Diario Global Fest / 4° giorno: Non solo cinema, è l’ora dei tre rappisti partenopei

 

Il “Rap” protagonista della quarta serata della XIV edizione dell’ Ischia Global Fest”. La nuova corrente musicale è una forma d’arte dei giovani che si nutre di ribellione ma soprattutto di aggregazione e spesse volte  di contaminazioni  tra  culture diverse. Nato come parte di un movimento culturale più ampio chiamato “hip hop” negli Stati Uniti d’America verso la fine degli anni sessanta e diventato elemento integrante  di spicco del costume moderno, il  rap consiste essenzialmente nel “parlare” seguendo un certo ritmo o meglio in  una sequenza di versi molto ritmati, incentrati su tecniche come rime baciate, assonanze ed allitterazioni. Per poter rappare, a differenza degli altri generi musicali, non è necessario possedere una voce eccellente. 

Molte canzoni rap assomigliano degli scioglilingua parlati molto velocemente. In Italia il rap si è talmente diffuso da diventare oggi il genere musicale più immediato, più vicino ai giovani. È l’unico con un’attitudine indigena per cui, ogni nazione ne sviluppa una particolarità, mantenendo costanti ed inalterati gli elementi di base quali.la violenza, la volgarità e l’ ironia. 
Il rap  non è solo violenza o volgarità  ma è musica soprattutto di denuncia, uno strumento per  comunicare le proprie idee. Special guest della sezione “Musica” nella quarta giornata di Ischia Global Fest 2016, tre “Rappisti  partenopei doc”: Clementino, Lucariello ed Enzo Dong, protagonisti di una coinvolgente performance sulla spiaggia di Ischia Ponte di fronte al Castello Aragonese. 
Un rapper che si rispetti – afferma Clementino – dev’essere sempre armato a versatilità. Fra di noi c’è chi parla di strada, donne, politica, marijuana. Io non ho un genere preferito. In “Notte” parlo dei carcerati, in “Cos cos cos” duetto con Dino Siani, che fa riflettere anche se è divertente, mentre “Luna” è una canzone d’amore.  I giovani vanno educati al rap che non è quello che si vede in televisione. Non è l’aperitivo nel bar in centro o nella discoteca di moda a Milano. Il rap è disagio”.
Lucariello, dal suo canto aggiunge: “Il Rap consiste in  quei ritornelli che raccontano storie di marginalità. Storie crudeli, senza pietà, in cui spesso si perdono  e muoiono finanche gli adolescenti di Napoli. Conta la biografia di ognuno, e il rapper ne è consapevole. Però è importante  pure la famiglia che ti genera, il quartiere in cui vivi e cresci. Le opportunità ricevute o negate”. Da tempo, Luca Caiazzo, in arte Lucariello  che pure quest’anno, in duo con l’altro rapper ‘Ntò, intona “Nuje vulimm’ ‘na speranza”, sigla sui titoli di coda della serie tv “Gomorra”, coordina periodici laboratori nell’istituto penitenziario minorile di Airola, in provincia di Benevento. “La passione per questo genere musicale – precisa Enzo Dong – è nata nell’età adolescenziale quando  stavo attraversando alcuni problemi familiari e non; inizialmente il rap rappresentava per me una valvola di sfogo, guardando le clip musicali di alcuni artisti che seguivo a quei tempi notavo un certo tipo di problematiche che trattavano nei loro brani. e mi rispecchiavo in questo.Da lì in poi è diventato un approfondimento verso il genere che mi ha portato a conoscere altri stili di musica, perchè in realtà il genere Rap/ Hip Hop è una fusione di contaminazioni musicali”. 
Ed ancora Enzo Dong “Il mio nome artistico.deriva dal quartiere in cui vivo  “Don Guanella” ( rione che si trova nell’Hinterland di Scampia e Secondigliano)  e tutti i miei amici d’infanzia già da bambino mi chiamavano ” O’Dong “ che sono le prime quattro lettere del mio quartiere, ma poi decisi di dare a questo nomignolo  un significato più forte quando iniziai a rappare,  cercando  di cogliere la problematica maggiore che riguarda tutti noi provenienti da quartieri più degradati, ovvero, il pregiudizio che le persone hanno su chi vive in mezzo a determinati contesti”.

Sul palcoscenico di Ischia Global Fest, accanto ai tre “Rappisti” partenopei ,Lola Ponce, star della musica internazionale  
premiata da Pascal Vicedomini con “L’Ischia Art Award”. Premiati anche, Cosimo Alemò  che ha ricevuto l’Ischia Surprice Award per il film “Zeta”, Marco Ponti, Luca Bianchini e Barry Monrow insignito con l’ “Ischia Legend Award”. Eccellente, il dinner gala tenutosi nell’atmosfera elegante e suggestiva delle terrazze del Grand Hotel “Miramare e Castello” di Ciro Calise e Anna Olmo. Ad accogliere gli ospiti, tra cui Paul  Allen, Avi Lerner, Paul Haggis, Bille August, Bruce Beresford,  Danny De Vito, Aurelio e Jacqueline De Laurentiis, Madalina Ghenea, Danny Glover, Jeremy Irons, Kerry Kennedy, Franco Nero, Marina Cicogna, Pappi Corsicato, Valeria Marini, Barbara D’Urso, il live del maestro Colella. Estremamente curato, il dinner buffet a base di prelibatezze di mare e di terra con imponenti, coreografiche sculture di pane e di frutta, frutto dell’estro e della fantasia dello  Chef della casa e del suo eccellente staff. 
Per la sezione cinema, molto apprezzate l’ anteprima italiana sul grande  schermo del “Regina Isabella” di “The legend of Tarzan” del regista David Yates e la proiezione speciale di “Pompei: Eternal Emotion” del regista Pappi Corsicato.