazionali e salvaguardare il maggior numero possibile di posti di lavoro”. Il management di easyJet ha appena informato le organizzazioni sindacali, i dipendenti e i principali partner e fornitori di servizi nel mercato italiano della propria intenzione di avviare un processo di riorganizzazione delle operazioni in Italia per far fronte all’impatto senza precedenti della pandemia. Già a maggio easyJet aveva annunciato un significativo ridimensionamento dell’intera flotta e un conseguente piano di ottimizzazione di basi e rotte in tutto il network europeo. In Italia, spiega una nota, coinvolgerà l’operatività delle tre basi nazionali: Milano Malpensa, Venezia Marco Polo e Napoli Capodichino. Nello specifico il piano prevede di ridurre da 22 a 21 gli aerei basati a Milano Malpensa, da 7 a 4 quelli basati all’aeroporto di Napoli e da 7 a 2 quelli basati presso lo scalo di Venezia. Questo a fronte del crollo del traffico passeggeri che, dopo una timida ripresa estiva, IATA stimando per il 2020 in frenata di circa il 70%. Per il 2021 l’associazione internazionale del trasporto aereo, ricorda una nota, prevede che i ricavi delle aerolinee saranno inferiori di oltre il 50% rispetto a quanto previsto prima della crisi e ha confermato che bisognerà attendere il 2024 prima che il traffico aereo ritorni ai livelli del 2019.