Digitale, solo il 12% delle Pmi è aperta all’Open Innovation

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Solo il 12% delle pmi e’ aperto alla “Open Innovation” mentre tale percentuale sale al 40% per le grandi imprese. E’ quanto emerge dalla ricerca “Open Innovation – Paper” EY-Universita’ Cattolica di Milano effettuata con 157 aziende italiane e presentata al Digital Summit di Ey a Capri. Per Open Innovation si intende un determinato processo legato alla competitivita’: il concetto e’ quello di aumentare la possibilita’ che le persone che lavorano all’interno di una sola organizzazione e particolarmente talentuose e intelligenti, possano mettere le loro facolta’ a disposizione di un progetto di innovazione aperto soprattutto al dialogo con l’esterno. La ricerca rileva inoltre che tra le modalita’ prevalenti di Open Innovation adottate dalle aziende emergono i rapporti con le Universita’ (35%), lo Scouting delle Startup (20%), le Call4Ideas (11%) e gli Hackathon (9%).
Con un panel selezionato di aziende sono state approfondite le questioni che ostacolano e quelle che abilitano l’Open Innovation: il 53% intende fare Open Innovation ma non ha risorse e competenze per una gestione adeguata; il 60% ritiene che il maggior ostacolo nel fare Open Innovation sia la Cultura interna ed il Change Management; il 37% ritiene che il maggior abilitatore al cambiamento sia il Commitment del Top Management e l’80% delle imprese chiede come supporto all’Open Innovation metodologia, Networking e agevolazioni economiche. Gli esperti ritengono quindi fondamentale un cambio “culturale” interno alle imprese, “un sistema formativo orientato anche a favorire lo sviluppo di competenze soft e digitali, un sistema universitario che coniughi e si misuri su ricerca di base e la capacita’ di generare innovazione nel contesto economico, punti di riferimento del sistema Italia per aiutare le imprese a intraprendere questo percorso”.