Draghi: i giovani vanno assunti, non licenziati

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A cura di Antonio Arricale Le riforme sul mercato del lavoro devono rendere più facile per le aziende “assumere giovani, non licenziarli, o almeno non licenziarli così facilmente”. A cura di Antonio Arricale Le riforme sul mercato del lavoro devono rendere più facile per le aziende “assumere giovani, non licenziarli, o almeno non licenziarli così facilmente”. Dai lavori del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) Mario Draghi torna a incalzare i governi all’azione, soprattutto sul lavoro. La riforma italiana – secondo Draghi – non si tradurrà in massicci licenziamenti perché dopo anni di recessione e la disoccupazione elevata, le aziende hanno già agito. L’attuale situazione di disoccupazione giovanile è legata alle riforme degli anni 2002, con l’introduzione di nuovi contratti molto flessibili, destinati soprattutto ai giovani. Contratti che “hanno depresso la domanda. Con la crisi queste posizioni sono state eliminate”. Da qui la necessità, per le riforme del mercato del lavoro, di rendere “più facile per le aziende assumere i giovani”. E, però, la riforma del lavoro da sola non basta, ribadisce ancora una volta il presidente della Bce. “La sostenibilità delle finanze pubbliche non deve essere messa in dubbio”. Draghi si sofferma sulla situazione dell’area euro, con la ripresa che perde slancio e la necessità di riforme strutturali: ”i governi sanno bene cosa fare. Non hanno bisogno di consigli da noi. Devono semplicemente attuare le loro specifiche riforme strutturali nazionali”. E questo perché “senza riforme, non può esserci ripresa. Troppo spesso le riforme sono state posticipate in tempi difficili e dimenticate in tempi buoni. Ma non sono certo che ci saranno tempi buoni se non facciamo riforme ora. E questo perché i problemi che ci troviamo ad affrontare in Europa non sono ciclici ma strutturali”. Per le riforme così come per la politica monetaria vale – ha aggiunto Draghi – c’è il rischio che fare troppo poco superi quello di fare troppo. É necessario aumentare il potenziale di crescita: “non vedo un’uscita dalla crisi a meno che non ci sia fiducia nel futuro potenziale delle nostre economie”. Il presidente ha assicurato, inoltre, ancora una volta che la Bce è pronta ad agire per spingere l’inflazione e ribadisce che i tassi resteranno bassi per un periodo lungo, non senza difendere le misure finora decise dalla Bce che hanno avuto un “forte impatto”. Soddisfatta delle azioni della Bce si è detta anche il direttore del Fmi, Christine Lagarde, che anzi preme per ulteriori interventi, incluso l’acquisto di titoli di stato, nel caso in cui le prospettive di inflazione non migliorassero. Infine, anche la Lagarde, come Draghi, ritiene importanti fare le riforme strutturali, no, parlarne solo, soprattutto nell’area euro dove il rischio recessione è in aumento. Borse asiatiche Chiusura in deciso ribasso per la Borsa di Tokyo, appesantita dal timori sul rallentamento mondiale dell’economia. L’indice Nikkei ha terminato le contrattazioni in calo dell’1,15% a 15.300,55 punti mentre il Topix si è attestato a 1.243,09 punti in flessione dell’1,40%. Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in netto ribasso. Il Dow Jones ha perso l’1,97%, l’S&P500 il 2,07% e il Nasdaq Composite il 2,02%. I listini azionari hanno annullato i guadagni di mercoledì a causa dei timori sulla crescita mondiale. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 3 ottobre si sono attestate a 287 mila unità, inferiori alle attese degli analisti pari a 294 mila unità e praticamente in linea con il dato rilevato la settimana precedente (288 mila unità). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,381 milioni, inferiore ai 2,410 milioni attesi. Ad agosto le scorte all’ingrosso hanno fatto segnare un incremento dello 0,7% m/m, superiore al valore at teso dagli economisti, pari a +0,3%. Nel mese di luglio le scorte erano cresciute dello 0,3% su base mensile. Sul fronte societario PepsiCo -0,37%. Il gruppo delle bevande ha alzato la stima di crescita dell’utile per l’intero esercizio al 9% contro il +8% previsto in precedenza. Nel terzo trimestre l’utile adjusted si è attestato a 1,36 dollari per azione su ricavi per 17,22 miliardi. I dati sono superiori alle attese. Apple +0,22%. L’investitore Carl Icahn ha esortato il board del gruppo di Cupertino ad aumentare il programma di acquisto di azioni proprie. Gap -12,49%. Il gruppo di abbigliamento ha annunciato che le vendite nel mese di settembre a parità di negozi sono rimaste stabili. Gli analisti si attendevano un progresso dell’1,1%. Il CEO Glenn Murphy resterò alla guida del gruppo solo fino al primo febbraio 2015. Alcoa -4,36%. Il produttore di alluminio ha chiuso il terzo trimestre con un utile adjusted di 0,3 1 dollari su ricavi per 6,24 miliardi. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,23 dollari su ricavi per 5,85 miliardi. Amd -10,21%. Il produttore di chip ha comunicato che il Ceo Rory Read verrà sostituito con effetto immediato dal direttore operativo Lisa Su. ExxonMobil -2,93%. Il petrolio sul mercato Nymex ha toccato il nuovo minimo da dicembre 2012. Europa Eccezion fatta per il Dax, che con un rialzo dello 0,11% si è riportato sopra quota 9 mila a 9.005,02 punti, la seduta dei listini europei si chiude sotto la parità. Il listino francese, il Cac40, ha terminato con un rosso dello 0,64% fermandosi a 4.141,45 punti mentre lo spagnolo Ibex è sceso dello 0,63% a 10.273,7. Nel giorno in cui la Bank of England ha confermato il costo del denaro allo 0,50% e il piano acquisto asset in quota 375 miliardi di sterline il Ftse100 ha chiuso in calo dello 0,78% a 6.431,85. In agenda macro i dati relativi la bilancia commerciale tedesca (da +22,2 a +17,5 miliardi ad agosto) e quella francese (da -5,5 a -5,8 miliardi) e gli indici statunitensi relativi nuove richieste di sussidio di disoccupazione (scese da 288 a 287 mila) e scorte all’ingrosso (+0,7% m/m ad agosto). Italia Piazza Affari ieri ha chiuso ancora in ribasso nonostante un buon avvio di seduta alimentato dai verbali della Federal Reserve che avevano trascinato gli indici a Wall Street. L’indice Ftse Mib ha così chiuso con un ribasso dell’1,33% a 19.382 punti. Mediaset (-5,26% a 2,662 euro) in deciso ribasso dopo i dati Nielsen che hanno evidenziato ad agosto un tonfo del mercato degli investimenti pubblicitari dell’11,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Ancora debole Telecom Italia (-2,29% a 0,832 euro) nonostante la smentita su un’eventuale fusione tra Tim Brasil e Oi. Fiat (-2,13% a 7,09 euro) negativa alla vigilia dell’ultima seduta a Piazza Affari. Da lunedì l’azione verrà sostituita dal nuovo titolo FCA, che nel pomeriggio sbarcherà anche a Wall Street. Finmeccanica ha ceduto il 3,61% a 6,80 euro ma l’Ad Moretti ha confermato le tempistiche per la dismissione del settore veicoli ferroviari. Inoltre, in relazione alla sentenza emessa dal Tribunale di Busto Arsizio (Varese), ha espresso “soddisfazione per l’insussistenza di elementi di corruzione internazionale”. “La sentenza di oggi – ha proseguito Moretti – ci permette inoltre di ulteriormente riaprire quel dialogo anche con le istituzioni indiane che si era interrotto a causa delle note vicende legate alla fornitura di 12 elicotteri AW101 VVIP al Ministero della Difesa del Paese asiatico”. Moretti ha espresso anche il suo “apprezzamento in merito alla circostanza che i due ex manager coinvolti, Orsi e Spagnolini, abbiano avuto uno sgravio della loro posizione”. Le vendite hanno colpito i ti toli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto lo 0,62% a 11,19 euro, Popolare di Milano il 3,40% a 0,624 euro, Intesa SanPaolo il 2,89% a 2,21 euro, Mediobanca il 2,33% a 6,49 euro, Ubi Banca il 4,36% a 6,03 euro, Unicredit il 2,09% a 5,835 euro. Anche Intercos fa marcia indietro e rinuncia allo sbarco a Piazza Affari. Il consiglio di amministrazione della società ha deciso di procedere al ritiro integrale dell’Offerta (Ipo). La decisione segue quella di Italiaonline di pochi giorni fa. “La società – spiega nella nota – ha ritenuto che le condizioni dei mercati finanziari, deterioratesi repentinamente nel corso degli ultimi giorni, non consentano di ottenere una valutazione che rifletta fedelmente il reale valore intrinseco e le potenzialità della società”. Intercos è uno dei principali operatori business to business (B2B) a livello globale nell’ideazione, produzione e commercializzazione di prodotti cosmetici e per il trattamento della pelle.


I dati macro attesi oggi Venerdì 10 ottobre 2014 Riunione annuale Banca Mondiale e FMI; 01:50 GIA Verbali BoJ; 01:50 GIA Indice del settore terziario ago; 07:00 GIA Indice fiducia consumatori set; 08:45 FRA Produzione industriale ago; 10:00 ITA Produzione industriale ago; 10:30 GB Bilancia commerciale (non UE – GBP) ago; 10:30 GB Bilancia commerciale (totale – GBP) ago; 14:30 USA Indice prezzi importazioni set.