Il Governo Draghi si è insediato il 13 febbraio 2021, il 25 settembre 2022 le elezioni politiche hanno “restituito” un Paese “diverso” causato da un grande riposizionamento della politica. Lettera di risposta a ragazzi francesi intermediata da ragazzi italiani nati in Francia
di Claudio Quintano*
I giovani italiani, residenti in Francia, senza o con il passaporto francese, ma solo per essere iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE), il 25 settembre scorso, hanno votato per la Camera dei deputati e, per la prima volta, se appena diciottenni per il Senato della Repubblica. E’ una grande apertura all’esercizio dei diritti politici fondamentali italiani, raggiungendo l’età dei giovani della Francia, Paese ospitante, che, a 18 anni, già votavano per il Presidente della Repubblica e per il Parlamento. Bisogna tener conto che pur essendo l’età un primo macroscopico riferimento di democrazia, gli schemi procedurali delle votazioni, in generale sono diversi e non facilitano la costruzione dei tasselli di omogeneità che renda facile la comparazione elettorale tra Paesi.
Questa descrive lo sfondo di un’ altra “esperienza cognitiva” di cui sto connotando alcuni miei recenti brevi apporti nel campo della comunicazione, consegnati primariamente qui, a ildenaro.it di Alfonso Ruffo, ma presenti anche a il sussidiario.net ed al Cormez, alcuni assieme al mio carissimo amico Amleto Vingiani, di professione medico. Tale “esperienza” riproduce un’interlocuzione tra persone e tra persone e fatti, come se si prendesse parte a un dialogo, in un “circolo”, le cui “parole sarebbero pronunciate” dai componenti della mia famiglia, allargata agli acquisiti, non italiani, (ed amici abituali familiari, anche di varia nazionalità) intervenendo in una sorta di “conversazione con i giovani amici francesi, spesso assieme ai loro genitori (ed amici abituali familiari anch’essi di varia nazionalità).
L’”esperienza cognitiva” del “circolo” italo – francese dei giovani, del dopo 25 settembre 2022, riguarda i primi risultati dell’elezione del parlamento italiano del giorno precedente.
Le reazioni dei leader francesi alle elezioni italiane – estratto dall’articolo “Dalla Francia agli Usa, le reazioni dei leader stranieri alle elezioni italiane” – de Il Sole 24 Ore
Il presidente Macron ha lanciato un appello per «continuare a lavorare insieme» (qui) in quanto Paesi «vicini e amici» e in quanto «europei». Il popolo italiano – ha osservato Macron – «ha fatto una scelta democratica e sovrana. Noi la rispettiamo». E perché mai la Francia non dovrebbe essere così? La nota dell’Eliseo, commentando il risultato delle elezioni vinte da Giorgia Meloni, è arrivata forse anche per mettere le cose in chiaro, e mandare un messaggio “ufficiale” dalla casa francese.
Perché in mattinata, ad esempio, la sindaca di Parigi, la socialista Anne Hidalgo, aveva scritto su Twitter: «Vittoria dei partiti di estrema destra neofascisti in Italia: una triste giornata per l’Europa, che riporta ai momenti oscuri della sua storia». E aveva così lanciato «un appello a un nuovo slancio e alla mobilitazione incrollabile dei democratici per sconfiggere il populismo che ci minaccia».
Ma soprattutto il primo ministro francese Elisabeth Borne aveva dichiarato in tv che «saremo attenti, con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, a garantire che questi valori sui diritti umani, sul rispetto reciproco, in particolare sul rispetto del diritto all’aborto, siano rispettati da tutti”. Le ha fatto eco – su Twitter – l’ex presidente francese, Francois Hollande, paventando il pericolo: «La vittoria dell’estrema destra in Italia è sia una minaccia per i diritti fondamentali sia un rischio di paralisi per l’Europa. È un avvertimento. Nella confusione politica e con la cancellazione dei partiti, ciò che accade in Italia può prodursi in Francia».
Al contrario, è corsa a congratularsi la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen: «Il popolo italiano ha deciso di prendere in mano il proprio destino eleggendo un governo patriottico e sovranista. Complimenti a Giorgia Meloni e Matteo Salvini per aver resistito alle minacce di un’Unione Europea antidemocratica e arrogante ottenendo questa grande vittoria».
I giovani francesi dicono che invidiano il popolo italiano per avere come leader Mario Draghi, tanto stimato da Macron. Viene portato come esempio la storica manifestazione del 26 Novembre 2021 che si concluse con la Firma del Trattato Italia – Francia al Quirinale
“Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, hanno firmato il “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata” al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e delle delegazioni italiana e francese.
Infatti ciò di cui hanno fiducia tutti e due i popoli, che pur tra posizioni storicamente diverse e complesse, sono stati nell’alveo del mantenimento della democrazia ed hanno costruito insieme l’ Europa dopo la seconda guerra mondiale.
Ma ora non è più proprio così?!
Un pezzo (spigolature) di Lettera aperta alle giovani ed ai giovani francesi, impegnati in questa “esperienza cognitiva”: Queste ultime elezioni hanno “restituito” un Paese “diverso”, da quello del 25 settembre 2022, a causa di un grande riposizionamento della politica e del cambiamento da aspettarsi nei conseguenti meccanismi di funzionamento economico e sociale del Paese, dell’Europa, del Mondo intero, soprattutto in riferimento alle alleanze per mantenere il difficile equilibrio mondiale. In questo momento di crisi epocali internazionali, addirittura sovrapposte l’una all’altra, nell’ultimo triennio, bisognerà avere due identici atteggiamenti costruttivi verso i due diversi collettivi di persone, vincitori e sconfitti che, per nascere dalle urne del 2022 più stagliati rispetto al passato e ci si aspetta sì un numero minore di crisi di governo risparmiando ingenti risorse che si farebbe bene a valutare per metterle in conto nel “costo della democrazia”, ovviamente non l’unica particolarmente critica. Accanto al plauso ai vincitori dell’elezione, dai quali ci si aspetta serietà ed impegno conseguenziale, va il necessario incoraggiamento a coloro che sono risultati sconfitti o che si ritengono danneggiati, ad esempio, soprattutto da situazioni elettorali extra competitive, per la distorsione derivanti dal malfunzionamento, per riflesso, delle riforme istituzionali passate, del sistema elettorale attuale, per l’astensione dovuta alle condizioni metereologiche pessime che hanno condizionato la partecipazione alle operazioni elettorali e simili.
Perché?
Per assicurare un importante incoraggiamento a che una parte della classe dirigente recentissima italiana, e si fa riferimento specialmente alle intelligenze della squadra di Draghi, che ha impostato metodi e procedure di finanziamento europeo assicurando il rispetto dell’ Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, non abbandoni il proprio ben operare nel futuro. Abbiamo bisogno del funzionamento dei meccanismi di dialettica democratica, alimentati, ed ovvio, sia da coloro che sono di maggioranza che di opposizione e che devono alimentare un sano confronto. Alla crescita produttiva, chiamata a risolvere i non pochi tipi di crisi, alcuni delle quali devono prioritariamente far leva la formazione. Tutte le generazioni ne devono essere imbevute e sono chiamate a migliorare la loro efficienza sul piano professionale, e far fiorire la formazione permanente e ricorrente nella misura massima che consenta di allungare conseguentemente anche l’intero raccordo tra l’istruzione superiore, da una parte (qualche giorno fa è stato approvato l’Istituto Tecnico Superiore dal Parlamento Italiano e si allinea così alla Francia, alla Germania), e, dall’altra da quella universitaria. Tutti abbiamo interesse a che si riduca l’evasione fiscale e certamente si troverà una via; i partiti hanno inserito la loro proposta di migliorare il sistema fiscale e verranno assicurate simulazioni sugli archivi fiscali ampiamente digitalizzati. Mi auguro che si possa auspicabilmente raggiungere il comportamento virtuoso francese dei “quozienti fiscali” che mi piacquero, appena i cari genitori di alcuni di voi emigrarono in Francia e vissero questa esperienza che mi fu raccontata. Sono avvantaggiate le famiglie laboriose e numerose, viene lasciato spazio per aiutare le famiglie a reddito più basso per inserire, i non disabili, al lavoro, modificando i meccanismi del reddito di cittadinanza di pura assistenza sperimentato nella legislatura scorsa!
(continua)
* Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli