Democrito star all’Archeologico di Napoli: reading con Erri De Luca

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E’ Democrito al centro della performance al Museo Archeologico Nazionale che ha visto protagonisti di un nuovo modo di comunicare l’arte, frutto di un progetto che vede uniti gli atenei Federico II e la Seconda università di Napoli, lo scrittore Erri De Luca, il pianista e compositore Antonio Fresa e due disegnatori, Blasco Pisapia (Disney) e Giorgio Siravo (Mad Enterrtainament). ‘Out of boundaries‘ (Obvia), è il tentativo di portare l’arte fuori dai musei, far circolare opere e idee, e ha già dato prova di contaminazioni ‘virali‘ all’aeroporto di Capodichino. Nell’Archeologico di Napoli, uno dei musei più importanti d’Italia, approda nella sala del Toro farnese grazie a Paolo Giulierini, direttore del Mann da pochi mesi che vuole “comunicare l’arte attraverso altre forme di arte, parlare ai giovani, rivisitare l’antico anche con i loro codici espressivi“.

L’arte non ha bisogno di linguaggi per comunicare, la musica non ha bisogno di nessuna alfebatizzazione, la scultura, la pittura, la danza. Sono un linguaggio universale – premette all’Agi Erri De Luca – mi sono però sforzato attraverso la scrittura di approfondire gli argomenti dell’arte e cercare di renderli più appetitosi per quelli che non hanno l’occasione di incontrare arte. Questo luogo di Napoli di meraviglia e di orgoglio merita di essere squillato, strillato, straconosciuto, merita di essere gremito anche se uno vorrebbe visitarlo in visita privata e ogni volta vorrebbe essere il solo a conoscere di questa meraviglia“. Lo scrittore si dice “fiero del lascito che possiede del maggior deposito di cultura della storia dell’umanità“.

La sua scelta di scrivere del busto di Democrito qui conservato è legata all’amore per i presocratici, cui questo filosofo “si iscrive abusivamente“. “Si interrogavano su come era fatto il mondo, non l’uomo, cercavano di intuire – aggiunge – e Democrito intuisce l’atomo, l’indivisibile. E’ un genio dell’osservazione, dell’intuizione“. L’uomo invece è “il raccontatore del mondo, appartiene al mondo come una specie di coda della esperienza biologica del mondo. Siamo gli ultimi arrivati, quelli che sarebbero meno autorizzati a raccontare il mondo ma quelli che riescono a conoscerlo meglio. Del guasto che noi provochiamo nel mondo siamo direttamente responsabili ma anche direttamente vittime allo stesso tempo“.