Dieci anni di Papa Francesco, la lectio di monsignor Baturi: Al centro del suo pontificato poveri, cura e dignità

86

“Nel suo documento programmatico, l’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, Papa Francesco offre una sintesi mirabile della sua considerazione del tema sociale. Il kerygma, l’annuncio del Vangelo ai non credenti, possiede un contenuto ineludibilmente sociale: nel cuore stesso del Vangelo vi sono la vita comunitaria e l’impegno con gli altri. Il contenuto del primo annuncio ha un’immediata ripercussione morale il cui centro è la carità. I principi sociali non sono desunti dalla filosofia immutabile o dal diritto naturale, ma sono implicazioni necessarie dell’annuncio del Vangelo, il cui cuore è l’esperienza di un amore che non può non avere conseguenze antropologiche, sociali e cosmologiche, per la vita della persona, della comunità e del creato”. E’ il passaggio centrale della “lectio” che il segretario della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, ha tenuto in occasione dell’evento “2013-2023. Dieci anni di magistero sociale di papa Francesco”, promossa dall’Ente microcredito presso il Centro Convegni Carlo Azeglio Ciampi della Banca d’Italia.

“La Chiesa non dà indicazioni socio-politiche specifiche – ha detto ancora monsignor Baturi -, affidate alla responsabilità dei dirigenti politici e sociali. Tuttavia, nel corso dei secoli, e alla luce del Vangelo, la Chiesa ha sviluppato alcuni principi sociali che sono fondamentali per preparare il futuro di cui abbiamo bisogno: il principio della dignità della persona, il principio del bene comune, il principio dell’opzione preferenziale per i poveri, il principio della destinazione universale dei beni, il principio della solidarietà, della sussidiarietà, il principio della cura per la nostra casa comune”. “Tutti questi principi – ha sottolineato quindi – esprimono, in modi diversi, le virtù della fede, della speranza e dell’amore, che non sono sentimenti ma atteggiamenti. La forza di questa impostazione, si rivela sorprendentemente nella centralità, per rinnovare il mondo, di uno sguardo contemplativo, la cui energia non consiste certo in una astrattezza”. “Lo sguardo contemplativo – ha detto ancora – guarda nel profondo e spinge in avanti. Il Papa ha parlato di questo sguardo contemplativo a proposito della crisi ambientale e poi ancora a proposito della guarigione del mondo in seguito alla crisi pandemica”.
L’evento, è stato aperto dall’indirizzo di saluto del Vicedirettore generale della Banca, Piero Cipollone, introdotto dal presidente dell’Ente per il Microcredito, Mario Baccini, e moderato dal giornalista vaticanista Piero Schiavazzi.
Il Vicedirettore della Banca D’Italia, Piero Cipollone nel portare l’indirizzo di saluto ha sottolineato come “ dobbiamo recuperare la consapevolezza della centralità del nostro ruolo e dell’importanza dei valori a cui si ispirano i nostri comportamenti. I modelli economici – ha sottolineato –  assumono come elementi esterni, come dati esogeni, le preferenze degli individui e le tecnologie. Detto in altri termini le preferenze sono i nostri valori, quello a cui noi attribuiamo importanza, ciò per cui noi siamo disponibili a spendere le nostre risorse. I meccanismi di mercato per se non sono ne buoni ne cattivi; nella forma più semplificata sono un meccanismo efficiente per allocare le risorse di cui disponiamo per soddisfare i nostri bisogni le nostre preferenze. Se queste ultime incorporano la dimensione etica questa sarà riflessa negli esiti allocativi del mercato e si potrà evolvere da una visione orientata esclusivamente alla produzione della ricchezza e alla crescita a una visione funzionale a uno sviluppo umano integrale: materiale, socio – relazionale, spirituale”.
“Sono trascorsi cinque anni dal giorno in cui, nel febbraio 2018,l’Ente Nazionale per il Microcredito, che ho l’onore di presiedere, sottoscriveva con la Banca d’Italia un protocollo d’intesa recante, insieme alla mia, la firma dell’allora Vicedirettore Generale, Fabio Panetta, oggi membro italiano del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea”, ha esordito il Presidente dell’Enm, Mario Baccini nel suo discorso sottolineando che “Desideriamo portare in alto la “cultura del microcredito”, intesa come idea di una finanza che si fa piccola, che si fa “micro”, per rendere sempre più grande, sempre più “macro”, l’area di coloro che ne beneficiano e farne momento di formazione, come questa mattina, per la classe dirigente del Paese. Ma desideriamo altresì continuare a operare dal basso, a partire dalle migliaia di microimprese – diciottomila nell’ultimo triennio – alle quali offriamo supporto finanziario attraverso lo strumento del microcredito, per mezzo della rete di intermediari che abbiamo convenzionato (ad oggi 38 banche con oltre 2.700 filiali, che ci consentono di essere presenti sull’intero territorio nazionale).
Le banche hanno svolto un ruolo determinante per l’avvio e l’espansione del microcredito in Italia, coordinandosi con l’Ente e dando vita a un vero e proprio ecosistema.
Riteniamo tuttavia necessario aprire una nuova fase, che veda il microcredito diventare autonomo attraverso la piena operatività dei nuovi intermediari di microcredito istituiti dall’articolo 111 del Testo Unico Bancario”. A volte gli economisti somigliano ai profeti: devono prevedere il futuro senza conoscerne tutte le variabili, con l’ottimismo della volontà, che è proprio della fede, ma anche della politica. In tale orizzonte, vogliamo credere alla profezia di Papa Francesco, che cito testualmente – conclude Baccini-  e che assumiamo come slogan e mission dell’Ente: “Il microcredito umanizzerà l’economia”.
Durante l’evento è stata letta la lettera e la benedizione inviata dal Santo Padre Papa Francesco.