Draghi ha deluso le aspettative, borse in calo

51

Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha esteso il quantitative easing fino a marzo 2017 ma non ha incrementato l’importo mensile (fermo a 60 miliardi di euro). I mercati avevano sperato in un aumento a 70 miliardi.
Risultato: crollo dei mercati azionari. È prevalsa dunque la delusione degli operatori. La riduzione del tasso sui depositi a -0,3% è inferiore al -0,4% atteso. Inoltre l’estensione di sei mesi (fino a marzo 2017, “e oltre se necessario”) a volumi invariati del QE è deludente rispetto alla preventivata ipotesi di incremento da 60 a 75 miliardi di euro di acquisti al mese.
In Usa Janet Yellen ha confermato il miglioramento dello stato di salute dell’economia americana (disoccupazione bassa, crescita economia a ritmo moderato e inflazione verso il target) mentre non ha fornito indicazioni sulla possibilità di alzare i tassi già nella riunione di questo mese. La numero uno della Fed ha anche ribadito che le indicazioni arrivate dagli ultimi dati macroeconomici sono compatibili con un incremento del costo del denaro.
Stamani il Ftse Mib segna -0,07%, il Ftse Italia All-Share -0,09%, il Ftse Italia Mid Cap -0,22%, il Ftse Italia Star +0,05%.
Dopo il crollo di ieri i mercati azionari europei registrano una ulteriore flessione: DAX -0,4%, CAC 40 -0,5%, FTSE 100 -0,5%, IBEX 35 -0,8%. Future sugli indici americani in rialzo dello 0,4% circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 -1,44%, Nasdaq Composite -1,67%, Dow Jones Industrial -1,42%. 
Netto calo a Tokyo con il Nikkei 225 che chiude a -2,18%. In rosso anche le borse cinesi: a Shanghai l’indice CSI 300 termina a -1,91%, a Hong Kong l’Hang Seng a -0,81%. Euro in lieve calo contro dollaro dopo il balzo in avanti di ieri pomeriggio, con picco in serata a 1,0980, massimo da inizio novembre. 
EUR/USD al momento oscilla in area 1,0890. Avvio debole per l’obbligazionario eurozona dopo il sell-off di ieri. Il rendimento del BTP decennale rispetto alla chiusura precedente è in rialzo di 1 bp all’1,63%, quello del Bund sale di 4 bp allo 0,66%. Lo spread è quindi in calo di 3 bp a 97.

BORSE ASIATICHE
I mercati asiatici non sfuggono alla tendenza negativa iniziata nella seduta di giovedì in Europa e innescata dagli stimoli annunciati dalla Banca centrale europea (Bce) che hanno deluso le aspettative sia in termini di tassi d’interesse (tagliati da -0,2% a -0,3% contro il -0,4% atteso) che per quanto riguarda gli acquisti di bond, programma esteso di sei mesi, fino al marzo 2017, ma confermato a 60 miliardi di euro mensili, contro i 70 miliardi previsti dagli economisti. Dopo le perdite del 2-3% segnate dai listini europei giovedì e quelle più limitate di Wall Street (i tre principali indici Usa si sono deprezzati di circa l’1,5%), alla riapertura degli scambi in Asia il declino è proseguito.

L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, ha toccato una perdita dello 0,8% portando in negativo la performance nell’intera ottava. Il primo effetto delle decisioni della Bce è stato un deciso apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro, ma anche le altre principali valute (dallo yen, alla sterlina, fino allo yuan) si sono apprezzate nei confronti della divisa Usa.

Il petrolio ha recuperato terreno visto il pessimismo emerso a Vienna da parte dei membri dell’Opec sull’accordo per modifiche alle quote produttive. Anche l’oro si è rafforzato in overnight ma i corsi erano sostanzialmente piatti sui mercati asiatici.
A Tokyo, il Nikkei 225 ha chiuso con una perdita del 2,18% (nel maggiore declino di giornata registrato da fine settembre), portando all’1,9% la flessione nell’ottava. Tra i peggiori performer i titoli dei grandi esportatori (Toyota e Canon su tutti), penalizzati dal rafforzamento dello yen, ma con quasi il 5% di declino in fondo all’indice nipponico è scivolato Japan Steel. Sul fronte macro, l’Ufficio di Gabinetto nipponico ha comunicato che nel mese di novembre l’indice della fiducia dei consumatori in Giappone è cresciuto a 42,6 punti da 41,5 punti di ottobre (40,6 in settembre). Il dato, sotto alla soglia di 50 punti che separa fiducia da pessimismo sin dal marzo 2006, è comunque il più elevato dal novembre 2013 ed è migliore rispetto ai 41,8 punti del consensus. Seduta decisamente negativa anche per Sydney, con l’S&P/ASX 200 che segna una perdita dell’1,46% al termine degli scambi. Più limitato il declino della piazza di Seoul (il Kospi si deprezza dello 0,99%).
Anche i mercati cinesi hanno seguito la tendenza ribassista con la peggiore performance registrata dallo Shenzhen Csi 300, in perdita di quasi il 2% avvicinandosi alla chiusura (e dopo i rally registrati in settimana il guadagno nell’ottava si riduce sotto al 4%). Leggermente migliore (circa l’1,60% il declino) è la performance dello Shanghai Composite, mentre lo Shenzhen Composite limita a sotto il mezzo punto percentuale il suo declino.

Giovedì, intanto, la China Securities Regulatory Commission ha annunciato che un’altra tornata di Ipo è pronta. Le autorità di mercato cinesi in novembre avevano annunciato la fine della sospensione dei collocamenti (decisa in estate nel pieno del sell-off abbattutosi su Shanghai) e sono state dieci le società che questa settimana hanno avviato le loro Ipo. Della nuova tornata, che comprende altre dieci società, fanno parte tra gli altri Shenyang Toly Bread, Henan Thinker Automatic Equipment e Jiangxi Fushine Pharmaceutical.

A Hong Kong, l’Hang Seng è in flessione di circa l’1% (leggermente peggiore la performance dell’Hang Seng China Enterprises Index, sotto indice di riferimento per la Corporate China sulla piazza dell’ex colonia britannica).

BORSA USA
A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in netto calo. Il Dow Jones ha perso l’1,42%, l’S&P 500 l’1,44% e il Nasdaq Composite l’1,67%.

Deludenti i dati macro pubblicati in giornata. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 27 novembre si sono attestate a 269 mila unità, superiori sia alle attese (268 mila) che al dato rilevato la settimana precedente (260 mila unità). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,161 milioni, inferiore ai 2,187 milioni attesi.
L’indice ISM non manifatturiero è sceso nel mese di novembre a 55,9 punti dai 59,1 punti del mese precedente. Il dato è risultato inferiore alle previsioni degli economisti fissate su un indice pari a 58,1 punti. Seppur a un ritmo più lento rispetto ai mesi precedenti è confermata una crescita da 70 mesi consecutivi.

Sul fronte societario male in particolare il settore farmaceutico.

Tra i singoli titoli Dollar General +4,25%. La catena discount ha annunciato una trimestrale con cifre in crescita. L’utile nel terzo trimestre è aumentato a 253 milioni di dollari da 236 milioni dello stesso periodo di un anno prima mentre i ricavi sono saliti del 7,3% a 5,07 miliardi. Escluse le poste straordinarie l’utile per azione si è attestato a 0,88 dollari. Le vendite a parità di negozi sono cresciute del 2,3%. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,87 dollari su ricavi per 5,09 miliardi e vendite in crescita del 2,6%.

Dyax +12,20%. La U.S. Federal Trade Commission ha terminato il periodo di attesa per l’acquisizione della biotech del Massachusetts da parte di Shire per 5,9 miliardi di dollari più 646 milioni in caso di approvazione di un farmaco per il trattamento dell’angioedema ereditario.

Aéropostale -24,96%. Le vendite del retailer specializzato in abbigliamento per teenager sono calate nel terzo trimestre del 20% a 363,3 milioni di dollari, contro i 392,7 milioni di dollari del consensus di Thomson Reuters.

Kroger +4,70%. La catena di negozi al dettaglio ha alzato le stime di utile per l’esercizio in corso a 2,02-2,04 dollari da 1,92-1,98 dollari della precedente guidance.

EUROPA
Le principali Borse europee hanno aperto l’ultima seduta della settimana in calo. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,05%, il Cac40 di Parigi lo 0,08%, il Ftse100 di Londra lo 0,3% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,4%. Sui mercati prevale un clima di delusione dopo il mancato innalzamento del Qe da parte della Bce. Oggi pomeriggio negli Stati Uniti saranno annunciati i dati sull’occupazione, fondamentali per capire le prossime mosse della Fed. In Germania a settembre gli ordinativi industriali sono aumentati dell’1,8% rispetto al mese precedente, battendo stime degli analisti che avevano calcolato un incremento pari all’1,2%. A settembre gli ordinativi erano diminuiti dello 0,7%.

In Spagna la produzione industriale in ottobre è cresciuta del 4% rispetto allo stesso periodo del 2014 dal +3, 7% a/a registrato a settembre. Gli analisti avevano stimato un incremento della produzione industriale del 3,6% su base annuale.

ITALIA
Forte reazione negativa dei mercati nel Bce-day con le nuove misure di allentamento monetario annunciate da Draghi che non hanno impattato con le attese. 
A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha violentemente virato in rosso chiudendo a –2,47% a quota 21.995 punti. Forte reazione sul forex con l’euro balzato fino a quota 1,09 dagli 1,06 circa a cui viaggiava in mattinata. Sul parterre di Piazza Affari forti vendite hanno colpito i bancari complice anche il parallelo aumento dello spread Btp/Bund. 
Tra i peggiori banco Popolare (-4,2%), Bper (-3,68%) e Ubi (-3,31%). Calo di quasi il 3% per Intesa. Fortemente penalizzati anche i titoli esposti al rafforzamento dell’euro contro il dollaro Usa. Luxottica, che genera una parte rilevante del suo fatturato negli Stati Uniti d’America, è arrivata a cedere il 4% a 61,8 euro. 
Molto male anche Campari (-4,99%) che paga l’avvio della copertura da parte di JP Morgan con rating underweight e prezzo obiettivo a 7,5 euro. Infine da segnalare FCA (-2,95% a 12,83 euro) i cui soci hanno approvato lo scorporo di Ferrari. Sergio Marchionne ha preannunciato che a inizio anno (4 gennaio) è previsto il debutto anche a Piazza Affari del titolo del Cavallino Rampante e il primo mese dell’anno vedrà anche l’aggiornamento del piano industriale del gruppo italo-americano. L’ad di Fiat Chrysler ha sottolineato come la separazione di Ferrari permetterà alla Rossa di esplicare al meglio il suo pieno potenziale cogliendo tutte le future opportunità di crescita.

I DATI MACRO ATTESI OGGI
Venerdì 4 dicembre 2015

04:45 GIA Intervento Kuroda (BoJ);
06:00 GIA Indice fiducia consumatori nov;
08:00 GER Ordini all’industria ott;
09:00 SPA Produzione industriale ott;
14:30 USA Bilancia commerciale ott;
14:30 USA Nuovi lavoratori dipendenti nov;
14:30 USA Tasso di disoccupazione nov.