Difesa ostinata della privacy

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Nelle tragediec’è spesso qualcosa di ridicolo che non lenisce il dolore, ma, anzi, esaspera la rabbia. Quando, poi, siverifica in un paese 2.0 e h/24 come Nelle tragediec’è spesso qualcosa di ridicolo che non lenisce il dolore, ma, anzi, esaspera la rabbia. Quando, poi, siverifica in un paese 2.0 e h/24 come la Germania, si rimane addirittura perplessi. Noi siamo campioni del ridicolo, quindi tutto è accettato perché scontato. Ma quando certi episodi accadono in luoghi di eccellenza, si rimane senzaparole perché – come nella barzelletta dell’inferno tedesco – ci si aspetta un tasso di errore zero. Invece, è proprio in quei luoghi, alla continua ricerca della perfezione – un tempo i loro antenati deviati tentarono addirittura di realizzare la razza pura – che avviene l’inimmaginabile e che, in effetti, chissà perché, non accade nei paesi a conduzione fatiscente. Dove mai a un pazzo è consentito pilotare un aereo di linea? Esiste un’altra cultura in cui un medico è talmente ligio all’osservanza del segreto professionale dal guardarsi bene di informare le autorità della pericolosità sociale del suo paziente? Neppure genitori e fidanzate hanno avanzato sospetti. In Italia fu defenestrato un prefetto che intimava saggiamente alle madri di vigilare sui figli in modo da poter curare tempestivamente eventuali vizi insorgenti. Persino simili personaggi, che stoltamente non apprezziamo, potrebbero migliorare l’Europa, assieme a tanti altri che costituiscono la ricchezza del nostro paese. Noi, invece, ci genuflettiamo davanti a un’efficienza che crede di poterci dettare le norme di comportamento, senza renderci conto che non ne ha affatto l’autorevolezza. Professionalità dei criminali Solo in una società malata, come la nostra, c’è chi aggredisce senza altro scopo che procurare del male, fisicamente, a uno sconosciuto. Solo per ammazzare la noia, creando problemi, talvolta piuttosto gravi, alle vittime casuali. C’è chi ha le ossa rotte, altri gli occhi lividi, qualcuno addirittura in coma. A gruppi di quattro vigliacchi vanno in giro nottetempo per malmenare chi, giovani o anziani, cammina isolato. Il piacere è vedere il malcapitato finire in ospedale. Non lo derubano, neppure del cellulare. Non è una rapina. Solo lesioni, inutili. Quello è lo svago. Il codice penale dovrà prevedere al più presto il reato di idiozia e malvagità. Spesso si tratta di minori che, quindi, vengono solo identificati e rimproverati. Se gli aggrediti sono in due, contro quattro o più aggressori, rischiano l’accusa di rissa. Lo stato non c’è. E neppure la politica. Anzi, maggiori sono i nostri problemi, meno ci accorgiamo dell’inefficienza di chi gestisce la nostra vita. Mancano gli ideali. I giovani non cedono più in nulla. Perché non c’è un modello cui ispirarsi o una prospettiva intrigante. Quei teppisti sono i nostri figli o i ragazzi della porta accanto. Se continua così, finiremo col rimpiangere la criminalità, che, almeno, a parte il danno materiale, cerca di procurare alle vittime meno disagi possibili. Assisteremo presto all’insorgere di giustizieri solitari, cittadini che si sostituiranno alle forze dell’ordine per fare da sé pulizia delle città. La società deve pur difendersi, soprattutto dalla stupidità e dalla codardia. Così nacque la mafia. Così scoppiano le guerre civili. A dispetto di Salvini e Meloni e delle loro speculazioni populiste, nessun clandestino né zingari sono autori delle aggressioni. Questo tipo di delinquenza è di pura demenza nazionale. Complici insospettabili Stiamo uscendo dalla crisi. Purtroppo è solo una parola d’ordine, che tutti ripetono perché il capo – ieri il padrone – lo impone. Magari fosse vero. È una menzogna che si basa su un fantomatico + 0,1% e si ammannisce per distrarre l’opinione pubblica ogni volta che scoppia uno scandalo o si scopre una nuova anomalia nel funzionamento dello stato. Seppure si sposti in tram e con aerei di linea, anche il nuovo Presidente, su cui riponevamo le ultime speranze di verità, ripete l’annuncio. L’Expo è un’occasione che non dobbiamo sprecare. Ma tace che il nostro padiglione non sarà ultimato per l’inaugurazione. Finiremo col credere che una stregoneria abbia colpito da qualche anno gli inquilini del Quirinale, un tempo punto di riferimento degli italiani. È tutto in ritardo. Puntuale sono solo privilegi e corruzione. Chi avrà il coraggio di tagliare il nastro? Gli stessi incapaci che prendono in giro i cittadini, mai contestati dai media? La più aspra critica mossa da autorevoli columnist è aiutiamo il premier a difendersi da se stesso. Pover’uomo: lui vittima, non il paese. Non c’è neppure un’opposizione adeguata, essendo saliti tutti – senza dignità, come giornali e notiziari radiotelevisivi – sul carro del vincitore. Eravamo un prototipo di democrazia, che, da quando ci siamo ingenuamente consegnati a chi sembra in gamba – seppure non abbia alcuna formazione, né cultura e neppure esperienza – si sta sgretolando sotto gli occhi di tutti e nessuno, chissà perché, alza un dito per arrestarne il crollo.