Diplomazia Usa preoccupata per il futuro di Leonardo

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In foto Lewis M. Eisenberg, ambasciatore degli Usa in Italia

L’indecisione politica del momento si riflette anche sul mondo imprenditoriale ed industriale con un occhio particolare ai progetti per i colossi fondamentali, indirizzati da accordi e ammiccamenti direzionali che non si sa con nuovi governi, se si potranno replicare e secondo quali prospettive. In poule position i progetti che riguardano Leonardo Company, perché il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti e l’ambasciatore Usa in Italia Lewis Eisenberg stavano apertamente benedicendo la svolta di Leonardo di stampo Atlantico, approvandola politicamente in un incontro bilaterale dello scorso maggio: la Lega, in tal senso, si confermava anche nel settore della Difesa come la forza governativa più aperta a un rafforzamento dell’asse atlantico.
Leonardo è pronta a costituire la sua consociata canadese e, vuole giocare un ruolo di primo piano nella progettazione satellitare. Tale strategia è destinata a svilupparsi attraverso l’acquisto della filiale canadese di Maxar e, soprattutto, l’ampliamento della partecipazione al programma NorthStar Earth & Space, la piattaforma di servizi di informazione globale e che monitorerà la Terra e lo spazio. Il progetto, lanciato circa un anno fa, con sede a Montreal, e che ha immediatamente attratto partnership strategiche, tra le quali l’Alleanza Spaziale Europea, che include Leonardo. Al contempo, Leonardo mira a un’azione a lungo raggio oltre Atlantico per rafforzare i suoi galloni di affidabile fornitore estero della Difesa Usa: l’affare completato a settembre 2018 che ha portato a un appalto da 2,4 miliardi di dollari per 84 elicotteri da trasporto Aw-139 ha garantito all’erede di Finmeccanica un ruolo da prime contractor negli States. Infine, sotto il profilo politico l’amicizia tra Leonardo e gli Stati Uniti consentirebbe al gruppo di Piazza Montegrappa un’estensione dei suoi rapporti con la Cina che non sarebbe vista di cattivo occhio qualora si limitasse alle già consistenti forniture civili che Leonardo ha in programma di compiere verso l’Impero di Mezzo. L’affare altresì che segna il progetto strategico che evidenzia il solco del rinnovato atlantismo di Leonardo è legato a un progetto ideato dal Regno Unito: il programma Tempest per lo studio, la progettazione e la realizzazione di un caccia di sesta generazione destinato a sostituire l’Eurofighter Thypoon, e in Europa in competizione con quella cordata franco-tedesca espressione del concetto eurocentrico di comparto della Difesa, e mai generoso verso le competitività e potenzialità tecnologiche del nostro know how aerospaziale che va da Aerfer alla Leonardo passando per la famosa Alenia che realizzo’ l’unione con l’eredita storica è strategica di Aermacchi. Se Eisemberg ha benedetto ciò che bolliva in pentola ora le carte si potrebbero rimischiare e i nuovi interlocutori, non essere egualmente allineati alle direttive e alla politica che l’asse Atlantico richiede senza fare troppo rumore, al contrario di noi stessi . In Italia però i giganti dell’industria come Leonardo non possono aspettare al palo delle negligenze politiche, mentre il flusso adiabatico di altri Paesi scorre feroce in produttività. I grandi progetti restano ancora troppo vincolati alle diatribe politiche dello Stato, e se l’Ambasciatore Eisemberg ha dato una certa direzionalita’ alle scelte future, è proprio per fare in modo che non esistano stalli industriali , in un momento in cui l’Europa deve fare i conti con gli USA e gli USA con le potenze emergenti, che nel loro isolamento sono riuscite a creare una produttività da esempio.