Differenziata, in Campania aumentano i Comuni “ricicloni”: +20% in un anno

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In Campania aumentano i comuni “Ricicloni” che, nel 2015, hanno superato il 65% di raccolta differenziata, segnando un aumento del 20% rispetto allo scorso anno. Sono 345 le città e cittadine che hanno raggiunto la quota del 55%. Risultati che fanno della Campania, con il 49,13 di raccolta differenziata, la regione più virtuosa dell’intero Mezzogiorno e con performance migliori anche di regioni del Centro e del Nord. Questi i risultati della XII edizione del Premio Comuni Ricicloni Campania 2016 di Legambiente, il riconoscimento ai Comuni per la migliore qualità di raccolta differenziata. Tortorella, piccolo comune salernitano di 545 abitanti con 98,16% di RD è il “Comune Riciclone Campano” 2016. Al posto d’onore Marzano di Nola (Av) con l’83,85% di raccolta differenziata; medaglia di bronzo per Montesarchio (Bn) con il 82,83% RD. Per quanto riguarda la classifica dei capoluoghi di provincia la maglia rosa spetta a Benevento con 65,23% di raccolta differenziata, seguita da Salerno con il 64,05%. Terza Caserta con 47,84% e Avellino con 34%. Napoli chiude con 24,96%. A livello provinciale, Salerno è leader con il maggior numero di comuni ricicloni pari a 73, seguita dalla provincia di Benevento con 61 comuni, poi Avellino con 29 comuni, chiudono Caserta con 24 comuni e la provincia di Napoli con 12.
“I risultati di Comuni Ricicloni – commenta Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania – dimostrano che insistere sulla strada della raccolta differenziata, stimolando e supportando le amministrazioni locali e sensibilizzando i cittadini è una scelta vincente. Esiste una Campania riciclona, radicata, che si consolida in quantità e qualità. Quello dei comuni ricicloni è un vero concreto cambio di passo e dimostra – aggiunge – che una Campania libera dai rifiuti è un sogno realizzabile”. “I dati complessivi sulla raccolta differenziata confermano quello che diciamo da tempo: l’inceneritore da realizzare in Campania, come previsto dall’ultimo decreto del Consiglio dei ministri, è inutile, non serve. Ormai i comuni campani investono sulla prevenzione della produzione di rifiuti e della massimizzazione del riciclo e sono pronti a lanciarsi verso la nuova sfida della riduzione del secco residuo da avviare in impianti di incenerimento e in discarica. È questa la strada da percorrere che – conclude Buonomo – nei fatti decreta la definitiva rottamazione di questo sistema impiantistico che ha caratterizzato gli anni ’90 e 2000”