Distretti Agroalimentari, export a gonfie vele per la Campania nonostante il Covid

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Export agroalimentare italiano a gonfie vele nonostante il Covid. Lo riferisce il report sui Distretti Agroalimentari di Intesa Sanpaolo. Il contributo più importante alla crescita dell’export dei distretti agro-alimentari nel semestre viene da parte della filiera della pasta e dolci: il bilancio nei primi sei mesi del 2020 sfiora il 20% di crescita tendenziale. Numeri da capogiro per l’Alimentare di Parma, in progresso del 42,4%, che eguaglia così, nei primi sei mesi del 2020, le vendite sui mercati esteri realizzate in tutto
il 2019. Crescita record soprattutto verso la Francia (+130% corrispondenti a 65 milioni di euro di esportazioni in più rispetto al primo semestre del 2019), dove crescono soprattutto le vendite di prodotti da forno (53 milioni in più, triplicati rispetto allo scorso anno); crescono i flussi anche verso Germania, primo partner commerciale (+15,5%) dove sono molto apprezzati gli altri prodotti alimentari tra cui i piatti pronti (11 milioni in più corrispondenti al +30% tendenziale). Risultati lusinghieri anche per i comparti pasta dell’Alimentare napoletano (+30% nel semestre, 61 milioni in più), dell’Alimentare di Avellino (+52%; 31 milioni di progresso) e dell’Olio e pasta del barese (+22%, quasi 15 milioni in più). Molto bene anche il distretto della Pasta di Fara (+25%) e dei Dolci e pasta veronesi (+10,4%). Lieve contrazione per il distretto più importante in termini di valori esportati, quello del Dolci di Alba e Cuneo (-2%); più accentuata quella del Caffè di Trieste (-16,5%) penalizzato dai minori ordini provenienti dal canale Ho.Re.Ca., solo parzialmente
compensati dagli incrementi dei consumi domestici.