Digital Divide, la rivolta dei provider indipendenti parte dal Sud

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Piccole e medie imprese, rappresentanti delle istituzioni e delle authority, e alcune sorprese come la presentazione di progetti di eccellenza. È ricco il parterre di Apro19, l’appuntamento annuale gratuito che Assoprovider, associazione dei provider indipendenti, promuove per fare il punto sullo stato delle telecomunicazioni nel nostro Paese. Venerdì 28 giugno nell’Auditorium Roma Eventi in via Alibert 5/a a Roma, dalle ore 10 alle ore 18,30 si terrà l’incontro Digital Divide, la forza dei piccoli Operatori italiani per le telecomunicazioni del Paese: passato, presente e futuro delle TLC Made in Italy.
“Spiegheremo davvero cos’è il 5G, che non è una rivoluzione come si legge ovunque oggi, e racconteremo la nostra formula per la lotta al digital divide che sta bloccando lo sviluppo di questo Paese”, spiega Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider.

Un parterre di ospiti prestigiosi
A discutere del presente e del futuro delle tlc italiane ci saranno, tra gli altri, Paolo Romani e Antonello Giacomelli, rispettivamente ex ministro delle telecomunicazioni ed ex sottosegretario con delega alle comunicazioni, Marco Bellezza del Mise, consigliere giuridico per le comunicazioni e l’innovazione digitale del vicepremier Di Maio. Altri ospiti presenti: Michele Gubitosa (M5S), Nicola Fratoianni (LEU), Elena Murelli (LEGA), l’economista Matteo Decina e Antonio Nicita, uno dei commissari di AGCOM.

La sperimentazione del 5G in una comunità rurale in Sicilia
Gli interventi dei consiglieri di Assoprovider punteranno a smascherare tutte le informazioni sbagliate sul 5G e a spiegare come questa tecnologia vada usata per portare benefici a tutti (e non solo a pochi operatori): “La vera rivoluzione sono stati i transistor e il protocollo TCP IP, il 5G può esistere solo grazie a queste reali innovazioni. Oggi la sperimentazione della tecnologia è affidata a un solo operatore che la offre in una sola parte del Paese. In questo modo, non c’è alcun modello di sviluppo reale. La chiave è l’interoperabilità, la condivisione di saperi, la presenza di tanti player diversi sul mercato”, continua Bortolotto.
Non sono solo chiacchiere. Assoprovider – con uno dei membri del consiglio direttivo, Paolo Di Francesco- ha già inaugurato un progetto che porterà le prime sperimentazioni del 5G a Busseto Pallizzolo, una comunità rurale siciliana. La sua azienda è fresca vincitrice di Flame, una open call finanziata dalla Comunità Europea:
“Eviteremo un approccio dall’alto, la tecnologia non va mai imposta così. Con il dialogo con i cittadini sperimenteremo alcuni servizi e altri li immagineremo. Solo con un’intensa attività di sperimentazione, potremo poi capire cosa può funzionare o meno, e diffondere le idee migliori ad altre comunità rurali italiane ed europee”, spiega Paolo di Francesco.

Come combattere il digital divide
Assoprovider è da sempre in prima linea nella lotta al digital divide, che sta creando sempre più nuove forme di emarginazione sociale: “Bisogna avere il coraggio di dire basta ai modelli di business che concentrano tutto nelle mani di pochi operatori. Il digital divide si combatte con modelli di business che coinvolgono i piccoli operatori locali delle tlc. Sono proprio loro che da sempre sperimentano nuove tecnologie, collaborano, e si occupano concretamente di portare Internet in zone considerate a fallimento di mercato”, conclude Bortolotto.

Assoprovider è l’associazione, con sede a Nocera Inferiore, che dal 1999 riunisce i primi fornitori di Internet (gli Internet Service Provider) che hanno contribuito con le loro battaglie contro le multinazionali a diffondere la Rete nel Paese. Tra le conquiste dell’associazione, l’approvazione della “Legge Salvaprovider”, che ha equiparato gli ISP agli operatori telefonici. E la liberalizzazione del WIFI nei locali aperti al pubblico o aree confinate di frequentazione pubblica.