«Quanto emerso nel corso dell’incontro alla Camera di Commercio dal titolo “Insieme per la natalità… impegno regionale” è a dir poco allarmante. Come illustrato dall’ex presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, tra il 2008 e il 2019 la Campania ha fatto registrare un calo di nascite del 23,1%, tra il 2019 e il 2022 un ulteriore -4,8% e un -3,6% nei primi 11 mesi del 2023, numeri persino peggiori che nel resto d’Italia – dichiara Valeria Ciarambino, Vicepresidente del Consiglio regionale della Campania e componente del Gruppo Misto – Siamo davanti ad un tema molto importante, che dovrebbe rappresentare un’urgenza per tutte le forze politiche, in tutti i livelli istituzionali, e bene ha fatto De Luca nell’annunciare di voler approvare una legge regionale sul sostegno alla famiglia e sul contrasto alla denatalità. La famiglia deve essere una priorità della politica regionale tutta e non un tema relegato all’interno di steccati ideologici, se è vero che i figli rappresentano il principale investimento per una regione come la Campania, che un tempo era il vivaio d’Italia e oggi vede una popolazione in costante diminuzione per il calo delle nascite e l’emigrazione dei nostri giovani. Da tempo ho portato questo tema all’attenzione del Consiglio regionale e ben tre anni fa ho presentato una proposta di legge con l’intento di realizzare in Campania un sistema di interventi strutturali a sostegno della famiglia e della natalità, come un assegno per i primi tre anni di vita, l’introduzione del Fattore Famiglia quale indice aggiuntivo all’Isee, la gratuità degli asili nido, ma anche strumenti di conciliazione tra famiglia e lavoro, perché una donna nella nostra regione non sia più costretta a scegliere se essere madre o lavorare. Così come ho fatto approvare una mozione per organizzare gli Stati generali della natalità in Campania, necessari per porre questo tema al centro dell’agenda politica – conclude Ciarambino – Bisogna intervenire con urgenza per trovare soluzioni all’emorragia di futuro che da tempo dissangua il nostro Paese e la Campania, dove i giovani se ne vanno e i bambini non nascono più, altrimenti tra non molti anni, con una popolazione prevalente di anziani, non potremo più sostenere il servizio sanitario pubblico, il sistema pensionistico e tanti altri servizi essenziali».