Tra qualche giorno ricorre un triste anniversario per il Sol Levante. Sono trascorsi già 10 anni dal terribile terremoto di Sendai e Tohoku del 11 marzo 2011 al largo della costa del Tohoku nel Giappone settentrionale. L’evento sismico si generò nella prefettura di Myiagi raggiungendo una magnitudo 0.9. Successivamente e immediatamente si scatenò uno Tsunami (maremoto) con onde alte 10 metri. Le coste più colpite furono quella della Prefettura di Iwate. Le vittime furono oltre 13 mila e e circa 15.500 i dispersi. I danni ai fabbricati furono notevoli. Una diga di un bacino di irrigazione nella prefettura di Fukushima crollò, l’acqua investi alcuni edifici causando danni alla viabilità della città di Sukagawa. La rete ferroviaria giapponese Shinkansen fu bloccata: tutti i treni ad alta velocità fermati immediatamente. Il disastro di Fukushima ha commosso il mondo intero per il numero di vittime e soprattutto per la perdita dei bambini e per questo colgo l’occasione per ringraziare personalmente il Governatore della Prefettura di Fukushima, Masao Uchibori san, per avermi dato la possibilità di aiutare i bambini di quest’area attraverso una donazione nella vendita del mio ultimo libro sul Giappone. Le donazioni saranno utilizzate a lungo per aiutare i bambini e provvedere alla ricostruzione di molte abitazioni nella prefettura di Fukushima. Bellissime le parole di ringraziamento ricevute dal Governatore Uchibori san che mi ha scritto, convinto che anche grazie al nostro supporto è stato tutto più facile. L’evento ha segnato i giapponesi che comunque, soffrendo in silenzio, hanno reagito e ripreso l’attività e la vita normale, il che è degno del loro carattere organizzativo, lo Japanese Spirit che ne fa uno dei popoli più belli del mondo. lo scenario non è più apocalittico come qualcuno ancora pensa che sia. Fukushima ora sembra ritornata alla normalità. Durante le mie visite di affari in Giappone ho avuto modo di parlare con la gente del posto che appare ora più serena e tranquilla . Voglio ricordare i miei amici giapponesi e questa loro triste ricorrenza pregando e sperando che ciò “non avvenga mai più”.