Dollaro Usa al massimo contro il cugino canadese

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A cura di Antonio Arricale Il dollaro è salito al massimo di cinque anni contro il cugino canadese la scorsa settimana (e precisamente mercoledì), dopo un sell off innescato dai timori che A cura di Antonio Arricale Il dollaro è salito al massimo di cinque anni contro il cugino canadese la scorsa settimana (e precisamente mercoledì), dopo un sell off innescato dai timori che una crescita globale più lenta possa frenare la ripresa USA. L’apprezzamento della moneta Usa contro il dollaro canadese è stato registrato per tutta l’ottava settimana, che si è chiusa infatti con un incremento dello 0,17%, vale a dire a 1,1274 dollari, non lontano dai massimi della seduta di 1,1284 (supporto intorno al livello di 1,12 e resistenza a 1,1312). Il dollaro si è rafforzato dopo un report che ha mostrato che l’indice del sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan è salito inaspettatamente a 86,4 ad ottobre, il massimo dal luglio 2007. Un secondo report ha mostrato che le vendite delle case nuove sono aumentate più del previsto a settembre, sostenendo così le previsioni per questo settore. I dati hanno rafforzato le aspettative di un aumento dei tassi di interesse Fed nel secondo semestre del 2015. Il dollaro canadese ha avuto una leggera reazione dopo i dati ufficiali che hanno mostrato che l’indice dei prezzi al consumo sono saliti del 2,0% su base annua a settembre, dopo essere saliti del 2,1% ad agosto. I dati hanno suggerito che la Banca del Canada si atterrà alla politica neutrale sul tasso dei cambi durante il prossimo vertice di mercoledì. L’Indice del Dollaro USA, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei altre principali valute è salito dello 0,33%% a 85,31, chiudendo tuttavia la settimana in calo, per la seconda volta consecutiva. Nel corso della settimana corrente gli investitori attenderanno le dichiarazioni del tasso della BoC, con la banca che prevede di lasciare i tassi di interesse all’1,0%. Inoltre il Canada rilascerà i dati sulle vendite al dettaglio. Gli USA, invece, rilasceranno i dati sull’inflazione al consumo, nonché i dati sulle vendite di case esistenti e sulle vendite di case nuove. Ad ogni modo questa la lista degli eventi di maggiore impatto proposta per questa settimana da Investing.com. Lunedì 20 ottobre Il Canada rilascerà i dati sulle vendite all’ingrosso. Martedì 21 ottobre Gli USA rilasceranno i dati del settore privato sulle vendite di case esistenti. Mercoledì 22 ottobre Il Canada rilascerà i dati sulle vendite al dettaglio, l’indicatore della spesa dei consumatori, che rappresenta al maggiore voce dell’attività economica. Gli USA rilasceranno i dati sull’inflazione dei prezzi al consumo, che rappresenta la maggiore voce dell’inflazione. Nel corso della giornata la BoC annuncerà il tasso di interesse e pubblicherà la dichiarazione del tasso. L’annuncio sarà seguito da una conferenza stampa. Giovedì 23 ottobre Gli USA rilasceranno i dati settimanali sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione. Venerdì 24 ottobre Gli USA chiuderanno la settimana con il report sulle vendite di case nuove. Borse asiatiche Avvio di ottava in forte rialzo per la borsa giapponese che in scia al buon andamento di venerdì a Wall Street ha fatto registrare un guadagno attorno ai 4 punti percentuali, allontanandosi così dai minimi degli ultimi sette mesi circa. La flessione dello yen nei confronti del dollaro con le quotazioni tornate in area 107,00 ha aiutato il recupero dei titoli azionari, incoraggiati anche dalle indiscrezioni di stampa secondo le quali il Government Pension Investment Fund incrementerà gli acquisti di azioni domestiche portandole dall’attuale 12% al 25% del proprio portafoglio. Tra i singoli titoli bene Tokyo Fudusan, Hitachi Z osen e Minebea. Anche NEC ha chiuso con un bel progresso del 6,5% per cento grazie ai buoni risultati del primo semestre dell’anno. Positive anche le altre principali piazze azionarie asiatiche. Sul fronte macroeconomico secondo quanto comunicato dall’Ufficio di Gabinetto giapponese il dato finale di agosto dell’indice anticipatore si è attestato a 104,4 punti, rivisto al rialzo dalla lettura preliminare di 104 e contro 105,5 di luglio. Rivisto invece al ribasso l’indice di coincidenza sceso a 108,3 in agosto, contro 109,9 di luglio: la lettura preliminare era di 108,5. Il governatore della Bank of Japan Haruhiko Kuroda ha detto nel discorso d’apertura del meeting dei dirigenti regionali dell’istituto centrale nipponico, che l’economia del Paese sta recuperando gradualmente, anche se la produzione ha dato segnali di debolezza. La ripresa, ha aggiunto, continuerà mentre gli effetti dell’aumento delle imposte sui consumi, in vigore dallo scorso 1° aprile, si affievoliscono. L’inflazione core, verosimilmente, resterà all’1,25% anche in futuro. Kuroda ha ribadito che la politica di quantitative e qualitative easing della BoJ, che sta generando gli effetti desiderati, verrà mantenuta quanto a lungo sarà necessario per raggiungere l’obiettivo del 2% d’inflazione. L’istituto metterà in atto i necessari aggiustamenti per evitare rischi a economia e prezzi. E’ di oggi inoltre la notizia che a poco più di un mese dal rimpasto realizzato dal premier Shinzo Abe, delle dimissioni a sorpresa del ministro di Commercio e Industria Yuko Obuchi, considerata seria candidata per diventare la prima donna premier del Sol Levante. “Mi scuso sinceramente per non poter contribuire a raggiungere una ripresa economica, creare una società in cui le donne possano emergere e ottenere altri obiettivi del governo”, ha dichiarato Obuchi. “Non posso permettere che le riforme economiche e le politiche energetiche siano in stallo a causa di questi problemi”, ha aggiunto riferendosi al motivo ufficiale delle sue dimissioni: un settimanale nipponico aveva sollevato questioni sull’utilizzo da parte del ministro di fondi pubblici e in particolare sull’acquisto di numerosi biglietti per spettacoli teatrali per i suoi sostenitori. Un passato in televisione, la 34enne Obuchi è la figlia dell’ex premier Keizo Obuchi, scomparso nel 2000. Europa Le principali Borse europee hanno aperto la prima seduta dell’ottava deboli. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,39%, il Cac40 di Parigi lo 0,18%, il Ftse100 di Londra lo 0,15% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,35%. Borsa italiana in rosso, Ftse Mib -0,74%. Male MPS e industriali. Il Ftse Mib segna -0,74%, il Ftse Italia All-Share -0,69%, il Ftse Italia Mid Cap +0,38%, il Ftse Italia Star +0,79%. Venerdì l’indice S&P 500 ha terminato a +1,29%, il Nasdaq Composite a +0,97%, il Dow Jones Industrial a +1,63%. I future sui principali indici USA al momento sono in rialzo dello 0,2%.