Dopo 36 anni riapre al pubblico l’antiquarium di Pompei

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Ex voto, statuine, altari, fregi. La manifestazione di gratitudine agli dei dell’antica Pompei, emersa dai resti archeologici della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 dC., non è dissimile dalle forme praticate oggi nel Santuario della Beata Vergine del Rosario. E il parallelismo è evidente nella mostra inaugurata questa mattina negli Scavi di Pompei, intitolata ”Per Grazia madonna di pompeiRicevuta”. L’esposizione permanente ”Sacra Pompeiana” dedicata ai luoghi di culto della Pompei pre-romana e la mostra temporanea ”Per grazia ricevuta. La devozione religiosa a Pompei antica e moderna” sono state allestite nell’Antiquarium, riaperto al pubblico dopo 36 anni. Il nome del soprintendente Massimo Osanna, che ha firmato la riapertura dell’Antiquarium degli Scavi di Pompei, è destinato pertanto a restare nella storia, insieme a quello dell’archeologo Giuseppe Fiorelli che nel 1879 realizzò il prestigioso edificio, chiuso per il bombardamento nel 1943, e al nome di Amedeo Maiuri che riallestì l’Antiquarium nel 1948, chiuso di nuovo dopo il terremoto del 1980.LAntiquarium bombardato ”Per grazia ricevuta” sembra anche un omaggio al ‘miracolo’ di vedere realizzato finalmente un visitor center negli Scavi, con annesso spazio museale in cui si incontra l’antico e il moderno: reperti archeologici e percorsi di realtà virtuale immersiva per rivivere l’esperienza tragica dell’eruzione, mentre scorreva tranquilla la vita quotidiana dell’epoca. Il turista trova anche un moderno bookshop, per proseguire la visita nella vicina Villa Imperiale, lussuoso edificio del I secolo dopo Cristo, mai aperto prima al pubblico, dove sono stati allestiti ricostruzioni di ambienti domestici dell’antica Pompei. E’ Afrodite ad accogliere i visitatori della mostra, dea della fertilità, la cui statua è stata rinvenuta in un tempio extraurbano. E dopo un percorso ricco di pregiati reperti incastonati in vetrine ottocentesche, restaurate e reinstallate nell’Antiquarium, che testimoniano le origini etrusche delle famiglie fondatrici della città di Pompei, ma anche la provenienza da Atene di alcuni manufatti, si giunge agli ex voto della sezione della mostra dedicata al Santuario fondato dal beato Bartolo Longo che, ”sin dall’inizio- ha spiegato l’arcivescovo Tommaso Caputo – ha avuto caro il doppio valore della città di Pompei per il suo patrimonio archeologico e per la devozione alla Vergine del Rosario”. Madonna del Latte Museo Nazionale San Matteo di PisaDalla dea Iside che allatta Horo alla statua della Madonna del Latte, il visitatore passa dalla iconografia della religione monoteista all’atmosfera della spiritualità monoteista, ”da quella naturalistica a quella rivelata per grazia divina”, ha spiegato Francesco Buranelli, ex direttore dei Musei Vaticani, che ha curato questo aspetto della mostra, ideata e organizzata da Giuseppe Lepore, presidente del Centro Europeo Turismo e Cultura. Esposto anche un inedito e sorprendente dipinto di Gino Severini, uno dei più importanti pittori del Novecento, aderente al manifesto del futurismo di Marinetti, ma che a seguito di una crisi religiosa dipinge come ex voto in forma quasi naèf un quadro dedicato alla Madonna di Pompei nel linguaggio tipico degli “ex voto” pompeiani.