Dobbiamo la voce alle donne

72

È terminato a Caserta, presso la sede di Magistra, un espressivo progetto di formazione organizzato da Valeria Barletta (Consulta Regionale femminile e Confapi) rivolto a un gruppo d’imprenditrici della provincia.

Voglio raccontare alcune cose importanti su questa esperienza d’apprendimento a cominciare dal luogo dove si è svolta, organizzato, anche questo, prevalentemente da donne.

Lo si capisce subito che ci sono donne:anzittutto la cura degli spazi e del rapporto con l’ospite che si manifesta con accoglienza spontaneamente accurata e attenta alle sfumature, poi l’ armonizzazione estetica dell’ambiente  e la tonalità di leggerezza consistente dispersa nell’aria, compreso il fatto che tutte le persone hanno volti  sorridenti.

Con le imprenditrici parliamo di vari aspetti:del cambiamento, dell’imprenditoria,della leadership, della complessità e delle differenze di genere e quanto queste rappresentino, ancora,un ostacolo iniquo da trattare non sempre superabile.  Anzi.

Tutto molto interessante e  utile, ma la cosa più rilevante è quella sottotraccia che esprime il senso profondo della loro inquietudine vitale, dell’incontrarsi e l’implicita comunicazione che conferma ,a se stesse e agli altri, l’intenzionalità realizzativa e lo slancio verso il futuro, verso quello che domani ( oggi) sarà il cambiamento pensato e desiderato.

Mi vengono in mente altri luoghi ( in politica soprattutto) in cui ogni giorno si parla del cambiamento di domani e quindi ovviamente il cambiamento arriva, ma non quello di cui si parlava e tantomeno quello auspicabile.

Sono donne e per questo, ripeto, hanno una serie di semafori rossi e ambigui gialli da gestire rispetto agli uomini, però sono donne e quindi hanno anche una serie di vantaggi.

In genere le donne, quelle brave, hanno più sensibilità nel cogliere i segnali deboli, nel vedere il colore delle nuvole, sentire il vento, seguire le tracce degli uccelli in volo e ascoltano più intensamente, così riescono a vedere meglio.

Alcune di loro raccontano e descrivono la loro ambizione con sentimento di appartenenza attiva :sono coautrici di quello che narrano e ne sono consapevoli.

Nei loro discorsi e idee sul futuro  l’innovazione è considerata, prevalentemente, una variazione, una scheggia che feconda la norma ma non la stravolge.

Considerano il valore della conservazione con trasgressioni incrementali, capiscono che la “disobbedienza”alla norma deve essere intelligente ,in una  discontinuità che abbia una sua lucida continuità nel lavorio interstiziale sapendo della fatica e del cammino da compiere.

In alcuni momenti di discussione ( anche informale ) si sente che in loro sogno, visione, rito, mito,ordine, conservazione, protezione, difesa,rigore e dolcezza s’intrecciano in forme di spontaneità che hanno  valore per stare insieme e ottenere, insieme ora e qui, il futuro:accogliendolo e decidendolo.

Sanno dove sono e anche cosa non sanno.

Se  fanno alcune cose sanno dove possono arrivare, così come sanno dove possono arrivare, o arretrare, se non fanno nulla,ma le donne possono arrivare ovunque nel futuro, perché spesso oltre ad immaginarlo ci sono già.

Lo sanno di più se se lo dicono insieme e forse insieme possono arrivare oltre.

Queste donne  sono consapevoli del valore della femminilità come tratto distintivo della propria identità, anche imprenditoriale, ma non in termini sciocchi di contrapposizione o ancor peggio di conflittualità, ma di complementarietà, integrazione, sinapsi, sinergia.

Tra loro e con gli altri superando remore stucchevoli.

Uu altro aspetto straordinario che hanno le donne ( spesso) è la loro capacità di trattare in termini poetici il mondo e saperlo raccontare.

Le donne, quasi tutte le donne, hanno maggiore capacità narrative e anche di costruzione della narrazione, della poesia consentendo lo stupore dell’inaspettato che appare come rivelazione di orme nel vento.

Allora costruire narrazioni che attraggano, propongano, inventino, comunichino, spingano dolcemente identificazioni emotive per le occasioni di vita di lavoro, può diventare un nuovo e avvincente modo di costruire il futuro.

L’eccezionalità della femminilizzazione è creata dalla sua rilevanza emotiva, che diventa nota, colore, sapore, di uno specifico atto, esperienza consumo e lesfumature, i particolari di un gesto, di un’idea, come di un prodotto diventano elementi distintivi di quel nuovo (e antico) modo di  agire che possiamo definire extra femminile.

Parlo con questo gruppo di donne e capisco che le loro occasioni di vita e di progetto costituiscono, in questo quadro vitale, potenziale di cambiamento da favorire e stimolare per ottenere risultati che possono diventare straordinari in forza della loro intenzionalità realizzativa.

La bellezza del progetto che ognuna di loro ha, unita al caso che è una parte di vita che è pronta a premiare la loro inquietudine, è seducente, perché implica la promessa del benessere: essa è connessa con la novità, la curiosità, l’incompiutezza, l’euforia e con la tenacia.

Le donne sono naturalmente più portate a considerare la complessità del mondo e a capire e agire in termini multidimensionali, gli ossimori o contraddizioni .

Gli ossimori sono prevalentemente femminili: Il mantenimento di scelte possibili piuttosto che una scelta forzata valorizza quanto è già insito nel concetto di desiderio che essendo qualcosa che è ancora da realizzare, offre la spinta motivazionale per l’azione.

Tanto più i desideri sono molteplici e diversi per numero e caratteristiche, tanto più l’energia attivata sarà maggiore.

Non si deve censurare la molteplicità conflittuale dei desideri ma occorre ,invece ,aumentare le condizioni per essere titolari di sfide che considerano la complessità una grande opportunità per vivere meglio.

Quindi la sfida, tra le sfide, è di valorizzare la propria identità insieme con quella dell’altro (uomini e donne) tra processi d’integrazione e differenziazione superando la dialettica del falso nemico e riuscendo anche a riconoscere quello vero che non sempre è di genere.

Queste sono donne di una città del Sud, ma donne così ci sono ovunque: devono incontrarsi, dobbiamo incontrarle.